Ormai per i tifosi milanisti potrebbe essere archiviato anche questo campionato 2019/20, un inizio del secondo ventennio ricordevole per il ritorno di Ibrahimovic, ma subito dopo naufragato nelle acque del naviglio battuti in malo modo dai cugini nel derby che con tanto di storica rimonta sono riusciti a farci ricordare il pessimo Natale appena trascorso ad addobbare l'albero con le luccicanti palle variopinte rotolate nelle reti in quel di Bergamo come fossero regali piovuti nelle nostre ceste natalizie. 
Poco dopo, quasi non fosse bastato questo regalo-castigo, piomberà, prima in alcune zone e poi a macchia di leopardo quasi in tutta la penisola, un flagello secolare  di manzoniana memoria causa della pandemia del così denominato "Corona virus " o "Covip-19" originato in Cina ma che percorrerà, in tempi molto brevi, esattamente il percorso inverso che fece Marco Polo ben 8 secoli prima. Solo in questo momento si contano in Italia oltre cento vittime, per lo più ultra settantacinquenni e migliaia di contagiati, ma il timore generale è che questi dati crescano a breve in maniera esponenziale e così il Capo del Governo Conte ha disposto in giornata odierna la chiusura fino a metà Marzo di tutte le scuole di ogni ordine e grado, delle Università oltre alle sale cinematografiche, mentre per il campionato di calcio, dopo numerose ed aspre discussioni tra Lega, Coni e Governo, si è decisa la disputa, fino al prossimo 3 Aprile di tutte le gare solo a porte chiuse, mentre per il proseguo della Coppa Italia si attendono imminenti decisioni.

Ma della serie "il diavolo prima li fa e poi li accoppia" sarebbe risultato troppo semplice per il popolo milanista avere soltanto questa iattura sanitaria sulla testa, come del resto lo è purtroppo per la totalità, ma certamente non si poteva scegliere momento più adatto a quello attuale affinché il nostro A.D. Ivan Gazidis, dopo un lungo, segreto flirt con Ralf Rangnick prenda improvvisamente la decisione con una eleganza imprenditoriale certamente approfondita su aggiornatissimi testi manageriali dell'ultimo stage frequentato, a conclusione di un Master, in un celebre college anglosassone, ma probabilmente ubicato nelle vicinanze di un giardino zoologico, in pausa pranzo e sgranocchiando noccioline al cospetto della gabbia degli elefanti, in un momento così delicato e topico per la nostra squadra ha pensato, quale fosse la panacea di tutti i nostri mali, anzichè adoperarsi nel procacciamento di nuovi sponsor, scopo primario per cui Elliott lo aveva ingaggiato, di defenestrare in quattro e quattr'otto una delle ex bandiere e da circa un anno nella rosa dello staff dirigenziale del Milan, a lui in verità sempre stata persona invisa, che è appunto la figura di Zvonimir Boban.

Dunque l'A.D. Gazidis alza il dito, indica la porta di uscita ponendo il suo perentorio veto, e quindi godendo dell'incondizionato plauso di Papà Elliott. Anche l'Uefa da alcuni anni pone il suo veto con il famoso Fair Play Finanziario che vorrei tanto che fosse applicato seriamente anche nel nostro campionato, ma con un correttivo, oserei dire un rafforzativo, l'applicazione e l'uso della materia "Educazione Civica" ai miei tempi materia a margine nelle scuole, ora non so neppure se sia ancora in essere. 
Ma al di là della considerazione io l'applicherei in onore e rispetto di tutti i tifosi e soprattutto degli abbonati che seguono la squadra rossonera in tutte le sue gare, spesso anche in trasferta. Per loro aprirei quel libro di Educazione Civica che risulterebbe non correttamente interpretato quando la squadra e soprattutto la Società con tanto di dirigenti strapagati sbaglino continuamente scelte, programmi e in fine purtroppo partite, tante, troppe partite perse!  I tifosi meritano ed esigono un minimo di rispetto, e questo basso livello è ormai in evidenza da troppi anni rischiando di cancellare un quarto di secolo della nostra storia fatta di gloria, successi e trofei. Questo non vuole essere nè uno sfogo nè una reprimenda nei confronti della nostra squadra, ma vuole semplicemente essere un'esortazione a chiunque arrivi al Milan, dai dirigenti ai calciatori, non tralasciando il trainer, di venirci non con l'obiettivo d'incrementare il proprio conto in banca, ma che venissero invece con il fermo proposito di lavorare e sudare per riportare questo Club dove merita....tutto il resto, parafrasando una celebre canzone.....è Noia!!!

Ma questa forzata restrizione di vita che costringerà centinaia, migliaia e poi, auguriamoci il contrario ma potrebbe ridurre in quarantena, rintanati, al chiuso della propria abitazione milioni d'italiani privandoli della loro quotidiana routine, mi rievoca alla mente un episodio, per molti versi analogo, accaduto al sottoscritto quando frequentava le scuole medie, e, quasi a dispetto di tutta la Redazione di VxL che ovviamente rammenta esser questa una community con tematiche prevalentemente calcistiche, vengo, rischiando ovviamente la censura del pezzo a raccontarla ai miei amici lettori.



