Boris Becker é stato forse l'ultimo campione di una generazione di tennisti che ancora vivevano il tennis come uno sport, prima che come altri sport diventasse un'industria. 

Boris il ragazzino che 17 anni si permise di vincere Wimbledon e che da quel momento lo fece diventare il suo salotto. 

Come per molti giocatori, la storia di Boris, inizia da piccolo con una racchetta più grande di lui a giocare contro un muro ore e ore, fino a entrare in un circolo di tennis ed essere notato da qualcuno che lo portò ad allenarsi coi giovani tedeschi promettenti. Ma alla prima vera scelta, quella in cui avrebbe dovuto fare il primo salto di qualità tra i giovani e salire di categoria venne scartato, ma lui reagi' e continuo' per la sua strada consapevole della sua forza. 

Con l'aiuto dei suoi genitori trovò un allenatore che credette in lui e lasciò giovanissimo Liemen, il paese natale, e si trasferì a Barcellona e New York dove iniziò a partecipare e a vincere qualche torneo.

Nel 1984 diventa professionista e si affida al manager John Tiriac, potente manager rumeno e da lì inizia a diventare il Boris Becker che tutti abbiano potuto ammirare.

Già alla sua prima apparizione a Wimbledon arriva ai quarti di finale e l'anno successivo prima si aggiudica il Queen's, torneo di preparazione a Wimbledon, per poi compiere l'impresa del suo primo Wimbledon a soli 17 anni.

Da lì è stata una continua ascesa con vittorie su vittorie e la consacrazione arriva anche nel 1988 quando con la nazionale vinse la coppa Davis.

Più o meno questo è molto altro è stata la carriera di Becker, ma l'uomo Becker come ha vissuto tutto questo? che rapporto ha avuto con la Germania I media i suoi fan? 

A 16 anni Boris già viveva solo in un appartamento a Montecarlo a pochi metri da dove abitava il suo manager Tiriac, immaginate ora un ragazzo di solo 16 anni trasportato dalla realtà di un paese tedesco con la sua famiglia, che si ritrova a vivere da solo a Montecarlo, un'altro mondo un'altro pianeta. Tutto questo avrebbe potuto voltarsi contro di lui se a suo fianco non avesse avuto uno come Tiriac, duro scontroso e sempre presente e sempre pronto a mettere Boris sull'attenti, sulla retta via, usando sempre il pugno duro e instillando in lui doti come lealtà, rispetto, e impegno massimo. Mai una sbavatura gli era concessa e così Boris diventò uomo prima degli altri. 

In Germania dopo il trionfo di Wimbledon venne accolto come una star, per loro lui rappresentava la Germania, lui era il figlio di tutti i tedeschi, e questa cosa Boris non l'ha mai sopportata. Lui diceva, dentro di sé, ma cosa vogliono questi? io gioco solo per me stesso non per la Germania, ma in quella Germania non gli era permesso esprimere la propria opinione. 

Così Becker si allontanò sempre più dalla Germania sentendosi sempre meno tedesco e più inglese o americano. Soldi fama vittorie, un connubio che con uno come Tiriac accanto era tutto oro colato, lo stesso manager rumeno ammise, ciò che ha guadagnato Becker è stato talmente tanto che coi soli interessi avrebbero vissuto senza problemi lui e altre cinque generazioni. Ma quando i due si lasciarono e la magia del tennis fini', iniziarono i problemi per il campione tedesco. 

Una vita sempre sopra le righe, un rapporto difficile con i media tedeschi, hanno portato Boris ad avere non pochi problemi e anche fisici.

La carriera di allenatore, anche di Djokovic, è quella di commentatore tv non sono bastate a tenerlo lontano da seri problemi finanziari.

Infatti la stampa tedesca solleva molti dubbi sulla sua situazione e sui suoi problemi, tanto da creare una vera e propria guerra tra l'ex giocatore e la stampa tedesca. Alla fine lo stesso Becker ammette che c'è qualcosa su cui sta lavorando coi propri avvocati. Si parla di un prestito di oltre tre milioni di euro avuto da una banca privata, prestito secondo di cui, secondo la stampa tedesca, lui sa fare fronte, tanto da essere stato denunciato per insolvenza.

Ora, si parla di vita privata, quella sfera delicata da cui sarebbe bene starne fuori, ma il difficile rapporto tra uomo e nazione stanno facendo alimentare una battaglia senza esclusioni di colpi. 

Poi ci sono i problemi fisici che Boris si porta dietro da anni. La caviglia, quella che da giocatore ha strapazzato per bene, gli ha preparato il conto di anni e anni di sfruttamento del proprio corpo non proprio esile. Lui era un animale in campo, andava sempre oltre la soglia del dolore di qualsiasi altro, ma ora è tempo di fare i conti. 

È già stato sottoposto ad alcune operazioni che non hanno portato i risultati sperati. Boris è a rischio sedia a rotelle, vederlo camminare non sembra nemmeno lontanamente l'ombra del campione di un tempo. Poi c'è anche la sua passione per il poker ad averli provocato alcuni grattacapi e parte dei suoi problemi finanziari. Ora l'ultima operazione sostenuta per scongiurare la sedia a rotelle. 

Nel frattempo Boris é tornato ad essere solo l'uomo di sé stesso che combatte le sue battaglie contro il suo corpo, le banche la stampa, e nel frattempo continua a fare l'allenatore e a portare la sua grande esperienza di giocatore e come uomo ai giovani ragazzi. Perché, come dice lui, solo chi ha giocato realmente a certi livelli conosce il tennis in tutte le sue sfumature. Personalmente ti ricorderò sempre con quel tuo fisico imponente volare in tuffo sotto rete e mettere a segno colpi impensabili per tutti.