Sto scrivendo questo articolo prima che si sappia cosa Boban e Maldini stanno dicendo ai giocatori, ma le vicende della società rossonera, ormai, somigliano ogni giorno di più a un feuilleton ovvero a un romanzo d'appendice. Quello che sta accadendo non è poi così diverso da quelle storie in cui il D'artagnan e i moschettieri di turno si battevano strenuamente contro il perfido cardinale Richelieu. Il problema è che questo non è un romanzo, ma la realtà in cui si dibatte il Milan.

Tutto è nato quando dall'estero è rimbalzata la notizia che Rangnick, tecnico del Red Bull Lipsia, sarebbe stato l'allenatore rossonero nella stagione prossima. Maldini, moschettiere milanista di lungo corso, preso di sorpresa, non ha smentito la notizia, come invece sarebbe stato formalmente logico, ma ha scomunicato Rangnick sostenendo che non si trattava di un profilo adatto al Milan. Gazidis, un po' il cardinale Richelieu di turno, ha provato a spegnere l'incendio con dichiarazioni, formali quanto si vogliono, ma opportune, visto il momento delicato della stagione. Boban si è ricordato di avere lo stesso temperamento guascone, alla D'artagnan, di quando in gioventù venne alle mani con la polizia della ex-Jugoslavia. Il croato infatti ha acceso un nuovo falò a base di benzina, napalm e fuoco greco (quest'ultima era una terribile mistura di materiali infiammabili usata dai Bizantini e capace di bruciare a lungo anche in acqua) sparando ad alzo 0 su Gazidis. Richelieu-Gazidis, dal canto suo, ha chiesto al re, quindi alla proprietà, provvedimenti drastici nei confronti del rivale. Boban verrà inevitabilmente accompagnato alla porta, mentre spetterà a Maldini decidere se andare via ora oppure a fine stagione o, magari, restare riconoscendo la leadership di Gazidis.

Se, leggendo quanto sopra, vi fosse venuto il sospetto che il sottoscritto sia critico nei confronti di Boban, avete colto nel segno, ma non perché straveda per Gazidis o condivida al 100% le sue scelte. Il sottoscritto è  stato, anzi, sempre molto critico verso il dirigente sudafricano, più un contabile ad alto livello, che un vero dirigente sportivo. Ma spieghiamoci bene.

Nelle settimane scorse si è instaurata una vivace, chiamiamola così, dialettica fra lo staff tecnico (Boban/Maldini) e l'ad Gazidis sul nome del tecnico nella prossima stagione. La componente tecnica della dirigenza spingeva per un  profilo italiano di un certo livello, alla Allegri per intenderci, le cui pretese, anche in termini di garanzie tecniche, erano molto alte e del quale non era affatto certo l'arrivo. Il tecnico di Livorno sa, infatti, di essere una delle prime scelte juventine in caso di bocciatura di Sarri e non ha certo interesse a impegnarsi ora. senza contare che ha estimatori in Premier League.
Rangnick, il candidato di Gazidis, si era dichiarato, invece, disposto a impegnarsi già da questo momento, in caso di accordo su prebende e ruolo da ricoprire. Sapendo che le decisioni migliori sul mercato del lavoro calcistico si prendono in questa fase della stagione, il dirigente sudafricano ha stretto i tempi lasciando perplesso Maldini e scatenando l'ira funesta del pelide Boban. Imbelvito, Zvone si è rivolto al popolo rossonero contro Gazidis, che ha risposto chiedendo soccorso al re, cioè alla proprietà. Se Boban aveva sperato di impaurire i proprietari con la prospettiva di fronteggiare il dispiacere del tifo, ha fatto male i calcoli, in quanto sarà proprio (manca solo l'ufficialità) la testa del croato a rotolare giù dal patibolo

Ma ha avuto senso contestare la scelta di Rangnick? Cosa posso dirvi?
Dopo una carriera di buon livello, anche se non da urlo, il tecnico tedesco è diventato responsabile del mondo calcistico Red Bull. In questa veste Rangnick mantiene il Lipsia in corsa per la Bundesliga e per la qualificazione ai quarti di Champions, mentre a Salisburgo ha lanciato Haaland, il centravanti del momento. Non è al momento un profilo top, anche se è interessante per la capacità di gestire il ramo tecnico di 2 società di un gruppo industriale di grande livello, la Red Bull. Ci sono pro e contro nella scelta, è vero, però il problema è altrove e la domanda da porsi è un'altra. Ha avuto senso da parte di Boban sollevare le contestazioni in questo momento e nella maniera in cui lo ha fatto? No, perché se è vero che i rossoneri in Coppa Italia possono considerarsi dei dead man walking, è anche vero che il Milan è  ancora in corsa quantomeno per l'Europa League. Chiamare il popolo alla rivolta, quando ci si poteva trincerare dietro frasi di circostanza per il bene comune, è stata una colpevole leggerezza.
Se il Milan di questa stagione raggiungesse il traguardo europeo, sia pur minimo, la cosa andrebbe a vantaggio di tutti, non solo di Gazidis e Rangnick che giocherebbero in Europa l'anno prossimo. Andrebbe anche a vantaggio dell'attuale dirigenza tecnica e dei i suoi tifosi, ovviamente.

E' necessario, quindi, che Maldini decida di rimanere fino a fine stagione per coprire, insieme a Ibra, le spalle a Pioli. A questo punto noi tifosi dobbiamo farci cinici e pensare che, se dovesse andare via Ibrahimovic a giugno, sarebbe un peccato, ma lo abbiamo comunque avuto in questi 6 mesi. Alla fin fine, andando verso in 39 anni, lo svedese non sarebbe stato il futuro. Inoltre, se non dovesse essere riscattato Rebic, siamo certi che il suo momento magico sia destinato a durare? Alla lunga non correrebbe il rischio di tornare quello che, secondo l'ex-compagno Luca Toni, rende a seconda dei quarti di luna? Del resto Rebic ha un altro anno di contratto, no? Sfruttiamolo fin che si può, anche perché investire su un giocatore dopo un mese e mezzo di partite buone può essere pericoloso, come ha dimostrato l'affare Piatek. E poi chi dice che il povero Paquetà non trovi più spazio con un altra gestione tecnica? Fra l'altro, per quel che riguarda i rapporti con le autorità calcistiche e gli arbitri, Boban e Maldini si stanno rivelando davvero così efficienti? Non mi sembra.

Ma soprattutto, vediamo di remare tutti dalla stessa parte fino a fine stagione, anche perché quello che sta accadendo adesso, rispetto all'epoca di... quei signori Li, nonché di Fassone e Mirabelli, è tutto oro, gemme e diamanti.