Era da pochi giorni passata la Pasqua e la scuola media G.Mazzini aveva organizzato una gita premio che avrebbe condotto in un pullman al monte Terminillo, distante un centinaio di Km dalla capitale, i migliori allievi di tutto l'Istituto, sia maschi che femmine, in base alle valutazioni del 2° trimestre, ed io rientrai tra quella cinquantina di prescelti. 
Per tutti i giorni antecedenti quel lunedì programmato per la gita compreso il weekend  le condizioni meteo furono splendide con temperature primaverili, ma, nemmeno a farlo apposta nel pomeriggio della domenica peggiorarono, la temperatura si abbassò sensibilmente, iniziò prima a piovere e poi letteralmente a diluviare.  E la stessa musica proseguì per tutta la notte seguente con tanta acqua, tuoni, fulmini ed un pungente, repentino freddo a dispetto di una primavera che sembrava di fatto già esplosa. Il bollettino meteo prevedeva addirittura neve sui rilievi appenninici fin dalla basse quote. 
Queste premesse non furono certo un buon viatico per il mio presto risveglio, la veloce preparazione di un paio di panini per il pranzo al sacco per poi correre all'appuntamento di fronte alla scuola con il pullman già pronto che attendeva, con il riscaldamento dell'abitacolo a manetta, l'ingresso di tutta la scolaresca. Tra un nugolo di ombrelli sgocciolanti prendemmo posto, io avevo invano atteso sul predellino d'ingresso l'arrivo del mio caro amico e compagno di banco Rolando che però mi riferì un compagno, suo vicino di casa,  che non avrebbe potuto partecipare alla gita a causa di un improvviso attacco febbrile. E così mi adoperai a cercare un posto, ma essendo uno degli ultimi non riuscivo a trovarne... quando dal fondo sentii una voce ed una manina che mi fecero cenno indicando un posto libero...."vieni, vieni Massimo...vieni qui vicino a me... c'è un posto!!"  Era Pamela una ragazza della 2a E femminile, già avevamo fatto amicizia durante le ricreazioni ma quel giorno ci volle espressamente vedere, per la prima volta, così vicini tutti e due ansiosi di godere di una lunga, intera giornata tutta dedicata soltanto a noi.

Dopo circa un'ora e mezza di cammino, superata la città di Rieti il pullman si ritrovò immerso in una tormenta di neve e lungo la salita che porta alla vetta del monte Terminillo mezzi spazzaneve dell'Anas sconsigliavano di proseguire l'ascesa a meno che non si montassero le catene, e così l'autista in accordo con i nostri professori accompagnatori decise di fermarsi a Campo Forogna a circa 1700 mt. di altitudine e di rinunciare a raggiungere la vetta del Terminillo (2217mt) dalla quale, causa tormenta e nebbia non avremmo comunque potuto gustare il  bel panorama che nei giorni di cielo sereno si può ammirare tra il verde e i monti appenninici di Lazio, Umbria ed Abruzzo. Di fronte al parcheggio si trovava una bella baita con all'interno una piccola osteria con bar, jukebox, e telefono a gettoni con "teleselezione", per quei tempi una vera chicca. Così, un po' per il freddo e un po' per fame quasi tutti scesero dal pullman per entrare in quella baita, consumare il pranzo al sacco, rifocillarsi con una bevanda calda per poi consumare monete nel jukebox per ascoltare i primi dischi di Adriano Celentano e Peppino Di Capri. Io e Pamela assieme ad un altra coppia seduta un paio di file di poltrone avanti a noi, andammo al bar solo per un quarto d'ora, il tempo di sorbire un buon cioccolato caldo per poi tornare nel pullman e sdraiarci, data l'enormità di posti liberi e far finta di schiacciare un pisolino. Cosa che fece il nostro autista dopo qualche minuto spengendo la radio e sbracandosi su due sedili vuoti per fare la sua pennichella.

Non avevo sonno, né tanto meno Pamela, iniziammo a parlare di tutto un po', dalle nostre famiglie alle nostre case, dai nostri hobby alle nostre vacanze.... poi quasi di colpo ci ammutolimmo... e ci contemplammo a lungo... i nostri occhi si fissarono improvvisamente, quasi con lo sguardo a voler formare un triangolo i cui lati si materializzarono nelle nostre braccia che come mosse in una precisa coreografia si avvinghiarono le une nelle altre ed il vertice, solo un istante dopo era rappresentato dalla morbida congiunzione delle nostre labbra, che come attratte da una potente calamita prima si accostarono e poi si ritrovarono unite.... fu il nostro primo, innocente, platonico bacio... lo ricordo con tanta gioia... ma il nostro fu purtroppo un amore brevissimo, nacque sotto quel battente nevischio che dopo una mezz'ora si trasformò in neve, e verso il tramonto, nella via del ritorno, la neve venne sciolta da un tiepido sole che nel frattempo era spuntato, e così accadde per la nostra storia d'amore appena iniziata.     
Verso le ore 20 il pullman ci lasciò di fronte alla scuola, tutti scendemmo ad abbracciare le nostre mamme, io salutai Pamela dicendole che ci saremmo visti l'indomani a scuola.
"...Massimo....ma cosa hai?!? - disse mia madre passandomi una mano alla fronte- ....ti vedo strano!!... Ma tu hai la febbre...sei caldo...dai copriti bene che corriamo a casa!!". Sì, avevo la febbre.... e mi erano comparsi degli strani arrossamenti.... ma non solo sul mio corpo.... ma dentro, nel mio profondo avvertivo una insolita sensazione, mai provata prima!!....Sentivo di essermi innamorato!!.... e ripensarci ora... a distanza di mezzo secolo....è come rinascere!!!

