È stato disputato, nella serata di sabato, il cosiddetto ‘’derby lombardo’’ che ha visto contrapposti il passato ed il presente di Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani: il Milan ed il Monza. Nulla di particolare, fatta eccezione per quello che accade al minuto 40, quando Paquetà serve in area Daniel Maldini che si libera del difensore e realizza, con un destro a giro da posizione defilata, il suo primo gol in un San Siro, ahimè, deserto. Maldini vanta già due presenze in Serie A con i rossoneri, con la prima apparizione avvenuta il 2 febbraio 2020 durante Milan-Verona 1-1, subentrando dalla panchina. Nulla di troppo sorprendente dunque, ma un gol che apre diverse prospettive davanti al giovane figlio d’arte che adesso sogna di ripercorrere le orme di Paolo come già l’attuale direttore tecnico del Milan aveva fatto con il padre Cesare.

Andiamo a vedere quali sono gli altri figli d’arte che provano ad emulare i genitori, quelli che ci sono riusciti e quelli che hanno miseramente fallito.

Quando il talento è di casa
Partiamo con l’analisi dei ragazzi che ‘’ce l’hanno fatta’’, riuscendo ad affermarsi, anche se non sul livello dei genitori, comunque nel calcio che conta. Nella nostra Serie A abbiamo ben quattro giovani i cui padri hanno avuto un ruolo da protagonisti in questo sport. Federico Chiesa sembra essersi assestato sulla falsa riga di Enrico e, con all’attivo già ben 134 presenze nella massima serie, potrebbe tranquillamente superare il papà per apparizioni, mentre più difficile sarà, visto anche una posizione che lo vede più lontano dalla porta, raggiungere le 138 marcature, anche se i 25 gol già messi a segno lasciano ben sperare. Chi ha invece messo la freccia per quanto riguarda le reti è il ‘’Cholito’’ Simeone, autore già di ben 44 reti rispetto alle 30 di Diego in Serie A, nonostante il minor numero di presenze: influisce chiaramente la differenza di ruolo, attaccante Giovanni, centrocampista l’allenatore dell’Atletico Madrid. Non stanno soddisfacendo invece le aspettative le due ali Justin Kluivert e Federico Di Francesco, nell’ultima stagione rispettivamente con la Roma e con la retrocessa Spal. Il primo, figlio del grande attaccante fra gli altri, anche del Milan, seppur per poco tempo, il secondo del centrocampista e poi allenatore della Roma. Ha invece eguagliato il padre anche per quanto riguarda i trofei Kasper Schmeichel che, dopo anni in cui è stato vessato dall’etichetta di ‘’figlio del grande Peter’’ è riuscito a trovare la propria dimensione in quel di Leicester, affermandosi come un numero uno di tutto rispetto, anche se magari non proprio al livello del sopracitato Peter, e soprattutto raggiungendo l’utopica vittoria della Premier League. Due curiosità: il 2 maggio 2016, quando appunto le ‘’Foxes’’ vincono il campionato, Kasper Schmeichel ha 29 anni, la stessa età di Peter quando trionfa con il Manchester United, il 2 maggio del 1993; inoltre il 25 ottobre dello scorso anno il Leicester distrugge il Southampton con un sonoro 9-0. L’ultima squadra a riuscirci? I Red Devils di Sir Alex Ferguson contro l’Ipswich Town: in porta ovviamente c’era uno Schmeichel. Il 6 agosto del 1997, durante la militanza nel meraviglioso Parma allora allenato da Carlo Ancelotti, il futuro campione del mondo Lilian Thuram dà alla luce Marcus, attaccante francese che, fatta eccezione per la venuta al mondo, ha avuto ben poco a che fare con l’Italia, avendo militato prima in Francia e adesso in Germania. Nell’ultima stagione ha messo a segno 14 reti in 39 gare con la maglia del Borussia Moenchengladbach, attirando l’interesse di diversi club europei…chissà che non sia arrivato il momento anche per Marcus di calcare i campi della Serie A.
 
