Si potrebbe affermare che la versione più recente della famosa "supercazzola" sia stata coniata dall'ex allenatore viola Paulo Sousa. Sì, perché il portoghese era il terrore dei giornalisti fiorentini, i quali ad ogni conferenza stampa e ad ogni intervista dovevano ingegnarsi per riuscire ad estrapolare qualche parola di senso compiuto, che usciva dalla bocca del buon Paulo, potendo poi riportare ai tifosi (incavolati neri) qualche spiegazione delle invereconde scelte tecniche del mister.

La storia di Sousa in viola, però, cominciò alla grande: gioco spumeggiante, vittorie su vittorie, alta classifica nella quale fino a gennaio la Fiorentina si contese il primo posto con Inter e Napoli.
Tutto molto entusiasmante e allora: cosa ci interessa se non capiamo quello che dice? L'importante sono i risultati, e quelli arrivano.

Purtroppo però l'allenatore lusitano da gennaio in poi comincia il suo show personale, forte anche del credito accumulato con gli addetti ai lavori, stampa e tifosi, iniziando ad adottare una linea anti societaria, che prevedeva frecciatine e critiche velate sempre affidate ai media. Questo suo atteggiamento durato almeno un anno e mezzo portò inizialmente i suoi benefici, infatti, il tifo viola iniziò a scagliarsi solo contro il comparto societario, non accorgendosi delle scelleratezze tecniche di Sousa, il quale ostinandosi a voler fare un calcio troppo offensivo per le caratteristiche dei giocatori a disposizione e poco attento (per non dire nulla) alla fase difensiva portò il primo anno ad un crollo sia di gioco sia emotivo alla squadra, la seconda annata pertanto,non avendo cambiato niente del suo stile di gioco, diventò un'agonia per il tifoso, il quale non vedeva l'ora di leggere su qualche giornale o su qualche sito: Paulo Sousa esonerato.
Quell'esonero non arrivò mai, ma per fortuna la stagione 2016/17 terminò e l'ex Basilea lasciò la panchina viola con il sollievo della Fiorentina e dei suoi tifosi, ma anche dello stesso tecnico, ormai da tempo non più concentrato sul progetto viola.

Questa è stata, in breve, la storia di Paulo Sousa alla Fiorentina. Senza dimenticare Carlos Sanchez centrale difensivo oppure Salcedo (difensore centrale di ruolo) schierato in più di un'occasione da esterno sinistro a tutta fascia, senza tralasciare l'ostinazione al modulo 3-4-2-1.

Pertanto, Sousa è stato uno degli allenatori più sopravvalutati degli ultimi anni. Anche perché sembrava dovesse andare prima alla Juve poi alla Roma nel dopo Spalletti, in seguito si è detto del Milan e addirittura del Borussia Dortmund, ma alla fine chi ha puntato su di lui è stato il Tianjin in Cina, non male.

Una cosa è certa, non ci dimenticheremo mai di Paulo Sousa, del suo calcio "emosiunale" delle prestazioni "individuali e coletivu" e delle supercazzole degne del miglior Conte Mascetti.

Buon anno Paulo.