Da presunto predatore, ad ipotetica preda?
Da cacciatore a sangue freddo, a intimorita vittima in fuga?
Pare questa la situazione attuale di Zlatan Ibrahimovic, al centro di un fuoco incrociato di polemiche ed illazioni, varie ed eventuali, raramente visto nel pur isterico mondo del calcio italico. 

ROSSO PERMALOSO. Già sabato, nel match contro il Parma, si era capito che il vento non soffiava nella giusta direzione per il gigante svedese, quando il permaloso arbitro Maresca (sempre lui, come diceva Conte e come dice Donnarumma...) lo espelleva per una protesta fastidiosa ma assolutamente non meritevole di un cartellino rosso. Un "sembra strano eh?" urlato ironicamente da Ibra, dopo una punizione fischiata a favore della propria squadra a centrocampo, probabilmente frainteso con un ben più grave "sei un bastardo eh!". Espulsione diretta che, oltre a lasciare il Milan in inferiorità numerica per oltre mezz'ora col grave rischio di compromettere una vittoria che sembrava già acquisita, lascerà la squadra senza il proprio bomber nel prossimo match contro il Genoa. Il giudice sportivo infatti, presa visione del referto compilato dall'arbitro napoletano, subito dopo la partita tra ducali e rossoneri, non ha potuto fare altro che squalificare Ibrahimovic per una giornata, oltre a comminargli un'ammenda di cinquemila euro, con la seguente motivazione: "Per avere, al quindicesimo minuto del secondo tempo, proferito, con atteggiamento provocatorio, una critica irrispettosa al Direttore di gara". Non si tratterebbe, dunque, di un insulto o di un'offesa, di una parolaccia, di una bestemmia o di una minaccia. Bensì di una banale critica "irrispettosa" al signor arbitro Maresca, evidentemente allergico alla comprensione ed al dialogo, poco propenso all'estrazione di un semplice cartellino giallo.

THE HUNTER. Non bastasse questa grana disciplinare, ne arriva un'altra di ben altro spessore dalla madrepatria Svezia: secondo l'autorevole sito Expressen, Zlatan nel 2011 (ovvero meno di un anno dopo aver ottenuto la licenza di caccia) in Sudafrica, avrebbe sparato ad un leone e, come se non bastasse, si sarebbe fatto spedire cranio, mascella e pelle per metterli in esposizione nella propria residenza di Malmö. Fatto macabro e pressoché unico, dato che l'attaccante del Milan sarebbe il solo cacciatore scandinavo ad aver ottenuto i trofei di caccia ad una specie vulnerabile. Sebbene il leone sia ufficialmente classificato come “specie vulnerabile”, la sua caccia in Sudafrica è legale, a patto di avere tutti i permessi in regola: i cacciatori svedesi che avrebbero richiesto di portare in patria parti di carcassa di animale come trofeo sono ottantadue, ma solo la stella del calcio avrebbe ottenuto l'ambito placet dalle autorità competenti.
Piovono su Ibra, ovviamente, montagne di critiche per un gesto quantomeno discutibile dal punto di vista etico-morale, seppur consentito dalle leggi.

ANTIVIRUS AL CINEMA. Ed ancora non basta: dopo poche ore arriva un'altra news che vede al centro Zlatan, suo malgrado. Ed è lui stesso, attraverso un post sul proprio account Instagram, a comunicare al mondo che interpreterà il personaggio chiamato Antivirus nel prossimo film di Asterix e Obelix "L'impero di mezzo". Con buona pace di quanti si chiedevano (e si chiederanno, a maggior ragione) come farà a gestire gli impegni in campo con l'aumentare di quelli fuori dal campo: dopo la discussa partecipazione al Festival di Sanremo,  un'altra avventura nel mondo dello spettacolo per Ibrahimovic, che interpreterà un legionario romano, chiamato appunto Antivirus, in uno degli accampamenti intorno al villaggio gallico dei protagonisti. Un cameo sul grande schermo sulla falsariga di quanto fatto da altre leggende dello sport, come Michael Schumacher e Zinedine Zidane, che hanno dato il loro contributo nella pellicola "Asterix alle Olimpiadi". 

NIENTE ANTIVIRUS A MILANO. Ed a proposito di Antivirus, in modo quasi ironico, arriva un'altra notizia che getta Zlatan nella bufera: il noto portale d'inchiesta Fanpage pubblica alcune foto del giocatore all'interno di un noto ristorante di Milano, nonostante la "zona rossa" ed il conseguente divieto di apertura della struttura. Insieme a lui, il proprietario del ristorante, lo chef "negazionista" Tano Simonato (protagonista della campagna dei ristoratori "Io Apro" contro le chiusure dei locali) e l'ex compagno di squadra Ignazio Abate. Nonostante tutti i protagonisti della vicenda neghino che sia stato servito il pranzo e parlino di un semplice meeting di lavoro, oppure di un incontro tra amici (per la serie: fate un po' voi...), il fatto resta grave, anche e soprattutto perché Ibrahimovic è stato testimonial anti-Covid per la Regione Lombardia ("Usa la testa e rispetta le regole", citazione testuale) e perchè sul tavolo si vedono chiaramente bicchieri di vino e posate mentre nessuno indossa la mascherina obbligatoria. Parte immediatamente, quindi, la polemica politica: in Consiglio Regionale, Michele Usuelli di Più Europa-Radicali, chiede a Letizia Moratti, assessore al Welfare presente in aula, di rivedere la scelta rimuovendo il video dai siti istituzionali e prendendo le distanze dal comportamento del celebre atleta.

SCOMMETTIAMO... CHE E' FINITA. Settimana horribilis terminata? Neanche per sogno. Arriva ancora dalla Svezia, tramite il quotidiano Aftonbladet, l'accusa ad Ibra di aver infranto le regole del codice etico FIFA attraverso una presunta partecipazione ad una società di scommesse online.
Secondo l’inchiesta del principale quotidiano svedese, Zlatan Ibrahimovic (attraverso la società Unknown AB) sarebbe titolare del 10% delle azioni della società di scommesse Bethard.com, con sede legale a Malta.
L'infrazione delle regole Fifa sarebbe scattata con la partecipazione del calciatore alle gare di qualificazione ai Mondiali con la maglia della Nazionale svedese, mentre quella alle regole UEFA (meno nette su divieti ed eventuali sanzioni) con le gare di Europa League disputate con la maglia del Milan. Nel caso in cui le responsabilità di Ibrahimovic fossero riconosciute e le infrazioni accertate, rischierebbe sanzioni che vanno da una multa milionaria fino ad una lunga squalifica che, alle soglie dei quarant'anni, avrebbe l'amaro sapore di scarpette appese al chiodo.
Col Milan impegnato nella serratissima lotta per un posto in Champions, mentre tengono banco le polemiche per i mancati rinnovi di Donnarumma, Calhanoglu e Romagnoli, mentre lo stesso Zlatan pare sul punto di firmare un nuovo accordo col club per chiudere la carriera in rossonero, non resta che sperare in una settimana più tranquilla di quella appena trascorsa.

E magari in un comportamento un po' più assennato e responsabile di tesserati, soprattutto quelli più esperti e rappresentativi. Posto che lo status di leggenda non garantisce l'immunità dalle leggi e dalle polemiche imbarazzanti.