A San Siro contro l’Inter il Torino ha mostrato il suo volto migliore: quello della tradizione e della storia che ha il sapore del sacrificio e della determinazione, del crederci fino all’ultimo respiro con l’orgoglio di chi sa che non può mai arrendersi perché è, su ogni altra cosa, quello che i tifosi vogliono e pretendono.

Così, ad un primo tempo disastroso in cui la squadra di Mazzarri ha subito in ogni minuto l’iniziativa degli uomini di Spalletti senza mai riuscire a prendere in mano il filo del gioco e a costruire uno straccio di azione nella metà campo avversaria, è seguito un secondo tempo straordinario in cui il Torino alzando il baricentro del gioco avanzando Rincon e sfruttando meglio le fasce è riuscito a rimontare lo svantaggio iniziale.

Non c’è dubbio che ciò che appare più evidente è che il pareggio sia stato il frutto di uno spirito e di un atteggiamento diverso con i cui i granata sono scesi in campo nella seconda frazione di gioco. Lo stesso Mazzarri nelle interviste del dopo partita ha sottolineato come sia stato necessario motivare e dare fiducia ai propri uomini nell’intervallo per scrollargli di dosso quella “timidezza” con la quale avevano inizialmente affrontato il maestoso proscenio di San Siro.

Ma è chiaro che il Torino è riuscito a pareggiare una partita che sembrava ormai persa anche grazie ad un mutato atteggiamento tattico e all’impiego di giocatori che ben hanno saputo interpretare la mutata disposizione in campo.
Infatti, se il goal del 2 a 1 è arrivato grazie ad un lancio di quaranta metri di Jago Falque sfruttato con grinta e talento da Belotti che ha messo la palla in rete forse con la complicità di uno sprovveduto Handanovic, con l’ingresso in campo di Ljajic al posto di Soriano, non ancora ben integrato nel sistema di gioco di Mazzarri, la squadra granata ha trovato il talento, la lucidità, le giocate che sempre danno luce e linfa ad un sistema di gioco che non può contare solo sull’organizzazione, la compattezza ed i meccanismi mandati a memoria. Infatti, nel 3-4-3 del secondo tempo l’entrata del serbo ha aperto le linee della difesa dell’Inter ed il secondo goal che ha portato capitan Belotti e compagni al pareggio è stato innescato proprio da Ljajic che al 68' ha servito in area Falque che con grande freddezza ha passato all'indietro per l’accorrente Meité che messo in rete a fil di palo alla destra di Handanovic.

Una squadra come il Torino che non nasconde le proprie ambizioni di chiudere il campionato tra le prime sei non può rinunciare alle qualità né di un calciatore come Falque né di un talento come Ljajic, che per quanto sia stato in passato discontinuo, a 27 anni è di certo più consapevole del proprio destino di uomo e di professionista del calcio e forse è l’elemento indispensabile per cambiare le partite in corsa e per far giocare insieme Belotti e Zaza.

Forse comincia ad esserne consapevole lo stesso Cairo che dopo la partita di San Siro ha dichiarato: “Iago è un giocatore importante, Ljajic anche e oggi ha fatto bene. Non vedo problemi da questo punto di vista, c’è una grande unione tra tutti. Voci di mercato? Sono cose di cui si parla più nella stampa".