Non ho mai avuto nessuna simpatia per Gigi Buffon, e quindi non mi ha messo di buon umore la notizia che l'ONU gli abbia conferito l'incarico di ambasciatore relativamente a questioni attinenti la salute e l'alimentazione.

Comprendo lo sforzo educativo delle Nazioni Unite, e la necessità di renderlo il più popolare possibile attraverso testimonial dal grande seguito. Comprendo meno che sia stato scelto proprio Buffon, protagonista di una lunga campagna pubblicitaria avente per protagonista patatine molto fritte e molto salate, alimento di grandissima fortuna specialmente tra i giovani e giovanissimi, e tra i più insalubri che si conoscano.

Dopo aver sfruttato (del tutto legittimamente, sia chiaro) la propria fama di grande portiere per rimpinguare il conto bancario già bello gonfio, sollecitando a rimpizzarsi di una sorta di para-veleno, d'ora in avanti utilizzerà il prestigioso scranno dell'ONU per ammonire l'universo mondo a non farlo mai più. E anche questa volta a pagamento.

Ma non ho in simpatia Buffon non solo per questa clamorosa e grave contraddizione esistenziale; in effetti non provo simpatia per la figura del testimonial pubblicitario in generale, cioè per tutti coloro che in genere già molto ricchi, e a volte ricchissimi oltre che famosi, si prestano a quella che io considero niente di meno che prostituzione intellettuale: "Vuoi che io dica questa cosa? Pagami e io la dirò".

Suscita tristezza e acuta malinconia vedere Buffon che vuol convincermi a lavarmi la testa con il suo shampoo preferito, Totti che mi spiega quale sia il detersivo migliore per la lavatrice, Del Piero che da decenni non si sa più se sia un uomo, un ex calciatore o un cartonato col sorriso sempiterno sempre a favore di telecamera: tutta gente che pur essendo economicamente già sistemata per generazioni, non trova niente di meglio da fare che partecipare al rintontimento del mondo e dei più giovani in particolare, inevitabilmente meno attrezzati di strumenti critici.

Tutti costoro si sarebbero guadagnati il lusso sensazionale della assoluta libertà, la possibilità di agire per il resto dei propri giorni senza più alcun condizionamento determinato da uno stato di necessità, al contrario di quasi tutto il resto dell'umanità.

Si sarebbero guadagnati il lusso sensazionale di una vita indirizzata verso cose solo buone e solo giuste, ma incredibilmente lo sprecano ammaliati come bambini dal luccichio di un po' d'altro oro.

Dopo aver vinto la cieca lotteria di Madre Natura, dalla quale sono stati dotati di talenti non comuni, tutti costoro non trovano di meglio che menarne vanto (Buffon: "Noi stiamo in campo, mica sugli spalti a mangiare patatine") e lucrarci fino all'inverosimile, invece che ringraziare il destino benevolo e ricambiare l'affetto del mondo con una vita integra, responsabile e dignitosa. Loro che se lo potrebbero permettere, senza il minimo sforzo.


Dialm Formurder