Adesso vi racconto una storia, sperando di non risultare offensiva e inappropriata.
Un giorno un prete dà un passaggio a una suora all'uscita della chiesa e mentre sta cambiando marcia appoggia la mano sul ginocchio della suora. La giovane suora guarda il prete e dice: «Padre, non dimentichi Luca 14:10». Il prete leva la mano imbarazzato. Al successivo semaforo rosso le mette la mano un po' più in alto sulla coscia. La suora dice di nuovo: «Non dimentichi Luca 14:10, Padre». Il prete chiedendole scusa, le dice: «La carne... è debole». Dopo averla accompagnata, torna a casa, prende la Bibbia e va spedito a Luca 14:10. Sapete cosa dice: «Amico sali più in alto, allora ne avrai gloria!». (Dal film Miss Sloane - Giochi di potere, del 2016). La morale della storia: studiate il vostro argomento. Non farlo può significare farsi scappare preziose opportunità, prendere clamorosi abbagli, ma anche dire e scrivere eclatanti castronerie.

Questa storia divertente e dissacrante è l'incipit giusto per inaugurare la rubrica "Chi ci guadagna?", nella quale mi ripropongo di illustrare e analizzare un avvenimento della settimana o di quelle precedenti, esaminarlo sotto diversi aspetti, raffrontarne le differenti tesi a riguardo, al fine di stabilire nella maniera più obiettiva possibile 'chi ci ha guadagnato'. Gli argomenti che si prestano allo scopo sono molteplici, dai trasferimenti di calciomercato appena conclusi a quelli futuribili, il risultato di un match, una decisione assunta dalla FIGC, l'esito di un processo sportivo, e così via.  

Ma bando alle ciance e cominciamo! Quella appena conclusa è stata una sessione di calciomercato ricco di colpi inaspettati, uno su tutti Cristano Ronaldo alla Juventus, ma indubbiamente in Italia sarà ricordata anche per il maxi-scambio Bonucci-Caldara-Higuain. Juventini avvelenati, milanisti esaltati, cavalli di ritorno o minestre riscaldate, il bomber mancante, la giovane stella, l'usato sicuro, sono moltissimi gli spunti di riflessione ed infatti un po' tutti hanno dato un parere a riguardo, dai tifosi delle squadre coinvolte e non, ai giornalisti, dagli addetti ai lavori, ai semplici passanti per strada, e la domanda era sempre la stessa: "Chi ci ha guadagnato?". Bene ora proverò a rispondere io.

Partiamo dalla fredda cronaca. Giovedì 2 agosto, attraverso i comunicati ufficiali di Milan e Juventus, lo scambio due per uno (non è un offerta al supermercato!) diventa ufficiale. Di sicuro il comunicato dei bianconeri è più preciso, anche da un punto di vista delle cifre; trattandosi di una società quotata il Borsa, infatti, al club juventino è richiesta massima trasparenza per le attuali norme borsistiche della CONSOB. Sostanzialmente abbiamo uno scambio alla pari tra i difensori Leonardo Bonucci e Mattia Caldara, valutati 35 milioni di euro ciascuno, in cui l'ex capitano del Milan ritorna dalla vecchia Signora, dopo un anno di purgatorio, o sarebbe meglio dire dopo un anno di "inferno" coi diavoli rossoneri, mentre l'ex atalantino cambia colori passando dal nerazzurro al rosso e il nero. Entrambe le operazioni sono a titolo definitivo. 
Nell'ambito di questo trasferimento viene anche perfezionata la cessione a titolo temporaneo di Gonzalo-Higuain alla società di Via Aldo Rossi a fronte di un corrispettivo di 18 milioni di euro, e la possibilità di esercitarne, al termine di questa stagione sportiva, il diritto di opzione per l'acquisizione a titolo definitivo per 36 milioni, pagabili in due esercizi. 

