Credo che dopo una direzione di gara come quella di Milan-Atletico, arbitro e addetti al VAR dovrebbero subire la sorte di Macbeth e gentile signora, il primo impossibilitato a dormire la notte, la seconda compulsivamente impegnata a lavarsi le mani, senza tuttavia cessare di vederle lorde di sangue.

L'espulsione di Kessie non c'entra, perché il primo intervento dell'ivoriano era da ammonizione, mentre il pestone del secondo giallo poteva anche esserlo, se valutato da un arbitro severo. In tal senso, fece molto peggio Valeri l'anno scorso nel derby di Coppa Italia, quando rifilò la seconda ammonizione a Ibra per una spintarella veniale a centrocampo, dopo aver ammonito lo svedese per la lite con Lukaku, senza peraltro espellere l'ivoriano, il quale aveva scatenato una rissa autentica. Del resto, dopo l'espulsione di Kessie, Rebic aveva tirato il direttore di gara per la spalla, rasentanto a sua volta l'espulsione, che non era arrivata.
Non c'entra neppure l'accusa lanciata da Pioli ovvero che l'arbitro abbia sempre fischiato a favore dell'Atletico nei casi dubbi, perché la nozione di caso dubbio è sempre un po' incerta (del resto, se non lo fosse, il caso non sarebbe dubbio, no?). E poi a maggio del 1990, Rosario Lobello fece di peggio, fischiando per 90 minuti a senso unico a favore del Verona, anche in molti casi che con il dubbio non erano imparentati neanche alla lontana.

No, le accuse a Çakır vanno circostanziate e circoscritte alla seconda fase della ripresa, quando ha dato l'impressione di sentirsi un inquisitore in cerca di eretici in maglia rossonera, da consegnare al braccio secolare per allegri auto da fé e simpatici roghi purificatori. Pensiamo a Tonali, buttato giù mentre usciva dall'area di rigore per far respirare la difesa, senza che il simpatico Çakır fischiasse nulla. Pensiamo ai gesti inequivocabili con cui l'arbitro chiedeva che Tomori, curato dallo staff medico, uscisse dal campo, quando di solito tale richiesta viene dagli avversari e l'arbitro li rassicura indicando che recupererà il tempo perso. Pensiamo, inoltre, alla ripresa del gioco, quando Tomori, uscito insieme ai sanitari, voleva rientrare e non gli è stato consentito, consentendo invece all'Atletico di battere una punizione in 11 contro 9. Ma pensiamo al doppio fallaccio di Suarez in mischia, quando ha colpito Calabria con una ginocchiata e ha pestato la mano di Maignan, senza essere cacciato fuori a cartellini rossi e pedate. Magari ricordiamoci anche del rigore fischiato al 93°, che le immagini rallentate hanno mostrato inesistente, perché il primo tocco di mano era madrileno, immagini non prese in considerazione neanche dopo 3 minuti di check al VAR.
L'arbitraggio del distinto signor Çakır è di diritto uno dei peggiori e sospetti di tutta la storia del calcio
, tanto è vero che lo stesso allenatore dell'Atletico Madrid, Simeone, ha ammesso che, al posto di Pioli si sarebbe lamentato a sua volta.

Detto questo, se ci limitassimo a piangere per le proverbiali cose turche di arbitro e VAR, renderemmo un pessimo servizio alla causa rossonera, in quanto il signor Çakır è stato in qualche maniera aiutato dagli errori del Diavolo, in particolare per l'uscita di Diaz e Leao al quarto d'ora del secondo tempo, con l'ingresso contemporaneo di un Giroud impresentabile. Anche questa è stata una cosa turca.
Diciamo che, fino all'espulsione di Kessie, Pioli era stato perfetto e poi, fino al quarto d'ora del secondo tempo, si era mostrato logico. Simeone, dal canto suo, non aveva dato il meglio di sé.

