A 43 anni Gigi Buffon non ci sta a dire “basta”. Anzi, va avanti e rilancia. E lo fa tornando al passato.
Al Parma, per sfogliare l’album dei ricordi. Al Parma, per scrivere il futuro (almeno per i prossimi due anni), riportartando i gialloblù in Serie A. Perché la fame di vittoria, l’amore per la sfida, la voglia di giocare sono intatte. E finché resteranno vive, la parola fine sarà lontana.

Non è ancora tempo di addii. “E ti dirò, non me ne andrò di certo in tutta fretta. Non sono ancora pronto a dire “Basta”. Sono le parole della canzone “Maledetto Tempo” di Franco126. Ma potrebbero tranquillamente essere stralci tratti dalla biografia di Gigi Buffon che a lasciare il calcio proprio non ci pensa. Nonostante l’età: 44 anni il prossimo 28 gennaio. Nonostante una carriera lunghissima: sono trascorsi 26 anni dal suo esordio in Serie A nel Parma di Nevio Scala. Nonostante il ricco palmares: 27 trofei con i club nei quali ha militato, Campione d’Europa con la Nazionale Under 21, Campione del Mondo nel 2006 e Vice-Campione d’Europa nel 2012. E nel mezzo: 930 presenze (tra Parma, Juventus e Paris Saint Germain) che diventano 1.130 se si considerano anche le partite con la maglia Azzurra e quasi 100 mila minuti trascorsi a proteggere una porta. Ma è ormai ufficiale: il minutaggio è destinato a salire, perché Gigi ha firmato un biennale col Parma. Eppure, sono anni che addetti ai lavori e non provano a predire il momento in cui Gigi appenderà i guantoni al chiodo. Ma ogni pronostico viene puntualmente smentito. Ogni anno la parola fine slitta all’anno successivo. E anche al termine di questa stagione (vissuta da spettatore più che da protagonista), il secondo addio alla Juventus suonava come il prologo ad un addio più esteso, quello al pallone. Ma nel romanzo della sua vita Gigi sente di poter scrivere ancora tante pagine di calcio, per questo il capitolo dell’addio sembra ancora lontano. E la sua scelta farà discutere, perché anche se “si è fatto tardi troppo presto”, c’è un tempo per tutto, anche per dire “basta”. Ma se la fiamma nel petto è ancora viva, allora forse è bene assecondarla. Ed è quello che ha fatto Gigi, lanciandosi in una nuova-vecchia avventura: il Parma, per riavvolgere il nastro della sua carriera e chiudere (forse) lì dove tutto era iniziato; il Parma per vincere e riportare i gialloblù in Serie A e chissà magari per giocarsi la chance di un ritorno (storico) anche in Azzurro.

Di nuovo Parma, di nuovo B. Parma è per Buffon, come lui stesso ha dichiarato in una lettera affidata alle pagine di Gazzetta, album dei ricordi, mamma e amica. Parma è la città che gli ha dato i natali da calciatore. Al Parma è la nata la sua stella, in un lontano Milan-Parma del 19 novembre 1995; al Parma è cresciuto come giocatore e come uomo collezionando, dal 1995 al 2001, 220 presenze e vincendo 1 Coppa Uefa (unico titolo europeo per club della sua carriera), 1 Coppa Italia e 1 Super Coppa Italiana. Ma il ritorno in gialloblù porta con sé un altro ritorno, quello nella Serie Cadetta.
Una Serie che Gigi conosce bene, avendoci giocato nella stagione 2006-2007. Quando alla Juve viene imposta la retrocessione a seguito dello scandalo Calciopoli, Gigi non ha la minima esitazione: a 28 anni, al top della carriera e fresco Campione del Mondo, il portierone di Massa Carrara decide di retrocedere con la maglia bianconera, come atto di amore. E per amore in B ci torna. Quindici anni dopo, al crepuscolo della sua carriera, con un immenso bagaglio di esperienza da mettere al servizio di quei colori che lo hanno cresciuto e lo hanno fatto diventare grande. Per restituire (in parte) quello che ha ricevuto. Per rimettersi in gioco, ancora. Per restare scolpito nella storia, per sempre.

Chiara Saccone