Il Milan esce dallo stadio di Bergamo con un punto che, se non costituisce certo un trionfo, è comunque prezioso per una classifica che maturerà dopo 38 giornate e non alla seconda. Se alla fine la classifica rossonera non dovesse essere ottimale, non sarà stato certo per il pareggio di ieri su un campo difficile contro una compagine di valore.

L'Atalanta è, per storia recente e forza attuale, una delle sei avversarie più forti, anche se, come la Lazio, sembra al momento un gradino più in giù di Inter, Juventus, Napoli e Roma. Non tutte le altre cinque vinceranno a Bergamo e qualcuna potrebbe anche lasciare tutti e tre i punti. Il calendario era stato disegnato per infondere un certo entusiasmo iniziale alle rivali dei rossoneri, per cui sta ai rossoneri comprendere il valore dei loro stessi risultati, al di là di quello che gli altri vorrebbero che loro credano.
Semmai il Milan deve essere bravo anche ad utilizzare ciò che ha. Tanto per fare un esempio, vedendo il Napoli, scopri che Spalletti sta facendo giocare i nuovi acquisti. Pioli, purtroppo, insiste nel presentare sempre le stesse persone e al 21 agosto, ormai alla seconda di campionato.
La storia del modulo consolidato aveva senso pronti-via, ma ora rischia di diventare la proverbiale barzelletta di Pierino. Se la regola del modulo consolidato fosse un dogma di fede, allora non avrebbe senso aver portato a Milanello dei giocatori nuovi, perché tanto c'erano quelli vecchi a interpretare il modulo consolidato. In un certo senso è arrivato il momento più difficile per Pioli, quello dimostrare che sa liberarsi definitivamente dell'equivoco Diaz, bravo finché si vuole, ma nello spunto brevissimo e, possibilmente, il più vicino possibile all'area. Dopo due anni abbondanti, forse Pioli non lo ha capito o fa finta di non capirlo. Non c'è nulla di male ad avere un debole per un giocatore, ma quando si esagera si esagera. Qui, a mio avviso, si esagera.
Gasperini, come egli stesso ha ammesso a fine partita, ha modificato il gioco della Dea. Al di là delle spiegazioni ufficiali fornite, nello scorso campionato il tecnico orobico deve preso atto che la sua onda ha richiesto per qualche anno sforzi di corsa e concentrazione quasi innaturali per ottenere la perfezione. Tali sforzi hanno, però, causato una crisi di rigetto. Certo, nonostante tale crisi, l'Atalanta è stata in corsa per le coppe fino all'ultima giornata, ma sempre di crisi si è trattato. Per questa ragione, Gasperini ha rivisto, non solo la maniera di giocare, ma anche la filosofia di gioco del suo team. La Dea sarà meno esplosiva, forse non si qualificherà per la Champions, ma sarà certo subito dietro le prime quattro, come nell'ultima stagione lo sono state altre squadre storiche del calcio italiano, come Lazio e Roma.

Gasperini ha schierato una scacchiera elastica di almeno 7 uomini in copertura, una scacchiera non bassa oltretutto. Il non abbassarsi e l'elasticità hanno consentito all'Atalanta di rendere molto densi gli spazi sulla propria trequarti difensiva con un uomo in meno, lasciando almeno 3 uomini alle spalle della manovra offensiva del Milan. Ciò serviva a colonizzare la terra di nessuno per le ripartenze. Nella prima mezz'ora, i rossoneri hanno comunque tirato 3 volte, due con Leao e una con Tonali, ma in maniera un po' accademica e l'accademia è un difetto un po' congenito di questa compagine. A testimonianza della propria forza, comunque, i rossoneri hanno avuto la palla del questo lo segnavo anch'io, che Messias ha sprecato strozzando il tiro sl primo palo. Il Milan aveva aggirato la scacchiera nerazzurra con un lancio di Hernandez. La prima mezz'ora ha reso, tuttavia, evidente, che Diaz è un gingillo inutile fuori dell'area di rigore. La scacchiera sulla media metà campo atalantina lo teneva lontano dalla zona in cui poteva incidere, costringendolo a mulinare le solite gambe a vuoto come i personaggi dei cartoni animati.
Ma l'inconsistenza di Diaz è emersa in occasione del gol atalantino. Perché, se è vero che Tonali e Bennacer erano troppo schiacciati per francobollare Malinovsky al limite dell'area, è anche vero che Diaz era qualche metro indietro a marcare un avversario inutile. Questo accade, di solito, quando un giocatore non ce l'ha fatta a rientrare e si posiziona accanto al primo avversario che vede, per mascherare il ritardo. In un centrocampo a 2, è anche l'uomo di raccordo con l'attacco che deve fare le veci del terzo centrocampista in fase di copertura. Forse non è stato l'unico a sbagliare, ma nell'azione del vantaggio avversario, Diaz è stato un uomo in meno, perché non ce la fa a coprire tutto il campo.
Nell'occasione del vantaggio atalantino, peraltro, il tiro era secco, ma non angolatissimo, e Maignan era sulla traiettoria. Una deviazione lo ha reso imparabile, ma questo è nell'essenza del calcio.
Preso il gol, si è eclissato Rebic, che ha accusato il colpo, per cui il Milan, se prima aveva giocato in 10 per la presenza di Diaz, si è ritrovato a giocare in 9 con un Rebic in bambola. Sarebbe stato necessario effettuare almeno una sostituzione al rientro in campo nella ripresa
. Come pietrificato da qualcosa che forse era incertezza, forse paura, forse il timore di ammettere che Diaz non è l'uomo giusto nel ruolo che fu di Chala... forse per effetto dei cicli lunari, non si sa... be' sta di fatto che le sostituzioni iniziavano al 58'. Se non altro, è stata rispettata l'antica usanza di dare un'ora di gioco come cavalleresco vantaggio all'avversario.

