In tempo di calciomercato l'assenza del calcio giocato porta i tifosi ad addentrarsi in commenti di sdegno o ammirazione per le cifre di trasferimento dei calciatori. Sento, purtroppo, spesso parlare del calciomercato come un evento eticamente censurabile per le cifre che si sentono circolare. Sento ancor più spesso parlare del calciomercato come una situazione governata da chissà quali dinamiche che tendono ad avvantaggiare alcune società piuttosto che altre.
Pura fantascienza.
Ma è anche vero che ci sono dei trasferimenti che a livello economico lasciano davvero a bocca aperta: Alisson Becker al Liverpool per circa 70 milioni. Ronaldo alla Juventus per 100 milioni; affari, questi, già conclusi. Ma si parla anche di Rugani al Chelsea per una cifra vicina ai 50 milioni e di Bonucci al PSG per circa 40 milioni. Numeri che analizzati freddamente mettono in evidenza discrepanze aberranti.

Ma allora, cosa fa il prezzo di un giocatore? Generalmente si dice che chi vende fa il prezzo e chi vuole si presenta con il denaro, ma è, questa, una semplificazione eccessivamente riduttiva delle infinite dinamiche che si celano dietro la compravendita dei giocatori. Dietro gli scarni comunicati degli addetti stampa delle società c'è di più.
I fattori che influenzano il trasferimento di un atleta sono innumerevoli. Innanzitutto c'è quella che viene generalmente considerata la "bravura" di un calciatore, che ne prende inconsiderazione il talento, la dote tecnico/tattica, nonchè, nel caso di giocatori con caratteristiche offensive, la loro capacità realizzativa.
Chiaramente la bravura, dato di per sé estremamente soggettivo, è strettamente collegata alla duttilità di un calciatore: è ovvio che chi sa fare solo il difensore centrale in una difesa a tre avrà meno appeal rispetto ad un difensore centrale capace anche di fare il terzino. Discorso, questo, facilmente affiancabile a quello della adattabilità di un calciatore all'interno di un sistema di gioco prediletto da un dato allenatore.

Oltre alle valutazioni prettamente tecnico/tattiche di ogni singolo giocatore, importanti fattori di valutazione spaziano dalla categoria in cui milita l'atleta al club di provenienza, dall'esperienza maturata all'età anagrafica. Per quest'ultimo fattore si possono assistere a delle oscillazioni dovute al ruolo del calciatore. La "vita" calcistica di un difensore è generalmente più lunga della carriera di un attaccante o di un terzino.

Altri fattori importanti sono: il paese e quindi il campionato in cui gioca il calciatore, parimenti al livello del campionato del club acquirente, il ranking della squadra venditrice ed acquirente, la tipologia e la durata del contratto sottoscritto dal calciatore con il proprio club, il numero di stagioni da professionista, il numero di partite giocate nell’ultima stagione e in carriera, i gol e il numero di presenze nella stagione appena conclusa, nonché nella sua carriera complessivamente, la propensione e la recidività agli infortuni , l'abitualità di un calciatore a calcare palcoscenici rilevanti e giocare partite di rilevanza internazionale e infine la sua stabile permanenza nella propria nazionale.

Oltre a ciò incidono sicuramente i rapporti tra i club, la carenza o abbondanza di calciatori con certe caratteristiche, la volontà del calciatore, oltreché altri fattori di carattere puramente economico e di bilancio, come la disponibilità di liquidi di un club, la possibilità di fare plusvalenza, nonché l'appetibilità di un calciatore, quando, ambito da più squadre, scatena una vera e propria asta di mercato. Tralasciando il passaggio di Ronaldo alla Juventus, che ha avuto uno sviluppo sicuramente non affrontabile in queste poche righe, ecco che un difensore come Rugani, proveniente da una società vincente e giovane, ha sicuramente più “valore” di Bonucci che, al di là delle proprie doti, ha già superato i 30 anni e proviene da una squadra che nell'ultima stagione ha faticato nel proprio campionato.

Non è tutto. Spesso il valore dei trasferimenti assume anche un carattere più profondo. Per fare un esempio concreto, chi scrive ritiene che nei circa 65/70 milioni versati dal Liverpool nelle casse della A.S. Roma ci sia anche un lauto "ringraziamento" da parte del club inglese nei confronti della società che l'anno precedente, a soli 40 milioni, gli ha ceduto un certo Salah. Nei 60 spesi dal Chelsea per Jorginho il club di Londra ha sicuramente "ricompensato" il Napoli per aver liberato Sarri a 0 euro.

Ecco dunque che il prezzo di un giocatore non può essere semplicemente valutato con superficialità ma deve essere valutato da un punto di vista globale. Volere un giocatore "a tutti i costi", tesserato con una società che non ha bisogno di vendere può generare prezzi apparentemente ingiustificati.
A noi tifosi rimane da commentare le strategie in entrata e in uscita delle nostre squadre, consapevoli che certe dinamiche e certi retroscena, benché spesso asseritamente svelati dalla stampa, non li sapremo mai.