Calcio e ciclismo, apparentemente due sport e due mondi lontani. Il primo sport di squadra, dove i singoli possono fare la differenza, il secondo sport prettamente singolo, dove le squadre possono aiutare. Il ciclismo si divide principalmente in due tipologie di competizioni, le grandi classiche, come la Milano Sanremo, la Liegi-Baston-Liegi, la Parigi Roubex, gare singole, da paragonare, nel calcio, ad una finale che si gioca in novanta minuti, o al massimo alla fase ad eliminazioni in partite secche tra andata e ritorno.
E poi ci sono le grandi gare a tappe come il Tour de France o il giro d'Italia, dove la programmazione la costanza nel lungo periodo portano alla vittoria finale quasi sempre il più forte.
Questo tipo di corsa può essere accostata ai campionati nazionali di calcio, che durano un'intera stagione. Se per gli eventi secchi è una questione di dettagli, episodi, attimi, capacità nel gestire la pressione del momento, per le gare di lunga durata è diverso, c'è una programmazione diversa, un modo totalmente diverso di affrontare la competizione. Difficilmente nel ciclismo i campioni delle grandi corse a tappe sono gli stessi vincitori delle grandi classiche di un giorno.

La Juventus, nella sua storia, si è sempre dimostrata la più forte nelle "gare a tappe", nella lunga durata, nel saper programmare, vivere le varie fasi di una lunga stagione e di saper cogliere il momento giusto per attaccare e staccare l'avversario. Nel ciclismo, i grandi corridori si studiano e si allenano nelle prime tappe di pianura dove si scatenano i velocisti a darsi battaglia nelle volate, e dove la classifica si delinea ma senza grossi distacchi, poi arriva il momento clou, quello dell'ultimo periodo quando si presentano le grandi difficoltà delle montagne. Ed è lì che i più forti fanno la differenza, cioè quando la stanchezza si fa sentire e la strada inizia a salire. Gli scalatori che solitamente rimangono da soli in questa ultima fase della competizione, si sfidano nei tortuosi passi dolomitici con strategie e attacchi nel momento giusto. Chi sta bene e si sente in forze si alza sui pedali e impone un primo strappo, porta il ritmo a livelli duri e controlla il polso della situazione, si vede chi è in grado tenere il passo e difendersi dall'attacco, e chi invece, perde terreno ed inizia ad accusare ritardi pesanti in classifica difficilmente poi recuperabili.

Nel calcio, si può dire che la in campionato dopo il girone di andata di equilibrio, siamo arrivati ad affrontare le prime montagne, con le sfide di coppa Italia, infrasettimanali, che obbligano a degli straordinari le squadre, e alla vigilia, poi del ritorno delle coppe europee, sta iniziando il momento che può segnare la stagione della competizione a tappe che è la Serie A.

Ieri la Juve, accortasi di un lieve passaggio a vuoto della rivale Inter, non ha perso l'occasione per alzarsi sui pedali e provare a dare un primo strappo, un primo attacco, giusto per vedere e capire se c'è subito un contrattacco, o se già si può mettere in cassaforte un distacco importante che poi possa essere gestito in altri momenti difficili della stagione.
La vittoria della Juventus sul Parma di ieri sera, anche se non brillante, seguita al pareggio dell'Inter a Lecce, mette i bianconeri in vantaggio di quattro punti, che non sono molti, ma se consideriamo che l'Inter viene da due pareggi consecutivi, la Juve non si è lasciata sfuggire l'occasione e ha subito approfittato per mettere in cantiere un bonus di punti, e se consideriamo che poi gli eventuali decisivi scontri diretti, la Juve può giocarli allo Stadium, possiamo dire di essere difronte ad un primo vero e importante segnale che la Juve ha dato.
Un po' come se all'inizio delle tappe dolomitiche, Nibali alla prima occasione si fosse imposto con una vittoria e un paio di minuti di vantaggio sul resto.

Certamente la corsa è ancora lunga, tutto può succedere, ma intanto chi è davanti ha la possibilità di gestire e sbagliare, chi è dietro, invece, è costretto a non sbagliare più niente e dare sempre il massimo. Già la prossima tappa, la Juve avrà la possibilità di gestire una difficile trasferta a Napoli, con i partenopei in piena crisi che però avranno la sfida giusta per cambiare rotta. Magari già domenica il distacco sarà minore o quasi annullato, ma intanto, averlo, e averlo soprattutto prima della trasferta al San Paolo è un bel lusso. La squadra di Sarri sta tentando sempre più a mettere in pratica i nuovi dettami tattici, a volte ci riesce, a volte no. Tenere i ritmi voluti dal tecnico per novanta minuti, ora non è possibile per questa squadra, però ci stanno provando, stanno aumentando i minuti di gioco e pressing alto, poi inevitabilmente arriva il calo e le sofferenze nel finale di partita, ma è inevitabile ed è giusto così.
La strada è quella giusta, ci sono giocatori come Ramsey e Rabiot che da oggetti del mistero per la prima parte della stagione, ora stanno venendo fuori bene, sì stanno integrando sempre di più in Italia, nel campionato italiano e nei metodi di Sarri. De Ligt sta diventando sempre più sicuro e stanno tornando a disposizione giocatori importanti come Costa e Bentancour.

Insomma, che ci volesse tempo lo sapevamo tutti, che la strada è ancora lunga e in salita ne siamo consapevoli, ma la Juve ora si è alzata sui pedali in queste prime montagne e vediamo chi sta a ruota