Ormai quasi tutti, se non tutti, abbiamo sentito parlare di Bitcoin in questi ultimi anni. Soprattutto verso la fine del 2017 quando questa cryptovaluta (così sono chiamate in gergo tecnico le "monete digitali" come Bitcoin) sfiorò i 20.000 dollari frutto di una bolla speculativa che portò ad un crollo nei mesi successivi di circa l'80% del valore stesso. La reazione mediatica fu critica additando il Bitcoin come la più grande truffa dell'ultimo decennio. Tuttavia il mercato delle cryptovalute è ancora vivo e sta "sfruttando" questo nuovo silenzio mediatico per mettere radici più solide e profonde.

Ma questo non vuole essere un articolo di economia e finanza: l'obiettivo infatti è quello di fare una disamina sui rapporti che sono nati e che si stanno consolidando tra Bitcoin & co. e il mondo del calcio nei suoi vari aspetti. Probabilmente dividerò questo articolo in due parti perchè di cose da dire ce ne sono molte.

 

JAMES RODRIGUEZ

Il primo caso che volgio portarvi è quello di James Rodriguez. Innanzitutto dovete sapere che chiunque può creare una sua cryptovaluta programmandola in proprio o affidandosi a società che fanno tutto il lavoro. James Rodriguez scelse ovviamente la seconda via e, affidandosi alla piattaforma SelfSell, il 23 maggio 2018 annunciò che avrebbe rilasciato da lì a poco un suo personale token: il JR10. Il 12 giugno (due giorni prima dell'inzio dei Mondiali in Russia) iniziò la vendita di questo token sul sito di SelfSell e ad agosto fu lanciato nel mercato per poterlo scambiare con altre cryptovalute. L'utilità di JR10 è quello sostanzialmente di dare la possibilità ai fan del colombiano di accedere a offerte particolari nell'acquisto di gadget firmati dal giocatore stesso. Sin dall'inizio questo progetto non mi ha entusiasmato molto anche se da un punto di vista mediatico è stata accolta da tanti: basti pensare che la prevendita del token è andata sold-out dopo appena 12 secondi dal lancio. Tuttavia l'umore è cambiato e al giorno d'oggi il token vale circa 0.0005 dollari con volumi di scambio molto esigui (poco più di 1500 dollari giornalieri). 

Altri giocatori hanno tentato questa via come Micheal Owen e Ronaldinho anche se questi progetti non hanno mai visto la luce come nel primo caso o sono stati abbandonati poco dopo come nel secondo.

 

CALCIATORI TESTIMONIAL

Sono molti i calciatori che sponsorizzano società e progetti legati al mondo delle cryptovalute. Tralascio ex giocatori come Roberto Carlos, Kluivert, Luis Garcia, ecc. per soffermarmi su personalità ancora più influenti nel mondo calcistico. Il primo su tutti è sicuramente Leo Messi. L'argentino, infatti, verso la fine del 2017 ha firmato un accordo di partnership con Sirin Labs, società che lavora, sommariamente, per rendere più "user-friendly" la blockchain (tecnologia su cui si basano le cryptovalute). 

Altri due giocatori di fama mondiale come Hazard e Aguero hanno sposato la causa "crypto" divenendo testimonial di All Sport Chain, una società che ha lanciato la propria cryptovaluta denominata SOC.

Termino la carrellata con un esempio in casa nostra: l'ex giocatore Gianluca Zambrotta si è unito al team di Token Star che ha lo scopo di "unire" i fan con talenti nascenti, per aiutarli a crescere economicamente, e con personalità importanti nel mondo dello sport per scopi diversi: Zambrotta, per esempio, lanciò una raccolta di cryptovalute da dare in beneficenza.

 

RIMINI CALCIO

Questo è probabilmente il caso in cui le cryptovalute sono entrate a gamba tesa nel mondo del calcio...o meglio...hanno tentato. Sì, perchè come in ogni situazione c'è chi tenta la truffa del secolo e il Rimini Calcio era stata individuata come la vittima sacrificale.

Il 28 agosto 2018 il presidente del Rimini Grassi dichiarò che il 25% delle quote del club stava per essere ceduto ad una società araba, la HRH (Heritage Sports Holding) mediante pagamento in Quantocoin (QTCt) una cryptovaluta avente lo scopo di creare un sistema bancario basato sulla blockchain. La notizia ha avuto una certa risonanza perchè il Rimini saerebbe stato il primo club al mondo ad essere acquisito (seppur in parte) mediante una cryptovaluta.

Tutto, però, è andato in fumo...ma perchè?? Semplice. Quantocoin non ha un valore vero, infatti non è ancora possibile scambiare questa crypto con altre monete digitali o con dollaro/euro. Andando sul sito ufficiale è possibile acquistare un Quantocoin a circa 7 dollari, ma deve ancora essere lanciato nel mercato, quindi non si sa quanto possa valere nei prossimi mesi. Addirittura, caso estremo ma non così raro, i fondatori di Quantocoin una volta raccimolato i soldi di chi ha comprato la moneta, possono chiudere baracca e burattini e scappare. Nel momento in cui il Rimini ha cheisto una garanzia in moneta reale ecco che la trattiva sarebbe saltata, anche se l'azionista di maggioranza della HRH, Pablo Victor Dana, ha affermato che la trattativa potrebbe concludersi una volta che Quantocoin sarà scambiabile con monete reali. 

Nel frattempo la società di Dana è comunque dentro il mondo il mondo del calcio; essa possiede l'80% del Gibraltar United, squadra che milita nel campionato di Gibilterra, e pare che paghi i bonus extra di alcuni giocatori proprio mediante Quantocoin.

 

Questa è la fine della prima parte...tra qualche giorno arriverà la seconda. 

Buon cryptocalcio a tutti!!