Ieri a Madrid presso il teatro Reina Vitoria c'è stata la cerimonia di premiazione del trofeo "Leyenda", il massimo riconoscimento che la stampa spagnola assegna ai campioni delle varie discipline che distinguendosi per i loro successi vengono celebrati entrando in qualche modo nella leggenda.

Dopo gente come Pelè, Maradona, Michael Jordan, Bolt, Nadal e tanti altri quest'anno è toccato a Cristiano Ronaldo, che è stato insignito del prestigioso premio per essere l'unico calciatore ad aver vinto con le proprie squadre i campionati di Liga, Premier e Serie A.

Vedere Cristiano con il trofeo in mano è una grande soddisfazione, anche se oramai niente che lo riguardi in termini di successi ci può sorprendere più di tanto. Perché è un campione consacrato che nella leggenda ci era entrato già di diritto tempo fa, a suon di goals e di grandi prestazioni. Ma il fatto che sul palco con lui sia salita in qualche modo anche la Juve, non può far altro che riempire di orgoglio tutto il popolo bianconero. Il colpo dell'estate scorsa è stata davvero un'opera d'arte, per quanto ci riguarda non tanto in quanto a sponsor e ritorno economico (cose che al tifoso non interessano mai), ma piuttosto in fatto di immagine e di sostanza.

Cristiano Ronaldo è un campione di stile sia in campo che fuori dal campo. In barba ai tanti giovani talenti viziati che si allenano svogliati e si mettono in mostra piuttosto per le loro scorribande fra i social e le discoteche, lui ce lo raccontano come uno stakanovista che lavora sempre con impegno e serietà, che non si risparmia mai quando c'è da pedalare, che cura il suo fisico in maniera maniacale per farsi trovare sempre al meglio anche a fronte di un'età che avanza e rispetto alla quale cerca di rimanere sempre e comunque un passo avanti almeno per quanto dipende dalla sua volontà. Anche nello spogliatoio è uno che ci sa stare. Uno che sebbene sia il migliore di tutti ha sempre un sorriso e una parola di incoraggiamento per chiunque. Uno che fa gruppo, basti pensare all'esultanza stile Dybala, in solidarietà all'argentino quando giocava poco perché Allegri in qualche modo lo aveva messo in discussione. Anche fuori, ha l'umiltà del giovane che ha ancora da dimostrare quanto vale, anche se ha dimostrato già tutto, e la disponibilità con i tifosi di chi se li deve ancora conquistare. Quando in realtà li ha già conquistati già da un botto di tempo.

Ma in un mondo pieno di "palloni gonfiati" sopravvalutati che al primo contratto plurimilionario già si sentono arrivati e con supponenza e presunzione implodono e si fermano, in barba a chi li paga e a chi tifa per loro, beh, guardando dal di fuori Ronaldo, mi viene da sottolineare proprio il suo essere campione in fatto di modi, ancor più che di vittorie e successi.

E non mi si venga a dire, con la solita nenia noiosa e sorpassata, che è strapagato e quindi un certo stile da parte sua è una specie di atto dovuto. Andatelo a dire ai tanti viziati del calcio, che senza aver vinto ancora niente, già vivono di luce riflessa e pensano di essere arrivati, nonostante sia in campo che fuori dal campo, non hanno ancora dimostrato un bel nulla. Andatelo a dire a tutti quelli che puntano subito i piedi per un rinnovo e per qualche milione in più, dimenticando cosa significhi il rispetto per chi li stipendia e il sudare per la maglia che indossano.

L'umiltà e la semplicità restano l'arma vincente dei campioni veri. Quelli con la C maiuscola. Quelli che in un mondo fatto di interessi e conti da rimpinguare, pur essendo ricchi e arrivati, ancora hanno fame di vittorie, voglia di divertire gli altri e capacità di emozionarsi loro stessi. Anche se forse il mio è un mondo illusorio, queste per me restano le vere divinità dello sport. Quelle che quando salgono sull'Olimpo ci sanno sostare con i piedi ben saldi per terra. Consapevoli di essere dei privilegiati che oltre a dare tanto, sicuramente ricevono di più in termini non solo di soldi, ma soprattutto di considerazione. E che hanno rispetto per tutto questo.

E il Ronaldo che sto conoscendo in questi mesi è di diritto uno che lassù ci sa stare con stile, a prescindere dalle sue indiscutibili qualità di sportivo.