Non sempre l’allievo supera il maestro

Zinedine Zidane è stato, prima, un enorme calciatore, poi si è affermato come un allenatore capace di vincere 3 Champions League di fila con il Real Madrid; nel frattempo la sua progenie provava (e prova tuttora) ad emergere: dopo un periodo di formazione nelle giovanili del Real Madrid Enzo Zidane, stesso ruolo del padre, milita attualmente all’Almeria, in Segunda Division, e forse anche questa categoria è troppo per lui. Luca Zidane ha scelto invece di stare fra i pali, ma il risultato è lo stesso, con il calciatore che, dopo diversi anni passati da terzo portiere del Real Madrid, è stato ceduto in prestito al Racing, ma il discorso sembra lo stesso fatto per Enzo. Il cognome di Diego Sinagra potrà non dirvi nulla, il nome probabilmente sì: nato a Napoli, nel 1986, dalla relazione fra Cristina Sinagra e Diego Armando Maradona, viene riconosciuto solo nel 2007. La somiglianza fisica con il padre illude i tifosi napoletani e, in generale, italiani di avere in casa il ‘’Maradona italiano’’: tuttavia, dopo una lunga militanza nelle giovanili dei partenopei passa al Genoa in occasione del fallimento della società, salvo poi trascorrere una lunga carriera nelle serie minori. Restiamo in Sud America dove ha provato a seguire le orme del padre Rivaldinho, inutile spiegare di chi sia figlio, per poi accontentarsi di girovagare in Europa fra Romania, Bulgaria e, dal 2020, Polonia. La curiosità risiede in una partita di 5 anni fa in cui Rivaldo, allora 43 anni, segna un gol, mentre Rivaldinho una doppietta, entrambi nel Mogi Mirim, club di seconda divisione brasiliana di cui lo stesso Rivaldo è presidente. Andrea Mancini, figlio dell’attuale commissario tecnico della nazionale italiana, gioca nello stesso ruolo di Roberto: dopo aver cominciato nelle giovanili dell’Inter si è trasferito nel 2010 insieme a papà Roberto al Manchester City, salvo mai dimostrarsi all’altezza, finendo attualmente a giocare nella MLS. L’Ascoli, nella prossima stagione, proverà la scalata verso la massima serie, a guidare la formazione marchigiana ci saranno due figli d’arte: in porta Gabriele Marchegiani, figlio di Luca, campione d’Italia con la Lazio, e in attacco Simone Ganz, figlio di Maurizio, autore di 76 reti in 247 presenze in nel massimo campionato; chissà se Gabriele e Simone riusciranno a mettere piede sui campi della Serie A.

I ‘’padri d’arte’’

Ci sono anche volte in cui sono i padri a diventare noti grazie alle gesta dei figli, e non viceversa, è il caso di alcuni dei calciatori che andremo a citare. Partiamo dal talento nostrano Nicolò Zaniolo, considerato fra i migliori talenti del panorama europeo debutta in Serie A a soli 19 anni, dopo che una settimana prima aveva debuttato in Champions League: suo padre Igor non ha all’attivo nessuna presenza nel massimo campionato. Erling Haaland è probabilmente l’attaccante più promettente attualmente fra gli under 21, capace di mettere a segno ben 44 gol in 40 partite nella stagione appena conclusa; il papà Alf-Inge ha militato in molte squadre delle serie minori inglesi, fra cui Manchester City e Leeds, dove nasce Erling. Leroy Sanè passerà il prossimo anno dal Manchester City al Bayern Monaco. Nonostante l’ultima stagione condizionata dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, ha dimostrato di poter stare ad alti livelli, maggiormente rispetto al babbo Souleyman, autore comunque di 55 presenze con la nazionale senegalese. Fra gli altri calciatori che hanno di gran lunga superato i genitori possiamo ancora annoverare Gonzalo Higuain, figlio di Jorge, militante sia nel Boca che nel River tra gli anni 70-80’, Javier ‘’Chicharito’’ Hernandez, figlio del ‘’Chicharo’’, da cui eredita il soprannome, Rafinha e Thiago Alcantara, il cui padre Mazinho ha militato fra le altre, nel Lecce, vicino dove nacque appunto il fresco campione d’Europa con i bavaresi.

Quelli che ci provano…

Fra i giovani figli d’arte vi sono molti che hanno appena deciso di intraprendere la carriera dei genitori. Abbiamo parlato all’inizio dell’articolo di Daniel Maldini, scopriamo il figlio di un’altra leggenda rossonera, ovvero Maxim Gullit, figlio del pallone d’oro Ruud, classe 2001, ha debuttato nell’aprile dello scorso anno con la maglia dell’AZ Alkmaar, club di cui tuttora veste i colori; la singolarità di questo calciatore è di essere anche il nipote di Johan Cruyff: la genetica è dalla sua parte. Sempre in Olanda prova ad affermarsi Joe van der Sar, stesso ruolo e stesso cognome del padre, che però a 22 anni milita nella terza divisione olandese, nel Noordwijk. Direttamente dalla dinastia Neville discende Harvey Neville, classe 2002, figlio di Phil, nipote di Gary, da cui ha ereditato il ruolo: ha firmato il suo primo contratto da professionista proprio con il Manchester United. Altro terzino destro, stavolta italiano, Samuele Birindelli, figlio di Alessandro, a 21 anni ha già all’attivo 89 presenze con il Pisa, e chissà che non abbia anch’egli la Juve nel destino. Concludiamo la rassegna con Ianis Hagi, stesso ruolo del papà Gheorghe, con un trascorso alla Fiorentina e Timothy Weah, sempre omologo del babbo, passato anche per il Paris-Saint-Germain: nella prossima stagione si sfideranno nell’Old Firm di Glasgow, il derby più antico al mondo, rispettivamente con le maglie del Rangers e del Celtic.

Non sempre dunque dall’essere figlio di un campione consegue il diventarlo, ma talvolta la forza di volontà può far superare anche le diffidenze e i pregiudizi che un grande cognome porta con sé; intanto Cristiano Ronaldo Jr. ha realizzato 58 gol in 28 partite con la maglia della Juventus Under 9…