L'idea è rivoluzionaria, di quelle che impongono cambiamenti radicali in un sistema, quello del calcio italiano, notoriamente conservatore fino ad essere reazionario. L'idea è di Aurelio De Laurentiis, il Cinepresidente del Napoli. Secondo quanto riporta l'Ansa, De Laurentiis "avrebbe sottolineato la prospettiva di rendere la Lega editore di una società di produzione che curerebbe la diretta delle partite, un magazine, e i prodotti ancillari da rivendere a tutti gli operatori del mercato". 

Altro che Sky, altro che Dazn, basta con le rate non pagate e con le elemosine! Lo immaginiamo così, Don Aurelio, convinto di aver anticipato i tempi di almeno tre lustri, come da sempre si vanta di fare. Il suo ultimo cambio di look ce lo ha proposto con una folta barba da profeta hippy: vuoi vedere che comincia a crederci davvero?

Fatta la tara sul vulcanico presidente partenopeo, bisogna altresì riconoscergli una certa lungimiranza. Il calcio televisivo italiano necessita di una svolta. La finta concorrenza tra Sky e Dazn, il costo non certo economico degli abbonamenti alle pay-tv, le logiche di potere che spingono innegabilmente le televisioni a privilegiare i bacini d'utenza corposi, rischiano di allontanare tifosi anche dalle poltrone, dopo averli voluti lontani dagli spalti. Il calcio italiano deve darsi una svegliata anche a livello televisivo, oseremo dire "comunicativo", se vuole davvero competere con Premier League e Liga spagnola. Anche la ripartizione dei diritti tv deve cambiare registro: la forbice tra i top clubs e le "provinciali" non può essere così ampia. 

Delle venti squadre appartenenti alla Lega Serie A, diciotto hanno partecipato al pranzo di lavoro organizzato ieri da De Laurentiis. I più entusiasti, oltre a Don Aurelio, sono parsi Lotito, Scaroni, Barone, Ferrero e Fienga, oltre al presidente della Lega, Paolo Dal Pino, che starebbe da tempo lavorando ad un modello di business simile a quello ideato da De Laurentiis. "Venerdì sono attese le proposte vincolanti dei fondi, e l'assemblea di Lega si riunirà per valutarle probabilmente giovedì 30 luglio", conclude l'Ansa.

Cosa accadrà? E' presto per dirlo. La possibilità che questa proposta abbia il solo scopo di mettere del pepe al deretano di Sky è concreta. Molti, forse lo stesso De Laurentiis, voglio usare questa prospettiva come un grimaldello per scardinare il baule delle pay-tv e spingerle a pagare più danari per la trasmissione delle partite. Non va nemmeno scartata, però, l'eventualità che questa idea possa davvero realizzarsi, imponendo dal calcio televisivo italiano quella rivoluzione copernicana che ad altre latitudini hanno già compiuto.