Bruno Henrique Pinto, meglio noto come Bruno Henrique (Belo Horizonte, 30/12/1990), è il classico esempio di giocatore brasiliano pieno di talento, pronto a sfornare una giocata decisiva ogni volta che tocca palla. Per spiegare come lui, ma anche molti altri giocatori brasiliani, non riesca a far vedere gli sprazzi di genio calcistico a tutto il mondo mi servirò di una parola portoghese, destino, che racchiude molto del futebol brasiliano. Ecco a voi la storia di Bruno Henrique, il calciatore del destino.

Il doppio destino brasiliano

Giudico il portoghese, in particolar modo la variante brasiliana, una delle più belle lingue del mondo. Non solo perché l'ho studiata all'università, ma anche per l'incredibile varietà di significati che portano con sé le sue parole. Prendo a prestito le parole del grande Federico Buffa, che non leggerà mai questo focus, ma a cui devo la passione per lo storytelling sportivo.

Destino ha due significati in portoghese: il primo è destino, nel senso proprio del termine. La novità sta però nel secondo. La parola destino indica anche destinazione ed è proprio il connubio di questi due significati che può spiegare la parabola di alcuni dei più grandi talenti brasiliani che sbarcano in Europa, falliscono, e dopo pochi mesi tornano in patria per tornare a brillare.

Se cerchiamo la parola destino in qualunque dizionario portoghese probabilmente troveremo la sua foto. Bruno Henrique è il classico esempio di chi sembra poter giocare solo in patria. Un giocatore di così grande talento confinato nella periferia del calcio moderno? In molti si saranno fatti questa domanda. Destino ci aiuta a darci una risposta.

La carriera

L'inizio di carriera non è affatto semplice. Il Cruzeiro è una delle realtà più importanti del calcio brasiliano, malgrado la recente retrocessione in Serie B, la prima della lunga e gloriosa storia del club mineiro, e Bruno Henrique fa parte della rosa delle giovanili dal 2006 al 2010. Ma il Cruzeiro non ci punta e lo spedisce in prestito in un altro club dello stato del Minas Gerais, l'Uberlândia, non un club con grandi ambizioni. Trascorre lì due anni collezionando una manciata di presenze ma facendo l'esordio nel professionismo all'età di 22 anni nel 2012.

La prima svolta nella carriera di Bruno Henrique avviene nel 2014, quando approda in prestito all'Itumbiara, squadra dello stato del Goiás. Segna i primi gol in carriera nel campionato statale ed attira finalmente le attenzioni di un club di prima fascia, il Goiás. Sembra il trampolino di lancio per una carriera che fino a quel momento non andava di pari passo col suo talento. Segna 9 gol in 33 partite ed arriva grazie alle ottime prestazioni la chiamata che fino ad un anno prima sembrava fosse solo un miraggio.

L'Europa

Il 29 gennaio 2016 il Wolfsburg spende 4,5 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni sportive di uno dei talenti più cristallini del calcio brasiliano in quel momento. Bruno Henrique è nel pieno della maturità calcistica, ha 26 anni ed è pronto a conquistare l'Europa. Qualcosa però in Germania non va, in un anno colleziona appena 17 presenze in tutte le competizioni senza mai lasciare il segno, finendo appena un anno dopo il suo arrivo nella lista dei partenti.

È qui che torna in mio soccorso la parola destino perché il club che lo riporta in patria, dove tutto era cominciato ormai cinque anni prima, è il glorioso Santos. Torna il sorriso sulla faccia del giocatore e con esso tornano anche le grandi prestazioni. Segna 20 gol in un anno e mezzo che gli garantiscono la chiamata del club più importante del Brasile, il grande mengão, quel Flamengo con tante ambizioni di inizio 2019.

Finalmente il successo

Al Flamengo sboccia tutto il talento di Bruno Henrique. In appena un anno mette a segno 40 gol in tutte le competizioni, tra cui i quattro fondamentali tra quarti e semifinali di Copa Libertadores. Tutto questo gli vale la prima convocazione in nazionale brasiliana, con cui scende in campo due volte.

In appena un anno Bruno Henrique conquista tutto quello che nei sette precedenti non aveva ottenuto: una Copa Libertadores, un Brasileirão, un campionato carioca ed una Supercoppa del Brasile, oltre alla finale persa col Liverpool del mondiale per club.

Finisce qui, almeno per ora, il racconto della carriera di Bruno Henrique, il calciatore del destino: destinato a donare tutto il suo talento al Brasile, lasciando a bocca asciutta l'Europa.