E' tutta una carnevalata, anche se fuori stagione.

Se la memoria non mi tradisce (credo di no, ma accetto smentite), YongHong Li  e Han Li si trovarono in difficoltà nel saldare il prezzo di acquisto del Milan, pur dopo aver corrisposto fior di caparra. La motivazione? Il Governo cinese non avrebbe permesso l'esportazione di capitali per investimenti all'estero. Ed era lo stesso Governo cinese che, pensateci, sarebbe stato il burattinaio dell'operazione, almeno secondo i menestrelli che decantavamo l'arrivo di... quei signori Li. Panzane su panzane, in quanto la spiegazione era che YongHong Li, pur presentato come proprietario delle miniere di Re Salomone, non aveva i proverbiali occhi per piangere. Alla fine il closing si fece, ma solo perché Blue Skye propose un finanziamento con il fondo Elliott, il quale avrebbe avuto in pegno le azioni della società.

Un po' di tempo fa, Report, trasmissione televisiva d'assalto, sostenne che Blue Skye controllava il Milan per conto di un altro gruppo italiano, di cui sarebbe stata, in sostanza, il prestanome. Il controllo, in particolare, sarebbe stato esercitato tramite la maggioranza delle quote di Project RedBlack, a sua volta titolare di Rossoneri Sport Investment, nel cui portafoglio ci sarebbero le azioni vere e proprie del Milan. Intervenne Elliott per dichiarare di essere il titolare della quasi totalità di azioni della Project RedBlack, salvo il 4,27% appartenente a Blue Skye (a sua volta dei signori Salvatore Centrone e Gianluca D'Avanzo). Non entriamo nel merito della domanda, che sorge spontanea: c'era mai stata una fase in cui Blue Skye aveva avuto la maggioranza delle quote di Project RedBlack e quanto era durata? L'inchiesta di Report è stata ormai superata dalla vendita del Milan a RedBird e dal contenzioso con Blue Skye.

Rispetto ai tempi di YongHong Li, la transazione attuale è quasi solare nella sua chiarezza e si presenta come un bello spintone di Elliott ai suoi vecchi partner. Da essere il socio di minoranza di una società che controlla il Milan, Blue Skye si ritrova a essere il socio di minoranza di... niente, in un'operazione che, per giunta, porterà parte del prezzo di vendita direttamente a Elliott come finanziatore nel vendor loan concesso a Cardinale. L'ammontare degli interessi dipenderà da quanto Cardinale dovrà prendere in loan, ma alla fine sarà una rilevante fetta degli introiti dei Singer. Investcorp era quattro volte più grande di RedBird e aveva i propri finanziatori di riferimento cui avrebbe preferito pagare gli interessi. Pertanto, il fondo di Cardinale si è presentato come più appetibile per le esigenze di gente esperta in queste transazioni come i Singer, che hanno trovato la maniera di guadagnarci bene. Di certo non di fare guadagnare Blue Skye.

Certo che, se Blue Skye era un prestanome, lo ha prestato davvero male e non si può dire che i suoi titolari si siano fatti molto valere nel mondo degli affari. Lo sgarbo sembra grosso e, infatti, gli interessati lo hanno digerito male, tanto da usare l'azione legale come cassa di risonanza per lanciare una serie di accuse al vecchio partner, alcune riprese da un articolo di aprile di L'Equipe sul controllo che Elliott avrebbe esercitato, nello stesso tempo, su Lille e Milan.

E' una ripicca simile a quella, realmente accaduta, di alcuni alunni di liceo che fecero pervenire bigné alla popò come regalo anonimo ai docenti riuniti in consiglio. 

Non so se Report avesse ragione nel lanciare accuse che coinvolgevano Blue Skye, ma di certo, visto quello che accaduto con la vendita a RedBird, se tali accuse fossero vere, chi li aveva scelti come prestanome forse avrebbe potuto orientarsi su profili di maggiore abilità. Tuttavia, come ho scritto su, al momento quello che sosteneva Report resta un'illazione.