Analizzando le cifre dell'affare scopriamo che le suddette non sono affatto casuali per i dirigenti juventini Agnelli e Marotta, da sempre attenti ai conti della società. Gonzalo Higuain, infatti, è ancora in carico al bilancio bianconero per 54 milioni di euro, 18 all'anno per i prossimi 3 anni, ossia l'esatto importo che verserà il Milan in caso di riscatto del giocatore. Mentre la valutazione di 35 milioni data ai due difensori, consente ai rossoneri una miniplusvalenza di 1,4 milioni di euro, e permette, invece, alla Juventus una plusvalenza di ben 22 milioni di euro. Un bel colpo non c'è che dire!  Inoltre, Higuain ha firmato un triennale, passando dai 7,5 milioni all'anno percepiti in bianconero, ai 9,5 (1 milione coperto dalla buonuscita della Juventus) per il primo anno al Milan fino ai 10 dal secondo anno in poi; Bonucci ha firmato un contratto di 5 anni e percepirà 5,5 milioni di euro più bonus contro i 7,5 più bonus, per un totale di 10, riconosciuti dal Milan; cinque gli anni di contratto anche per Caldara per un corrispettivo di 2 milioni di euro più bonus.  Pertanto, da un punto di vista strettamente finanziario è evidente il guadagno per la Juventus, sia dal punto di vista della plusvalenza messa a bilancio, che per la riduzione del monte ingaggi, a fronte dell'uscita di un giocatore in rosa.

Esaminiamo, ora, la faccenda dal punto di vista del campo, analizzandone gli aspetti tecnico-tattici. Per quanto riguarda la Juventus, il ritorno del figliol prodigo Bonucci restituisce allo scacchiere di Allegri una pedina indispensabile, ovvero un difensore di impostazione, in grado di scavalcare il centrocampo in caso di necessità e di lanciare in profondità la prima punta o le ali (vedasi il gol di Suso nell'amichevole Milan-Manchester United in ICC, unica partita di precampionato giocata da Bonucci in maglia rossonera). In aggiunta a ciò, l'ex Bari conosce alla perfezione i compagni di reparto e i movimenti difensivi richiesti dal mister livornese, e, aspetto da non trascurare, apporta le sue indubbie qualità carismatiche e di esperienza che possono risultare decisive nelle partite che contano. Un fattore questo di sicuro peso, dal momento che né Rugani né Caldara né Benatia danno garanzie a riguardo.
Higuain, al contrario, oltre ad essere 'rimpiazzato' da Cristiano Ronaldo, non rientrava più nei progetti tattici di Allegri che richiedono una punta che attacchi maggiormente la profondità, come dimostrato in tutte le partite di precampionato. Per quanto riguarda il Milan, invece, con Higuain e Caldara, acquista un centravanti di livello mondiale, un vero numero 9, un bomber che mancava dai tempi di Inzaghi, e un difensore centrale che ha tutte le carte in regola per essere il futuro della nazionale italiana. L'ex atalantino raccoglie l'eredità non certo pesante di Bonucci in rossonero, le cui prestazioni hanno lasciato più di una volta a desiderare. Per il bergamasco sarà necessario un periodo di ambientamento dopo aver giocato gli ultimi anni nella difesa a tre di Gasperini, con libertà nelle incursioni offensive. Alla sua destra ritrova l'ex compagno Conti. Il Pipita, dal canto suo, porta con sè i gol, tanti gol (91 in 146 partite col Napoli e 55 in 105 partite nella Juve, miglior bomber in Italia negli ultimi anni), e la sua capacità di decidere nei momenti chiave (l'anno scorso è stato autore del gol scudetto a San Siro contro l'Inter). Higuain ha dimostrato di rendere al meglio quando libero di fare reparto da solo centralmente, in un 4-3-3, insomma il centravanti ideale per Gattuso. A seguito di tali considerazioni mi sembra giusto poter affermare che dal punto di vista tecnico-tattico entrambe le squadre ci guadagnano dalla maxi-operazione. Bonucci va da CR7 per puntare dritti alla Champions, grazie anche alla sua esperienza e capacità di reggere la pressione nei match decisivi, i rossoneri risolvono l'annoso problema del gol e trovano un bomber in grado di trascinarli alla tanto agognata zona Champions.

Facciamo ora qualche ulteriore osservazione a più ampio respiro, tenendo conto dei fattori ambientali, degli equilibri di spogliatoio, degli umori della piazza, del malcontento dei giocatori coinvolti e delle opportunità legate alla vicenda, che si intrecciano purtroppo ancora una volta col vil denaro.

