Nei primi 45' del derby il Milan ha bluffato, e anche bene, facendo credere a tutti, Inter compresa, di essere una grande squadra. Ha preso un palo clamoroso con Chala e ha segnato 2 gol a una difesa nerazzurra che sembrava annaspare senza trovare il bandolo della matassa. Al di là di questi episodi, oltretutto, i rossoneri hanno comunque fatto la partita. Lo schema era un 4-3-1-2  in fase di attacco che diventava un 4-4-1-1 in fase difensiva, con Rebic che retrocedeva sulla linea dei centrocampisti, cosa che ha permesso a Chala di giostrare in tutte le direzioni incrociandosi coi movimenti di Ibra. Brozovic, del resto, soffriva molto la posizione del turco, dal momento che se lo ritrovava sempre tra i piedi in fase di ripartenza. Un alieno che avesse seguito il primo tempo senza essere a conoscenza della classifica avrebbe di certo pensato che fossero i rossoneri ad avere 19 punti in più. Si trattava di un bluff, invece, che a metà partita stava funzionando alla grande.

Ora, come dice Anthony Quinn a Celentano nel film "Bluff", in un bluff non conta che una cosa sia vera, ma che gli altri credano che lo sia. A questo bisogna aggiungere che, per la riuscita di un buon bluff, occorre che ricorrano due condizioni:

1) il bluff deve essere mantenuto fino alla fine della mano;

2) l'avversario non deve avere un qualsiasi motivo per venire a vedere comunque il tuo gioco.

Ieri non si è avverata nessuna delle predette condizioni. Al rientro in campo dopo il riposo, infatti, il Milan ha commesso l'errore di voler controllare la partita. In ciò sono rivelatrici le parole di Ibra il quale, a fine match, ha rivelato che negli spogliatoi la parola d'ordine era stata di fare attenzione nel primo quarto d'ora. E' evidente quindi che i rossoneri si preparavano a gestire la reazione dell'Inter. Questo cambio di atteggiamento ha rappresentato l'abbandono del bluff che nella prima fase aveva dato i suoio frutti, perché l'Inter non si è trovata più davanti una squadra che manovrava in velocità tenendo a distanza il baricentro avversario, bensì una compagine che mostrava prudenza, la c.d. paura che procede in punta di piedi.

L'Inter, inoltre, aveva dalla sua parte il precedente delle ultime 4 partite del Milan cioè quelle con Udinese, Brescia, Torino (in Coppa Italia) e Verona, nel corso delle quali i rossoneri avevano vistosamente subito nei primi 20-30 minuti del secondo tempo. L'Inter quindi, che oltretutto perdeva col doppio svantaggio e non aveva motivo di restare guardinga, aveva motivi per sperare che il Milan della seconda parte fosse più malleabile che nella prima.

Una squadra completa avrebbe anche potuto non bluffare e, pertanto, tirare indietro il baricentro per affondare l'avversario in contropiede. Il Milan, tuttavia, non è una squadra completa, in quanto ha un solo giocatore rilevante dal punto di vista muscolare, Kessie,  e uno solo in grado di far girare la palla, Bennacer. Non poteva, allora, proteggere la difesa né col pressing vero e proprio né con quello alla Liedholm o Ancelotti, basato sul possesso di palla. E si sa che una difesa mal protetta non fa mai bella figura, al di là del valore dei giocatori. Chala è un salterellino, Castillejo un puledro, mentre Rebic è solo un tracagnotto moderatamente solido. Anche Bonaventura e Leao sono giocatori abbastanza leggeri e, del resto. tutti e cinque i sunnominati sono portatori di palla. Quando gli avversati attaccano non trovano né le mura ciclopiche di Troia, come accadrebbe se il Milan sapesse fare barriera, né il profondo fossato dei castelli medievali, cosa che accadrebbe se i rossoneri sapessero nascondere la palla. Il Milan, pertanto, poteva soltando bluffare fino in fondo attaccando per 90 minuti come le squadre di Zeman, ma non poteva assolutamente fermarsi e gestire, pena consegnarsi legato mani e piedi al nemico, come poi è accaduto invece ieri sera. Tale atteggiamento avrebbe richiesto, ovviamente, l'ingresso di 2 uomini freschi al posto di Castillejo e Rebic dopo 10-15 minuti di ulteriore spinta.

Ha sbagliato Pioli nel non rischiare nel secondo tempo? Sì, ma cosa sarebbe successo se i rossoneri avessero perso prendendo gol in contropiede, proprio mentre erano in vantaggio? In molti avrebbero dato del cretino al tecnico e non saremmo onesti se non lo ammettessimo. Pioli sta facendo... il Pioli, cioè il buon professionista, serio e preparato, che non potrà mai andare oltre il compitino. Al suo posto ci sarebbe voluto uno dei 10-15 allenatori al mondo in grado di fregarsene delle critiche. Sarebbe andato bene anche il ruvido Spalletti. Al limite suscitano perplessità le parole di Pioli a fine partita, quando ha attribuito la sconfitta a un problema di testa, come se si fosse trattato di un deplorevole episodio di disattenzione. Se ne fosse veramente convinto, ci ritroveremo ancora a rivivere in tutte le partite gli stessi 20-30 minuti dei secondi tempi visti negli ultimi match. E probabilmente accadrà.

I margini per finire decentemente la stagione ci sono, considerando che Ibra ha prodotto un gol, un assist e un palo a portiere battuto, mostrando di essere a 38 anni ancora alla pari col pur bravissimo e molto più giovane Lukaku. Bakayoko non doveva essere mollato, perchè univa la forza fisica di Kessie alla tecnica di Bennacer, potendo giocare con uno solo dei due o con entrambi. Ormai, tuttavia, è inutile piangere sul latte versato. Del resto c'è la Juventus in Coppa Italia, per cui giochiamo questa semifinale senza paura, tanto per i pronostici siamo già fuori. Giusto?