Pioli sapeva di non poter schierare le 3 punte contro una formazione del livello di quella spagnola, per cui aveva chiesto a Diaz di sacrificarsi a fare il regista avanzato. Simeone, tuttavia, aveva schierato una difesa a 4 protetta da Llorente e Carrasco sulle fasce, nonché da Kondogbia e Koke al centro. Correa e Suarez avrebbero dovuto trafiggere in velocità il Diavolo. Per far sì che il Milan si sbilanciasse, Simeone aveva rinunciato al pressing a centrocampo, ma così facendo aveva anche ristretto il raggio di azione di Diaz, che non era costretto a caracollare nelle vaste praterie del centrocampo, bensì in una zona più ristretta di prato verde. La metà campo dei Colchoneros era sì intesata e il centrocampo rossonero leggermente troppo lungo per aiutare il piccolo spagnolo, ma la mancanza di pressing asfissiante lasciava a Diaz il tempo di ragionare e smistare. Era proprio Diaz a lanciare Rebic solo in porta, ma il portiere Oblak salvava. Ancora Diaz, nel suo regno naturale dell'area di rigore, la dava a Leao che non perdonava e portava il Milan in vantaggio. In seguito, il portoghese avrebbe preso anche una traversa, ma sarebbe stato segnalato un fuorigioco, quantomeno, dubbio.

Nel giro di pochi minuti, Kessie si faceva espellere e Rebic collezionava un pericoloso giallo per aver tirato la spalla di Çakır. Con molta intelligenza e prontezza, allora, Pioli sostituiva lui per far entrare Tonali. E continuando a ragionare in maniera logica, il tecnico rossonero non restava a metà strada fra difesa e attacco, ma chiudeva i suoi in difesa.
Fino al quarto d'ora della ripresa, Diaz disputava la migliore frazione di partita in copertura della sua storia rossonera, guadagnando falli su falli, che spezzavano il ritmo dell'Atletico e facevano respirare i rossoneri. Leao, appariva l'unico in grado di coprire e attaccare. I due stavano faticando, ma il momento era critico e si doveva faticare. In ogni caso entrambi non apparivano cotti.
All'altezza del 60°, Stefano Pioli faceva uscire a sorpresa i due ragazzi per far entrare Ballo-Touré, che finiva confinato sulla fascia mancina e Giroud, piazzato solo solingo e lontano in attacco. La vera follia di queste scelte, la cosa turca, stava proprio nell'ingresso di Giroud. Il centravanti è un campione del mondo ed è esperto, vero, quindi va recuperato in quanto è una risorsa rossonera. Ma il Giroud visto 3 giorni prima a La Spezia era inguardabile e Pioli stesso lo aveva tirato fuori dal campo dopo 45' per disperazione. Non lo si poteva certo recuperare nella bolgia di Milan-Atletico Madrid, direi.

Giroud non riusciva a contrastare un avversario che fosse uno e perdeva con tragica regolarità ogni pallone che gli arrivava, impedendo ai compagni del centrocampo e della difesa di respirare. Incapace di intendere e di volere, calcisticamente parlando, Olivier Giroud diventava il secondo uomo in meno del Milan. In ogni caso, Simeone azzeccava la prima mossa, inserendo Griezmann, che pareggiava e, di fatto, metteva i rossoneri nelle mani, non certo fidate, di Çakır, il quale completava l'opera con la terribile direzione di gara dell'ultima fase di ripresa.
Ora, Pioli aveva gestito le partite con Venezia e La Spezia da eccellente tecnico. Ieri, inoltre, ha impostato e gestito il match molto bene, anche quando le difficoltà sono aumentate, fino al 60'. Quale demone della follia gli ha dettato l'ingresso di Giroud, del tutto lontano da una forma anche solo accettabile?
E' un problema da approfondire. Lasciamo, pertanto, da parte la mistica del tifoso che si sente fiero dei suoi ragazzi ingiustamente penalizzati dall'arbitro ecc... Se ci dovessimo soffermare sulla prestazione persecutoria, oltre che disastrosa, di Çakır rischieremmo di rivivere altre serate come quella di ieri, magari senza poter dare neanche la colpa al direttore di gara o al VAR. E' proprio l'errore che per anni ha commesso l'Inter, di perdersi nella mistica del "Siamo soli contro tutti!" e non intervenire dove si doveva intervenire.

E' un dato di fatto che, già ridotto in 10 uomini dall'arbitro, il Diavolo si è trovato pure in 9 per colpa di una sostituzione senza senso. Il rendimento che ieri ha avuto Giroud, infatti, era stato preannunciato solo 3 giorni fa a La Spezia. Non è stato un fulmine a ciel sereno, insomma, tale da non poter essere previsto.
Poi, se volete dire che è stata colpa solo di Çakır e degli addetti al VAR, fatelo pure, non ho alcuna simpatia per quei signori, se tali vogliamo chiamarli.