Giunto per spostare gli equilibri, tra l'entusiasmo straripante del popolo rossonero, Bonucci era approdato al Milan solo un anno fa, a fronte di una spesa di ben 42 milioni di euro. Insignito della fascia di capitano, quale simbolo di un nuovo corso, accontentato in tutto e per tutto, a partire dal super ingaggio e dal numero di maglia, il 'suo' 19, strappato dalle spalle di un recalcitrante Frank Kessie, l'apporto sul campo del capitano della nazionale, come detto in precedenza, non è stato granché; la sua stagione opaca, come quella dell'intera squadra, ha consentito al Diavolo di raggiungere appena l'ultimo posto utile per garantirsi l'accesso diretto alla prossima Europa League, ben al di sotto dell'obiettivo minimo della Champions League. Di fatto era stato lo stesso giocatore a spingere per il suo passaggio al Milan: ormai il suo rapporto col tecnico Max Allegri era ai minimi termini, per usare un eufemismo, e anche con parte dello spogliatoio bianconero si era rotto qualcosa. Voleva cambiare aria, ma, per problemi familiari, non aveva nessuna intenzione di abbandonare l'Italia, né di spostarsi troppo lontano. Il Milan faceva acquisti su acquisti, non badando a spese, il suo ambizioso progetto sembrava pronto a decollare verso qualcosa di eccezionale, da qui il clamoroso passaggio, concretizzatosi in sole 48 ore. Ma come i fatti hanno dimostrato non fu vera gloria. Alla luce di ciò, risulta chiaro che il Milan tolse un bel problema ai bianconeri, una vera e propria bomba pronta ad esplodere nello spogliatoio: voci dicono che si era quasi arrivati alle mani, e il famoso 'sgabello di Oporto' fu solo l'estrema conseguenza di un vulnus interno che si stava propagando già da diversi mesi. I rossoneri per far ciò hanno pagato a caro prezzo in tutti i sensi, a partire da quello economico, 42 i milioni alla Juventus e circa 10 all'anno al giocatore, bonus compresi, facendone il giocatore più pagato in Serie A. Ora, a un anno di distanza il problema deroga in Via Aldo Rossi, i rossoneri, infatti, si ritrovano tra le mani un giocatore dallo stipendio non sostenibile, visto il mancato approdo in Champions, e la cui eventuale cessione risulta difficile data la ritrosia di Bonucci a trasferirsi all'estero. Per giunta, la volontà del giocatore adesso era quella di ritornare a Torino, dove si trova la sua famiglia, e tornare a giocare nella sua ex squadra: una lenta ricucitura dei rapporti interni con lo spogliatoio bianconero, avvenuta sottotraccia, lo ha portato alla convinzione di abbandonare la nave rossonera per risalire sul galeone juventino che, dopo aver preso il tesoro portoghese (CR7), viaggia a vele spiegate alla conquista dell'oro della Champions. Un bel problema per il Milan, che correva il rischio concreto di iscrivere a bilancio una forte minusvalenza.

Lo stesso problema che si prospettava per la Juve con Gonzalo Higuain. Con l'arrivo dell'asso portoghese dall'ingaggio stratosferico, la cui stella è pronta ad oscurare chiunque si avvicini alla sua orbita, l'umore del Pipita, già minato dal disastroso Mondiale dell'Argentina, era ai minimi termini e i suoi mugugni già si erano fatti sentire per un eventuale ruolo da comprimario, nonostante le rassicurazioni di facciata del fratello procuratore. Inoltre sullo sfondo di ogni operazione, oramai, c'è sempre la famosa grana dei conti da far quadrare, e per i bilanci juventini Higuain era un 'peso' non più sostenibile, dal momento che per il famoso Fair Play Finanziario dell'UEFA, il monte ingaggi deve rientrare in parametri prestabiliti. E, con lo spostamento di Mario Manzukic nel ruolo di centravanti, tenere in panchina il secondo giocatore più pagato in rosa non è una mossa geniale. Ma tant'è, la bomba CR7 è deflagrata all'improvviso, il colpo era troppo ghiotto da lasciarselo sfuggire, anche per una dirigenza bianconera da sempre attenta a programmare ogni dettaglio. 

