Con l’arrivo del tecnico toscano, i rossoblu hanno anellato due vittorie ed un pareggio negli ultimi tre incontri, mostrando notevoli miglioramenti nella qualità del gioco, che fanno ben sperare i tifosi isolani per la conquista della salvezza.

Una squadra quella sarda partita con ben altri obiettivi, ma rimasta imbrigliata nelle idee offuscate di Di Francesco e risucchiata nelle sabbie mobili della bassa classifica. Chiamare normalizzatore il lavoro del ex Spal è molto riduttivo, che in poco tempo ha dovuto imporre il suo marchio di fabbrica passando al fido 3-5-2, con non pochi accorgimenti. Difesa solida con i giusti interpreti Ceppitelli Godin Rugani già comunque collaudata dal precedente tecnico nelle sue ultime prestazioni. A proteggere loro l’inedito ruolo di Duncan, diga frangiflutti che va ad aggiungersi come quarto centrale difensivo in fase di ripiego e permettendo ai centrali di alzarsi ed impostare la manovra liberando gli esterni o le due mezze ali. Ed anche qui sulla fascia destra Nandez sembra aver spodestato Zappa rivelazione d’inizio campionato, apparso alla lunga forse ancora un po’ troppo acerbo. L’uruguaiano oltre ad una buona corsa ha visione di gioco e dinamicità, perfetto per ripercorrere le orme di Lazzari lanciato nel grande calcio da Semplici. Altra novità è quella di Marin, passato da play maker a mediano box to box liberando spazi per i suoi compagni sopratutto con i movimenti senza palla e giocando in appoggio. A Nainggolan il ruolo di jolly del centrocampo con libertà di fungere all’occorrenza anche da trequartista. In avanti rimane immutato la posizione vicina alla porta di Joao Pedro sempre più leader della squadra e Pavoletti che per caratteristiche potrebbe soffiare il posto a Simeone. Grazie alle sue lunghe leve sembra essere più adatto a sfruttare al meglio le palle alte provenienti sopratutto dalle corsie laterali.

In fin dei conti da quello che è emerso alla luce di queste prime gare un Cagliari normalizzato, ma con una chiara impronta tecnica.