Indubbiamente il calcio femminile sta attraversando, grazie ad una grande spinta dei media, un periodo di grande visibilità.
Se poi questa  "improvvisa" notorietà è supportata da risultati importanti come la vittoria in rimonta con la favoritissima Australia, è un motivo in più per gioire e seguire uno sport che in Italia è sempre stato snobbato. Si tentò anche con il Rugby (maschile) in un recente passato, ma i modesti risultati non hanno poi fatto scattare la scintilla nonostante il grande supporto mediatico.
Il calcio femminile è sicuramente in costante crescita tattica e atletica, ma questo non ci deve impedire di essere ciechi e faziosi guardando una partita della nostra Nazionale.

Ho seguito la partita, mi ha fatto piacere la vittoria delle azzurre, ma se dicessi che mi sono divertito sarei bugiardo. Non è giusto paragonarlo al calcio maschile, va bene, è giusto. Meno fisico (anche se non si tirano indietro), meno muscolare e tattico.
È uno sport più "giovane" rispetto a quello maschile, è giusto dargli il tempo di crescere. Le regole però sono le stesse, anche le modalità della vittoria, bisogna segnare un gol in più degli avversari, non si scappa.
Ho visto in campo tanto entusiasmo, ma anche tanti errori elementari, tattici e individuali, passaggi sbagliati e tiri goffi che non sono riusciti ad avvincermi più di tanto. Il primo tempo più del secondo, di una lentezza e pochezza tecnica soporifera. Anche gli elogi alle impeccabili guardalinee, che è vero che non hanno sbagliato nulla, che hanno visto fuorigioco millimetrici, ma è altrettanto vero che la lentezza del gioco le ha sicuramente agevolate, mi sono sembrati esagerati.

Quindi viva la Nazionale femminile, in bocca al lupo (o viva, come si preferisce...) per il proseguo del Mondiale, ma mantenendo un giusto senso critico che ci permetta di sostenere e criticare quando è il caso una Nazionale con grandi margini di crescita.