Non c’è cosa che nei secoli abbia terrorizzato di più l’uomo del nuovo! Il nuovo ha rappresentato sempre una frontiera selvaggia ed inesplorata di cui nessuno poteva, senza conoscerla, predirne gli aspetti. Il confronto con il nuovo, con lo sconosciuto, è un confronto che coinvolge la vita di ogni uomo quotidianamente in ogni suo aspetto, da quello più irrilevante a quello più significativo. Unica arma di cui l’uomo può disporre per affrontare  questo “ignoto” è stata l’esperienza. Oscar Wilde, parafrasando, diceva che al giorno d'oggi tutti conoscono il prezzo di ogni cosa, ma il valore di niente, sottolineando l’avidità dell’uomo che gli rende impossibile basare le sue scelte sulle cose che posseggono un valore più alto, rispetto a quelle che hanno il più alto costo. La capacità di apprezzare il vero valore delle cose è una qualità che pochi posseggono, nell'antichità veniva rappresentata come prerogativa e virtù dei filosofi, e oggi dei grandi uomini che riescono a vincere le sfide che gli si parano davanti.

E proprio in un mondo, come quello del pallone, in cui ognuno si basa più sul prezzo che sul valore di una cosa, questa lezione dovrebbe essere fatta propria da tutti ma, anche qui, come in ogni altro settore della società, si dimostra prerogativa di pochi. All’appassionato, che negli anni è stato spettatore assiduo delle fortune alterne di società che si sono riuscite ad arrampicare nelle zone nobili della Serie A, sicuramente non sarà sfuggita questa costante, l’esperienza! Non c’è grande impresa, che sia rimasta costante, che non si poggi su questo pilastro dell’animo umano in grado di indicarne la via per successo. Pensate alla Juventus, riuscita, dopo la condanna in Serie B, a tornare in pochissimo tempo tra i club più forti d’Europa e ad essere giustamente annoverata ogni anno come probabile vincitrice della Champions League, impresa che sarebbe stata impossibile, se alle spalle di questo club non ci fosse stata una società con decenni di esperienza alle spalle nel mondo del calcio; e pensate, all’opposto, ai pessimi risultati iniziali di presidenti come Pallotta, che completamente digiuni di esperienze calcistiche, si sono inseriti in questo mondo. 

Ogni uomo che voglia lanciarsi in una nuova impresa e varcare il limite dell’ignoto sa benissimo che deve avere al suo fianco persone che in quell'ignoto già ci sono state e che lo conoscano bene per potersi poggiare, quando occorra, sulla loro esperienza ed evitare di fallire.
Questa è la situazione che rappresenta il Bologna del presidente canadese Joy Saputo. Il legame con la nostra terra è evidente, ma come ben sappiamo non rappresenta una garanzia. Il presidente italo-canadese nella ricostruzione di questa squadra, ha basato il suo progetto sull’unica cosa che gli può garantire la riuscita, l’esperienza.

Il trittico di uomini a cui è legata la sorte del club promette non solo la riuscita del progetto, ma anche la possibilità della fioritura dell'ennesimo progetto, dopo quello dell'Atalanta, della Lazio o del Torino, che andrebbe ad arricchire la nostra Serie A, dimostrando che il calcio italiano sa muoversi bene, con coraggio e innovazione, anche nelle avversità.

Come detto il legame con la nostra terra non è garante di riuscita nel paese degli antenati, ma c’è un particolare della famiglia Saputo che gioca a suo favore. Il padre, emigrato in Qebec, nel 1992 fondò la squadra del Montreal Impact, squadra nota ai più esperti del calcio d’oltre oceano. La famiglia Saputo rappresenta una controtendenza in territorio americano, conteso tra il Footbal, il Basket e il Baseball, questa famiglia ha una grande passione per il calcio, tanto da creare la squadra rappresentativa della città con tutte le strutture necessarie, squadra che attualmente milita nella Major League Soccer (MLS).
Nonostante la squadra sia una delle più note del campionato, il salto di categoria dal calcio americano a quello italiano è notevole ma supportato, tuttavia, da un notevole bagaglio di esperienza. Arrivato al Bologna il presidente ha subito rivoluzionato l’ambiente, modernizzando le strutture societarie, lavorando subito sullo stadio di proprietà e intervenendo prontamente sulla rosa. Il costo per il mercato messo in piedi dal Bologna, passato inosservato, attualmente si aggira intorno ai 50 milioni; grazie ai riscatti di giocatori chiave dell’anno scorso come Orsolini, al mantenimento di uomini come Palacio e all’acquisto di giovani promettenti da trasformare in future plusvalenze da reinvestire poi nel mercato. Il presidente Saputo è sbarcato da poco, ma l’esperienza in patria è servita per partire subito al massimo.

In Serie A ci sono pochi direttori sportivi in grado di poter vantare colpi eccezionali messi a segno ogni anno, solo Tare, Paratici in grado di rafforzare la Juve a costo zero, e Walter Sabatini.
Sabatini che è forse l’unico tra i suoi colleghi a poter vantare la triplice esperienza prima da calciatore, poi da allenatore e successivamente da direttore sportivo. Alla prima esperienza nelle giovanili della Lazio, insieme a Beppe Dossena, consegnò alla prima squadra Di Vaio e Alessandro Nesta. Direttore che ha ampiamente dimostrato di riuscire a fare la differenza in ogni realtà si sia calato. Non scordiamoci del suo Palermo, guidato da Pastore e Ilicic e supportato dalla prestanza fisica di Glick, Palermo che grazie ai colpi di Sabatini divenne una pretendente per il quarto posto regalando spettacolo ad ogni partita. Per finire con la Roma dove ha portato giocatori del calibro di Manolas, Allison, Marquinos, Pjanic e Salah, giocatori che ora sono titolari nei maggiori club europei. L’esperienza di Sabatini è quella che può mettere le ali a questo Bologna.

Per concludere questo trittico con l'allenatore Sinisa Mihajlovic, allenatore accostato a grandi club, anche questa estate era uno dei papabili alla successione di Allegri sulla panchina della Juventus. Allenatore carismatico ed esperto, quest’anno ha guidato il Bologna in una incredibile quanto insperata salvezza a suon di risultati e ottime prestazioni. Di esperienza l'allenatore serbo ne ha da vendere, sia da calciatore che da allenatore, lui stesso ha preteso garanzie per alzare il livello, garanzie che, come è evidente, ha ampiamente ricevuto.

 

Il campionato che ci accingiamo ad iniziare a settembre sembra avere trovato una nuova pretendente all’ Europa League ansiosa di crescere e lottare per le posizioni nobili della classifica. Non possiamo sapere quanto effettivamente questa società e questi dirigenti impiegheranno per trasformare questo club, ma grazie alla nostra esperienza possiamo essere sicuri che qualcosa di grande riusciranno a farla, se non per il Bologna, quantomeno,  per il nostro campionato in generale.
Sicuramente non mancheranno errori e annate storte, ma ci sarà la consolazione di poter crescere anche attraverso gli errori fatti perché, come disse in un’altra occasione Oscar Wilde: “L'esperienza è soltanto il nome che diamo ai nostri errori”.