Il calcio femminile in Italia sta acquistando sempre maggiore popolarità: Sky ogni domenica ha trasmesso una partita delle Serie A femminile e sempre più club hanno investito sulla creazione di proprie squadre femminili o mediante l’acquisizione del titolo sportivo da altri club, come nel caso del Milan o della Juventus, o continuando a mantenere un rapporto di affiliazione con altre squadre.

Nonostante la grande crescita, in Italia le calciatrice vengono ancora inquadrate nel dilettantismo e non nel professionismo, a differenza di ciò che avviene in molti altri paesi europei. Inoltre alcuni personaggi si sono esposti pubblicamente in modo negativo riguardo al calcio femminile, emblematica è la dichiarazione di Belloli, ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti : «Basta dare soldi a queste quattro lesbiche».

Un esempio di questa ‘emigrazione’ dall’Italia è Elena Linari, difensore dell’Atletico Madrid femminile e della Nazionale italiana.Prima di arrivare in Spagna, sponda colchonera, la Linari giocava alla Fiorentina Women con cui ha vinto un campionato nella stagione 2016/2017. Nell’estate 2018 arriva l’offerta dell’Atletico Madrid e il difensore decide di dare una svolta alla sua carriera, nonostante il grande amore che nutre verso quella maglia viola, simbolo della sua città d’origine, perchè «in Italia non sarei mai potuta crescere».

Dietro la scelta della Linari non c’è solo una grande voglia di migliorarsi ma anche tanta stanchezza a causa dei pregiudizi ancora molto diffusi in Italia riguardo al calcio femminile.

«Volevo misurarmi con un livello più alto di calcio. Voglio diventare una calciatrice internazionale e non fermarmi ad essere soltanto una calciatrice italiana», queste le parole di Elena Linari da noi contattata in merito al perché abbia deciso di andare via dall’Italia nel momento in cui proprio il calcio femminile stava crescendo.

Fresca vincitrice della Liga, il difensore della Nazionale italiana non ha intenzione attualmente di ritornare in Italia in considerazione dei due anni di contratto con l’Atletico de Madrid, con il quale tra qualche giorno va a giocarsi la finale della Copa de la Reina contro la Real Sociedad, e di come il calcio femminile viene concepito in Spagna: meno pregiudizi, più rispetto e visibilità in tv e sui giornali.

Adesso sogna di andare in Francia per il Mondiale femminile e magari anche di vincerlo.

 

Compagna della Linari in Nazionale e capitano di essa, nonché della Juventus femminile, è Sara Gama che, tuttavia, ha fatto il percorso inverso rispetto al difensore fiorentino.

Dopo le due stagioni (2013/2014, 2014/2015) al PSG decide di tornare in Italia al Brescia dove resta altrettante stagioni fino a quando la società delle leonesse fallisce e nel 2017 viene acquistata dalla Juventus.

Sara Gama giustifica la sua scelta di tornare dicendo «mi mancava molto il mio Paese. Poi nel 2017 è arrivata la Juve: è il segnale che le cose stanno cambiando. In meglio».

Il difensore bianconero se da una parte vede grandi prospettive di crescita del calcio femminile in Italia, difendendo il fatto che non si tratta di un calcio minore ma di un calcio diverso, dall’altro critica lo status di dilettante in cui ancora oggi si trovano le calciatrici italiane e sottolinea che «è necessario compiere uno step dal punto di vista culturale che ancora ci manca per poter essere a livello di altre realtà».

Martina Piemonte, attuale attaccante della AS Roma Femminile, torna in Italia dopo una sola stagione (2017/2018) in Spagna, precisamente al Sevilla. Nel caso della giovanissima giallorossa il ritorno non è stato dettato dalla nostalgia del Bel Paese ma da divergenze con lo staff tecnico del club andaluso.

In merito alla Serie A femminile la Piemonte, come la Gama, sottolinea che sia necessaria in Italia un’ulteriore crescita per arrivare ai livelli dei campionati europei più sviluppati partendo da un maggior «coinvolgimento da parte delle squadre maschili per rendere più professionali le esigenze delle squadre femminili», prendendo spunto dal “modello Spagna”.