Parlando di gente che conduce affari in maniera disinvolta, passiamo a Mendes, con Leao e Sanches, i suoi protegés. E' evidente che il procuratore sta cercando di spuntare 6 milioni netti per il rinnovo di Leao e per l'ingaggio di Sanches. Il secondo non è mai stato entusiasta di andare al Milan, per cui, se deve legarsi ai rossoneri un anno prima dello svincolo, vuole farlo in maniera da farsi ricco. Leao ha ancora 2 anni di contratto, ma Mendes agita di fronte ai rossoneri i casi Chala e Kessie (Donnarumma non lo rimpiange più nessuno, visto l'ottimo rendimento di Maignan) per mettere paura al Diavolo.

Il Psg? Gioca di sponda reggendo la candela a Mendes. Non pagherà mai 6 milioni di euro come ingaggio a Sanches e, male che gli vada, avrà fatto spendere più soldi ai rossoneri guadagnando crediti nei confronti di Mendes. Acquistando il portoghese, però, lo farà come opportunità low-cost, dando al centrocampista portoghese... ma sì, gli darà al massimo i 3.5 milioni che offre il Milan. Il problema del Milan è che Sanches considera i parigini una ribalta più prestigiosa e può tassarsi accettando un ingaggio... da fame (si fa per dire...).

A mio avviso non bisogna credere a ciò che si è letto in qualche sito ovvero che il Milan abbia pronto un rinnovo a 6 milioni per Leao. Non avrebbe senso, visto che mancano 2 anni alla scadenza del contratto e, rinnovando ora a quelle cifre, si riacquisterebbe il giocatore a 6 o 7 milioni di aumento lordo moltiplicati per il numero di anni del rapporto lavorativo. Non avrebbe senso e, male che vada, i rossoneri utilizzeranno il ragazzo ancora per 2 anni, nel corso dei quali tutto può cambiare, anche a favore del Milan. 

Quanto a Sanches, se fossi al posto di Maldini, col temperamento che mi ritrovo, avrei già detto a Mendes e al giocatore che possono accordarsi con chi vogliono. Se non sei convinto, non sei convinto e stop. Un matrimonio si fa in due. E poi ci sono ottimi profili che indosserebbero volentieri la maglia rossonera, come Jean Onana, il nazionale camerunense del Bordeaux. E' giovane e motivato. Certo, dovendo disputare la Champions con più ambizioni dell'anno scorso, Sanches ha più esperienza e, diciamolo, il nome del portoghese avrebbe più presa sui tifosi. Sanches, insomma, resta il profilo ideale anche rispetto ad altri giocatori ugualmente  bravi. A patto, tuttavia, di venire in Italia con un minimo di convinzione.

Però, e non credo di averlo notato solo io, Maldini è un freddo giocatore di poker. I profili alternativi, in un mercato senza soldi sono ancora tutti lì e resteranno lì per un po'. Per lasciar andare Sanches a Parigi c'è tempo e Maldini ritiene di voler vedere il gioco dell'astuto Mendes.

Con ogni probabilità, ha ragione Maldini. Zardoronz, come ogni altro tifoso, può indulgere in personalismi, mentre un dirigente apicale ha il dovere di essere freddo e far crescere più che può il pelo sullo stomaco. Va così, Paolo!

Per De Ketalaere, Maldini ritiene di poter chiudere senza problemi. Vedremo, gli affari sono conclusi solo dopo il deposito del contratto in Lega. Se il belga sbarcasse in rossonero, sarebbe il terzo innesto giovane e di qualità in un centrocampo a sua volta giovane e di qualità. Se Pioli riuscisse a inserire nei suoi schemi Pobega, una forza della natura dai piedi più che dignitosi, allora agli avversari resterebbe solo lo Scudetto del Mercato. Quello, del resto, è già assegnato ogni estate e non al Milan.

In serata ci divertiremo nel vedere la prima uscita rossonera a Colonia (Ara agrippinensis, perché colonia fondata dal generale Druso in onore della sua signora, Agrippina maggiore). Sarà un Milan sena nazionali e fatto in gran parte di comprimari. Però è sempre il Milan.