Roma-Genoa

Derby Focacciaro

La prima giornata ci mette davanti un altro scontro titanico in chiave culinaria.

Roma e Genova, città famose per la loro cucina dai mille piatti saporiti, sono due realtà che da secoli si dividono il trono per la miglior focaccia bianca.

I Genovesi la mangerebbero in qualsiasi momento, anche a colazione inzuppata nel caffè latte e non si può andare via da Genova se non si mangia almeno una volta la Focaccia Genovese o Fugassa.

Specialità tipica della cucina Ligure, ha una storia millenari: ingredienti semplici come farina bianca mescolate con acqua, olio di oliva, sale e lievito, fanno di questo piatto un must della città con la lanterna.

Una volta mescolati gli ingredienti, il composto viene fatto lievitare in un luogo tiepido e buio per circa un’ora. Prima dell’ultima lievitazione, che avviene in teglia unta di olio, viene picchiettata la superficie dell’impasto con le dita e successivamente spennellata con un composito di acqua, sale grosso e olio extra vergine di oliva. La teglia viene disposta in forno preriscaldato fino a che la superficie si presenta dorata. 

Ci sono un’infinità di varianti, dall’aggiunta di patate schiacciate nell’impasto, alla farcitura con cipolla, olive, pomodorini, formaggio ecc ecc.

Cosa ci beviamo su? La Focaccia Genovese va mangiata assolutamente con un bicchiere di vino bianco, per l’esattezza un Val Polcevera Coronata. E’ un vino bianco DOC della zona di Genova più esattamente delle colline di Coronata. Dal sapore delicato e secco e un colore giallo tendente al dorato, va consumato entro un anno dalla vendemmia.

Roma vede e risponde con il grande Classico tra le sue focacce, la Pinsa.

Pietanza molto diffusa fin dai tempi antichi, la Pinsa la si può trovare ancora oggi nelle più moderne trattorie romane.

Ingredienti? miscela di cereali(miglio,orzo e farro) impastati con acqua, sale e lievito madre. Lasciata riposare per ben 24 ore minimo, viene poi cotta su pietra sopra i carboni ardenti.

I suoi ingredienti, ad alto contenuto di acqua, la rendono molto digeribile e amata da tutti. Detta anche pizza bianca romana, viene tagliata in due parti e farcita con l’aggiunta di salumi tipici, formaggi e verdure.

La sua caratterista è la croccantezza che si sente ad ogni morso, ma per esaltarne i sapori con qualsiasi farcitura è consigliabile abbinarla con un bianco dal gusto asciutto, armonico e amabile, dal colore paglierino intenso e totalmente prodotto tra la zona di Rieti e Roma. Servite con un Colli della Sabina bianco DOC.


Udinese-Milan

Scontro contadino

La cucina friulana è una cucina sostanziosa e ricca di prodotti della terra e derivati dalla macellazione di carni suine.

Potevamo iniziare con tanti piatti, ma uno spicca per storia e per la semplicità di racchiudere in pochi ingredienti tutta la cucina friulana. Il Frico.

Il Frico è un tortino a base di formaggio e patate, cotto in padella con burro o con del lardo. La preparazione comprende un formaggio stagionato, aggiunta di patate, burro, sale e cipolla. Si presenta come una maxi-frittata, ma il suo cuore è morbido e pieno di sapore. Per renderlo ancora più vivace, si può aggiungere Speck o Guanciale, dipende dai gusti. Se siamo in Friuli, per me c’è un vino bianco che si adatta con tutti i piatti, la Ribolla Gialla.

Vino autoctono dal sapore asciutto vivace e fresco, presenta un colore paglierino che emana profumi caratteristici della terra Goriziana, colli dove la vite cresce e viene raccolta.

Il Milan ha rivoluzionato un’intera azienda, partendo da Boban e Maldini, passando per mezza squadra. Ma una cosa non cambia: la cucina Milanese

Cucina dalle tradizioni storiche, affonda le sue radici nella cultura contadina della pianura padana. Ingredienti poveri, ma ricchi di carni e verdure, il più delle volte bollite o cotte nel burro, la cucina Ambrosiana nei secoli è stata influenzata dalla dominazione Austro-ungarica fino all’unificazione d’Italia.

Il Diavolo rossonero in cucina non se la cava per niente male e dalle sue mani esce un grande classico Meneghino: l’Ossobuco o òss bus

Carne bovina che comprende la parte superiore della gamba in corrispondenza della tibia. La sua altezza deve essere di circa 4 cm, in mezzo alla fetta di carne deve esserci l’osso che appunto comprende il midollo, vera attrazione e prelibatezza del piatto. Cotta nel burro, servire con la Gremolada, un trito a base di prezzemolo, aglio e scorze di Limone.

Un bicchiere di rosso di San Colombano al Lambro DOC, ultima roccaforte della provincia Milanese, farà risaltare tutti i sapori di questo povero piatto, ma ricco di storia e bontà per i palati Lombardi.


Hellas Verona-Bologna

Scontro tra tradizioni

A Verona si mangia bene. Sarà l’influenza del Lago di Garda, della pianura o delle montagne alle sue spalle, ma tutte queste influenze hanno caratterizzato una cucina che propone piatti paradisiaci e Polenta e Luccio del Garda, è il giusto incontro tra tutte queste.

Con una sola ora di cottura, si può cuocere un piatto ricco di gusto e dai profumi decisi.

La polenta, preparata il giorno prima, deve essere tagliata a fette e grigliata. Il Luccio deve bollire per  minuti con un mix tra cipolla, sedano, carote e limone. Una volta cotto e tolta la pelle, spezzettatelo e ricopritelo con una salsa a base di Acciughe, pepe, aglio, capperi e prezzemolo. Abbinateli un Lugana Doc dal colore verdolino tendente al dorato dal sapore fresco con una leggera percezione di legno e leggermente fruttato, questo vino bianco si sposa bene con pesci di lago.

Ma se la cucina Veronese presenta piatti paradisiache, la cucina Bolognese è l’espressione dell’arte culinaria. Detta anche Bologna la grassa, la cucina felsinea trova le sue radici fin dai tempi antichi e con piatti leggendari conosciuti in tutto il mondo.

Di origini antichissime la Cotoletta alla Bolognese è un piatto molto ricco di sapori, basti pensare che ha una tripla cottura, prima fritta nello strutto e poi insaporita nel brodo di carne. Ricoperta di abbondante parmigiano Reggiano e poi con una bella fetta di prosciutto, viene messa in forno fino a che il formaggio, ormai fuso, abbracci tutto il piatto. Il Colli Bolognesi DOC è un vino rosso-violaceo e secco, il suo sapore tende ai frutti di bosco è l’ideale per primi piatti, carni rosse e umidi.

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