Quando passo davanti dove abitavo da ragazzino, dove ancora oggi abitano i miei genitori, ho sempre dei flash del mio passato da ragazzino, e come un fotogramma che parte fissando un punto del posto. E così, dove oggi sorge uno spiazzale, un tempo c'erano delle montagne di terra, dove si diceva avrebbero dovuto costruire dei palazzi, che poi sono sorti soltanto anni dopo.

Era il tempo delle biciclette, tutti noi ragazzini scendevamo con le nostre, io avevo una Mountain Bike nera da 24 marce, poi c'era chi aveva la bicicletta da cross, chi l'Atala, addirittura una vecchia bici da corsa, la Bianchi come quella di Fausto Coppi, che aveva ereditato da uno zio di vecchia data.
Si partiva da un punto preciso, un breve countdown e..."Via!", partiva una gara e ogni sorpasso era accompagnato dalla voce del sorpassante "Ecco che Cipollini sta per superare Bugno, e si porta in testaaaaaa!".
Facevamo un lungo giro, in linea d'aria saranno stati una ventina di kilometri, sprezzanti del pericolo stradale, visto che ogni tanto qualche clacson strombazzava e qualcuno urlava: "Ma volete andare sul marciapiede? questa è una strada!", questo chi era cortese, immaginate chi invece non lo era...
La corsa aveva anche dei picchi di rialzo stradale, dove le strade erano state fatte a cavolo di cane, ci si trovava al saltello o addirittura ad entrare in buche, che spesso portavano danni alle bici stesse...io nella corsa mi piazzavo all'ultimo posto, facevo la partenza ritardata, avendo più forza nelle gambe, ma anche perché mi piaceva sfrecciare in sorpasso, il mio idolo, compianto, era Marco Pantani, il 'Pirata' così quando ero pronto a spingere su i pedali, mi caricavo: "Ecco che il Pirata è pronto a prendere la scia su Miguel Indurain, che tiene la corsa, ma l'italiano è più forte nella spinta ed è pronto al sorpasso, ecco la curva, e lo passa! Ora troverà davanti strada libera, per puntare Gianni Bugno distaccato di un paio di secondi, un arduo rivale alla vittoria finale, spinge il Pirata, spinge perchè vuole la vittoria, sa che a breve ci sarà una salita ripida, il suo forte, spinge perchè in quel frangente non avrà rivali...".
La salita ripida non era che un cavalcavia che saliva per dieci metri sulla strada e conduceva le auto verso l'autostrada: "Ecco che davanti Cipollini sembra arrancare, mentre il Pirata non ne risente per nulla. Cipollini manca il pedale, è sfiancato, non ne può più, ma stringe i denti. Intanto dietro Indurain e Bugno sembrano aver mollato, la corsa è solo a due a poche centinaia di metri dall'arrivo. Il Pirata, affanda il colpo di pedale e solo a pochi metri, lo sta per affiancare, e....lo passa. Il Pirata è primo!", poi la lunga discesa verso il ritorno, allungando quel tanto per sentire l'aria fresca, che accarezzava il viso: "Dai ragazzi, non ditemi...ma che avete mollato?". Così a pochi metri dall'arrivo, stesso punto di partenza, il Cipollini della situazione tenta l'attacco "Cipollini si mette a ruota del Pirata, tenta di prendere la scia, ma il Pirata allunga di nuovo, pochissimi metri all'arrivo, Cipollini sembra avere più fiato, mentre il Pirata sembra cominciare ad avere un problema, anzi no, solo una tattica per rifiatare...Ecco l'arrivo, e...Vince il Pirata il volata!". 

Il rivivere quel momento, come rivedere quei ragazzini che mi sfrecciano davanti a tutta velocità, e che sembrano fregarsene del tempo che verrà, ma pensano solo a divertirsi, come ogni ragazzino deve avere.
Un clacson mi riporta al presente. I ricordi sono sempre belli da ricordare, magari proprio con quegli amici, che ancora oggi ogni tanto incontro e ripercorriamo le nostre tappe da ragazzini, tra un bicchier di birra o di vino.