Buona Pasqua a tutti. Nel giorno che ricorda la resurrezione di Gesù Cristo, l'augurio è che anche questo momento così difficile e complicato sia messo alle spalle, tornando ad affollare strade e negozi, scambiandoci abbracci e sorrisi.

Nella partita di ieri, contro la Sampdoria, il nostro Milan non ha voluto farci quel regalo che tanto desideravamo. Una vittoria a San Siro che manca dal mese di febbraio e che a nove giornate dalla conclusione del campionato sarebbe stata importantissima per tenere tutte le contendenti, ai primi quattro posti, a distanza di sicurezza. Ci sono delle regole, non scritte, che non si possono sottovalutare. Una di queste è riferita al fatto che quando una squadra con un obiettivo ben evidente, incontra una che non ne ha, la vittoria deve essere ad appannaggio della prima, senza ma e senza se. Invece ieri, alle 12 e 30, allo stadio Meazza di San Siro e successo ciò che mai ci saremmo aspettati. E' scesa in campo una squadra molle, distratta e superficiale, subito aggredita da una bella Samp che già nel primo tempo poteva passare in vantaggio. Criticare l'allenatore, Mister Pioli, credendo che la causa sia da attribuire ad una formazione non adeguata, è tanto facile quanto sbagliatissimo. La prestazione "vergognosa" non è certo stata condizionata dalla scelta di Salamandra, schierato da esterno basso, o Krunic esterno sinistro, preferito a Rebic o Hauge, quanto piuttosto da quella determinazione e cattiveria agonistica che a questo punto della stagione dovrebbero essere le spinte principali alla ricerca delle vittorie.

Le cause di questo brutto passo falso sono fin troppo facili da elencare. 1 In molti avevano bisogno di rifiatare, ma andare in Nazionale, non significa riposarsi. 2 Ibra, Calha, Kessie e Bennacer sono fra i giocatori più forti di questo Milan, se si esprimono a livelli insufficienti è difficile battere qualsiasi avversario. 3 Theo e Rebic, senza nazionali avrebbero dovuto essere un valore aggiunto, non un peso. 4 Casty, Krunic e Salamandra, se giocatori di questo livello vestono la maglia "rossonera", non è colpa loro e forse sarebbe opportuno ricordarci che Calabria prima e Tonali recentemente venivano sommersi dalle critiche. 5 Troppi pochi i giocatori a disposizione che trovano la via del gol con continuità.

Lo sbaglio di Theo che regala il pallone a Quagliarella, che trasforma in gol, è inguardabile e fa il seguito a molti altri, evidenziando quanto la sua bravura possa essere offuscata da cali di concentrazione non accettabili ai livelli a cui ambisce il Milan. Ibra era rimasto in Svezia, Calha in Turchia e una squadra lenta e senza idee riusciva ad andare ben dieci volte in fuorigioco. Sono serviti gli ingressi di due giovanissimi, Hauge e Tonali per suonare la sveglia. Tanto per essere chiaro, nessun critico li avrebbe schierati dall'inizio preferendoli a Rebic e Bennacer. Fino all'ottantesimo minuto il Milan non aveva tirato in porta neppure una volta. Ha ragione quindi Mister Pioli ad essere arrabbiato, serve umiltà, impegno e sudore. Ieri sono stati buttati via due punti che si potevano conquistare aggiungendo solo un po' di attenzione e determinazione.
Un brutto segnale se recuperando gli infortunati si abbina un calo di concentrazione e cresce la presunzione.

Questa squadra è rinata grazie a Ibra, alla sua voglia di vincere e di stupire. Intorno a lui un "manipolo" di giovani, non tutti bravi, ma ordinati e volonterosi. Se questo "schema" viene a mancare perché Zatlan fra San Remo, infortuni, nazionale e ambizioni personali, dimentica che alle soglie dei quaranta anni, anche rientrare un giorno prima a Milanello può essere importante, se Calha, pensa più al rinnovo del contratto che a garantire prestazioni degne di richieste economiche ingiustificate e se rinnovi o cessioni entrano nelle teste di giocatori, distraendoli, allora fare l'ultimo sforzo e concludere questo campionato fra le prime quattro, dove siamo stati protagonisti assoluti, fino a Natale, sarà molto più complicato di quello che pensiamo. Lungi da me il desiderio di essere pessimista, ma dopo otto anni c'è troppa voglia di Champions per lasciarsi sfuggire questa occasione. Nulla è perduto, ma è bene cogliere i segnali visti ieri per saperli prevenire. A nove partite dalla fine non c'è spazio per chi non sa lottare o non mette la squadra al primo posto. Chi ha orecchie per intendere, intenda.

Buona Pasqua e Forza Milan, sabato si gioca a Parma, città natale di Mister Pioli, un'occasione anche per lui per centrare una delle vittorie che ancora servono.