Perciò, possiamo dire che dal punto di vista degli equilibri di bilancio e di spogliatoio, sia Milan che Juventus ne hanno giovato dallo scambio, considerando anche che entrambe non avevano reali alternative. Detto della volontà di Bonucci di ritornare 'a casa', per il Pipita, vi era solo l'opzione Chelsea, che alla luce dei suoi 31 anni, delle scarse prestazioni ai Mondiali di Russia, e delle sue alte richieste economiche (10 milioni all'anno), non era disposta a riconoscere alla Juventus l'intera cifra ancora a bilancio, ossia 54 milioni. Pertanto lo scambio tra Milan e Juve è da ritenersi congruo, nonostante il 'sacrificio' di Caldara (Allegri non era convinto di cederlo), che sarebbe comunque partito dalla panchina, in cambio di una più che valida 'alternativa' titolare, e di milioni freschi, utili a far respirare un bilancio bianconero, che si prospetta in perdita per il secondo anno consecutivo.

Affrontiamo, infine, gli aspetti della questione che abbracciano i 'sentimenti', gli umori della piazza e della tifoseria. Da un punto di vista ambientale certamente l'hanno presa meglio i tifosi del Milan rispetto a quelli della Juventus. Basti vedere il bagno di folla in Piazza Duomo a Milano con la quale i tifosi del Milan hanno accolto il duo Higuain Caldara e, il successivo lancio di maglie dalla balconata ai festanti che li incitavano con cori. Mentre il ritorno di Bonucci è avvenuto tra l'indifferenza più totale, quasi inosservato. Sporadici e pochissimi tifosi sia al suo arrivo all'aeroporto di Caselle che al J Medical per svolgere le visite mediche. Tra interviste e social, senza dubbio, possiamo dire che la maggior parte del popolo juventino non ha affatto preso bene il ritorno del difensore. Non gli viene perdonata, soprattutto, la sua classica esutanza della scorsa stagione allo Juventus Stadium dopo un suo goal con la maglia del Milan. Per riconquistare l'ambiente la scalata sarà ardua a sentire i fischi ricevuti sia in occasione di qualche allenamento che durante la partita di ieri, la prima di campionato a Verona contro il Chievo, dove, nei primi minuti, ad ogni suo tocco di palla, l'effetto sonora non era per nulla piacevole. Sarà il campo a parlare, non le parole, come egli stesso ha detto ad un tifoso, che durante una sessione di autografi, gli chiedeva insistentemente di scusarsi.

Quindi facendo un resoconto finale, soppesando tutti i vari aspetti affrontati, tra opportunità ed equilibri di squadra vi è un sostanziale pareggio su entrambi i fronti. Il discorso cambia considerando il fattore ambientale nettamente a favore del Milan. Mentre da un punto di vista economico-finanziario è la Juventus ad avere la meglio.

Dopo tante parole e dopo tanto inchiostro (o per meglio dire dita dolenti) ci ritroviamo al punto di partenza e non siamo in grado di stabilire chi ci ha guadagnato. Pertanto sembrerebbe tutto sommato un mach terminato a pari merito, ma mi permetto di fare solamente una piccola osservazione: mentre gli umori sono volubili come le persone, e cambiano a seconda dei momenti e delle circostanze, i soldi quelli restano in cassa e sono e saranno utili per successive vittorie.

Dal momento che sicuramente non risulterò ancora convincente ai tifosi della Juventus, alcuni dei quali parlavano di TSO per Marotta, di inaccettabili condizioni poste da un debitore (il Milan), tanto da rivolere indietro Bonucci solamente a titolo gratuito (ogni riferimento al signor Marcello Chirico è puramente voluto!), faccio un banale ragionamento, tanto semplice quanto lampante.
Tra l'anno scorso e i prossimi due, in caso di riscatto di riscatto, quasi certo, di Higuain (sia per l'enorme somma del prestito che per le garanzie che avranno preteso i bianconeri) il Milan alla fine della fiera si ritroverà a dare alla Juve ben 96 milioni di euro (42 per Bonucci, 18 per il prestito di Higuain a cui aggiungere altri 36 per il suo riscatto). Una cifra che copre quasi per intero il prezzo del cartellino di un certo giocatore portoghese acclamato come un messia. Quindi se si fosse prospettato uno scambio alla pari tra Cristiano Ronaldo e Higuain più Caldara sai quanti caroselli per le strade, tifosi sbalorditi ed increduli che avrebbero dato del portento della finanza ad Agnelli e del genio del calciomercato a Marotta. D'altronde, come diceva Albert Einstein, "tutto è relativo"!