La sveglia quel mattino suonò puntualmente alle 7, io andai in bagno ma avvertii subito dei dolori dietro al collo, sotto le oreccchie, sentivo con le dita come delle ghiandole ingrossate, mi lavai il viso, mi specchiai e mi vidi ricoperto di tante piccole macule rossastre... entrò mia madre e mi disse che probabilmente avevo contratto la rosolia e nello stesso istante andò al telefono a muro nel corridoio per chiamare il nostro medico di famiglia.           Puntualmente un paio di ore dopo il Dottore confermò la diagnosi nella malattia esantematica della rosolia e si raccomandò di non uscire di casa per 3 settimane e oltre ad osservare la posologia dei farmaci prescritti anche di avere una igiene scrupolosa. Gli domandai se potevo ricevere amici e mi rispose telegraficamente solo nel caso avessero già contratto la malattia. 
Nel pomeriggio, di nascosto e con una scusa, telefonai a casa di Pamela dicendole la verità, ma purtroppo anche lei me ne disse una che non avrei mai voluto sentire: non aveva mai avuto la rosolia e così fu una tortura e una vera quarantena trascorrere quelle tre settimane chiuso in casa, innamorato cotto come ero di lei, senza poterla vedere. Ma nonostante i numerosi giorni di lezione perduti, nell'ultima settimana di scuola rimasta, superai brillantemente le ultime interrogazioni e rimasi in attesa degli scrutini per essere ammesso l'anno successivo alla terza media. 

I quadri degli scrutini uscirono l'ultimo giorno di Giugno, io assieme ad altri miei compagni mi precipitai a vederli, avevo ottenuto complessivamente dei buoni voti, spiccavano due 7 uno in Latino ed uno in Lettere, il resto erano tutti 6 con eccezione di un 8 in lingua Francese. Al mio fianco l'amico Ronaldo, un vero campione di studio, aveva quasi tutti 7 e addirittura 8 in Latino, ci complimentammo a vicenda, ci saremmo sicuramente rivisti a breve sulle spiaggia del mare di Ostia. 
Mi defilai dal settore quadri dei maschi per andare nell'ala opposta dell'Istituto, l'ala femminile, e vidi di spalle Pamela che stava parlando con alcune sue amiche....si voltò al mio richiamo, ma notai nel suo sguardo un velo di tristezza:..." Pamela...ma è andata male!?...no, no,....Massimo...promossa con la media del 7....sono triste per un'altra cosa!!!....e cioè....sai il mio papà è un funzionario alla Sip.....sì e allora?!?...eh...l'altro ieri ha ricevuto una lettera di trasferimento......oh...e dove deve andare?....dove dobbiamo andare, io, mio fratello e tutta la famiglia, non può da solo....ma dove dimmi Pamela, dove??.....a Milano!!!". Si gettò nelle mie braccia e pianse....ed io la seguii!.....

Una settimana dopo partì con tutta la famiglia, mi inviò una cartolina con il Duomo e i suoi saluti, e sotto il francobollo, staccato con il vapore di una pentola, c'erano disegnati in microscrittura mille baci!! Io le risposi subito spedendo una cartolina con il Colosseo, i miei saluti e sotto il francobollo, con l'aiuto di una lente d'ingrandimento, le scrissi un messaggio d'amore. 

La storia si arrestò lì... in quei due francobolli staccati... non ci siamo né mai più visti né mai più risentiti.... si vede che quella quarantena doveva finire così!... Così era scritto nel nostro destino. Ma il mio virus della rosolia se ne era andato, la vita continuava, ed oggi mi accorgo di rivivere quei brutti momenti poi superati con estrema tranquillità ed il mio augurio è proprio questo, ora di fronte a questa indesiderata calamità proviamo tutti quanti a fare un po' di penitenza scontando il severo fardello di una ineluttabile quarantena.... al termine della quale potremmo poi tutti quanti tornare a gioire con il caldo sole di primavera che tornerà ad illuminare i nostri segnati ed intristiti volti.

 

"Gutta cavat lapidem"  (A goccia a goccia s'incava la pietra)
(Lucrezio)                                                    

 
Un abbraccio

Massimo 48