Il Milan arrivava a giocare con due attaccanti, Giroud e Origi, rinunciando all'ala sinistra Leao e al centravanti mobile Rebic. La fascia destra si rimodellava sul muscolare Saelemaekers al posto di Messias, così come su Florenzi al posto del muscolare Calabria. E' stata invertita, insomma, la posizione dei muscolari. De Ketalaere metteva la sua falcata al servizio della regia offensiva.
Il problema era, ed è quasi scontato che ci si vergogna a dirlo, che quando sei in svantaggio, tanto meno tempo hai per recuperare e tanto meno serenamente giochi, ragione per la quale tanto meno precisa è la manovra. Anche le qualità dei giocatori rischiano di andare a donnine allegre, in situazioni come queste. Oltretutto le torri Giroud e Origi sarebbero servite al 4° minuto della ripresa su un calcio d'angolo in cui Kalulu ha sfiorato la traversa, arrivando comunque a elevarsi molto in alto. In sostanza, il 58° minuto ha davvero rischiato di confermare quanto diceva Napoleone ovvero che si può recuperare lo spazio perso, ma non il tempo. Quando lo stesso Napoleone venne meno a questa regola, a Waterloo nel non inseguire la cavalleria prussiana, fu sconfitto irrimediabilmente.
Per fortuna, il Milan è ormai una compagine molto forte, che può rimediare anche a delle scelte tecniche e tattiche sbagliate. I rossoneri, infatti, hanno preso a manovrare in maniera confusa, quasi alla mano come nel rugby, ma comunque efficace. Del resto, ansia a parte, lo schema con Giroud e Origi insieme in campo era nuovo e sarebbe stato meglio oliarlo con calma sullo 0-0 e dall'inizio. Erano Bennacer e Saelemaekers che, con una percussione testarda, costringevano prima Musso a una parata difficile per poi metterla dentro a giro con il talentuoso algerino. Questa è classe, come dice Torrance al barista fantasma Lloyd in Shining.
Da quel momento in poi, e non mancava poco, le squadre hanno dato l'impressione di voler vincere entrambe, ma con la paura di perdere.
Ne è venuto fuori un gioco rusticano, nervoso, ma poco coraggioso, per quanto ciò possa apparire contraddittorio. Uno scontro diretto, in fondo, resta uno scontro diretto e perderlo vuol dire trovarsi una rivale 3 punti sopra.

Al termine del match, il mondo social se l'è presa con Messias, perché il gol sbagliato era piuttosto facile da realizzare. Questa, tuttavia, può essere una censura alla giocata, ma non alla sua presenza in campo, perché per il resto il brasiliano ha dimostrato di essere un elemento tecnico e disposto al sacrificio come pochi. Certo, se dopo l'amichevole col Marsiglia, ne hanno parlato in termini di nuovo Garrincha, la colpa non è sua, ma di chi regala voti come se fossero bruscolini. Messias è una buona riserva, così come Diaz può essere un nuon elemento se fatto giocare molto avanti e con poco campo da coprire. Se hai De Ketalaere e Adli da lanciare, devi rischiare su di loro, che hanno molto futuro davanti e sono più adatti a giostrare su distanze ampie.

E chiudiamo con l'ineffabile duo Valeri-Maresca. Se vogliamo ragionare da uomini di mondo del calcio, possiamo tirare un sospiro di sollievo, perché in altre occasioni hanno fatto peggio, nel complesso è andata bene. Il fallo di Hatdeboer su Leao nel secondo tempo, tuttavia, era da espulsione diretta e non da giallo. Commesso, per giunta, in un contesto in cui gli orobici hanno randellato o sono ricorso al fallo tattico sistematico. Avrebbero meritato qualche sanzione in più loro e qualcuna in meno i rossoneri. Ma va bene così. Il siparietto di Marino a fine partita dopo Milan-Udinese, è stato poi smentito dai giudizi di alcuni osservatori come Cesari e Graziani, ma è rimasto impresso nell'opinione pubblica, a differenza delle opinioni di chi lo ha sconfessato. Lo scopo di quella sceneggiata eclatante, con ogni probabilità, era questo. A questo punto, meglio aver terminato in 11 contro 11, sudando il punto nello scontro diretto, che vincere in 11 contro 10, per un'espulsione sacrosanta peraltro, ma dare spago ai Caifa di turno.

Avete visto o sentito qualcuno che si è indignato o inferocito per la mancata espulsione di Hatdeboer? Io no.