A poco piu di una settimana dalla sosta della Serie A non si può non fare una riflessione sulla situazione della nostra Nazionale: iniziamo col dire che è stata 4 volte Campione del Mondo, 1 volta Campione d'Europa e più volte finalista e semifinalista. Insomma una squadra che si è sempre fatta valere, tra le migliori del mondo (solo il Brasile ha piu titoli mondiali di noi).
Proprio come il Campionato di Serie A, però, negli ultimi anni, si sono avute grosse difficoltà, e la situazione si è aggravata al punto che la stessa nazionale non è riuscita a qualificarsi ai Campionati del Mondo giocati quest'estate (cosa che non accadeva da 60 anni!). I problemi sicuramente hanno radici profonde, ma poiché, noi comuni esseri mortali privi di una conoscenza totale, non potremmo mai analizzare la situazione italiana complessiva in maniera chiara e concisa, ci limitiamo ad analizzare l'aspetto puramente calcistico, concentrandoci in particolare sulla figura dell'attaccante.

Inizierei subito col porre delle domande a voi lettori: ricordate l'ultimo GRANDE attaccante italiano? Da quanto tempo non abbiamo più un giovane campione che possa trascinare la squadra con i suoi gol o almeno infondere agli altri giocatori lo spirito giusto per far si che facciano grandi prestazioni in maniera costante e non occasionale? Chi potrebbe, in questo momento storico, prendersi queste responsabilità?

Per quanto riguarda le prime due domande, io non voglio dare una risposta precisa (lascio a voi il compito) poiché, essendo abbastanza giovane, probabilmente non ho neanche vissuto, o comunque non posso ricordare, l'epoca dei veri grandi campioni: potrei solo citare l'attacco della nazionale Campione del Mondo, anche se in quel caso, secondo il mio modesto parere, prevalse più il gioco di squadra e quasi certamente la voglia di rivalsa dopo la meschina figura fatta a livello internazionale con Calciopoli: senza quindi una particolare individualità che spiccò sulle altre.

La terza domanda può già riguardarmi di più, e quindi cercherò di dare una risposta abbastanza esaustiva. A parer mio i veri tre futuri possibili talenti della nazionale (parlando sempre del reparto avanzato) sono tre: Federico Bernardeschi, Federico Chiesa e Patrick Cutrone.

C​​​​​omincio dagli ultimi due, i quali, pur essendo molto forti e avendo già dimostrato di avere le capacità per giocare ad alti livelli, non hanno ancora fatto il vero salto di qualità, quello che li può consacrare. Certamente daranno soddisfazioni ai rispettivi club, però a parer mio serve ancora un annetto di esperienza per poterli almeno paragonare a Bernardeschi. 

Apro una parentesi: con ciò non voglio dire che è meglio che crescano o che sono troppo giovani, assolutamente. Purtroppo però in Italia, ultimamente, non sono nati degli Mbappè, quindi forse è meglio aspettarli un altro po'.

Del primo, invece, intanto possiamo dire che è calcisticamente cresciuto nella Fiorentina, con cui, dopo una stagione in prestito al Crotone, si è messo in luce in Serie A, facendo notare subito le sue immense qualità. Questo ha attirato velocemente le attenzioni dei grandi club e tra questi, quello che l'ha spuntata è stata la Juventus. Qui ha trovato inizialmente qualche difficoltà; dopo, però, l'anno passato trascorso da gregario, facendo comunque la differenza entrando a partita in corso, in questa stagione pare debba "esplodere" del tutto. Sicuramente, ciò è dovuto sia al fatto di far parte di una grande squadra, dalla quale ha acquisito la mentalità vincente, sia al contatto con grandissimi campioni, primo tra i quali Cristiano Ronaldo. Lui stesso, in un'intervista rilasciata in questi giorni alla rivista sportiva "Tuttosport", ha dichiarato che: "Avere vicino Ronaldo è un esempio per un ragazzo giovane, anche in una grandissima squadra come la Juve. Devi essere intelligente, ti stai allenando con il più forte al mondo, è una fortuna, devi cercare di rubare qualche dettaglio e farlo tuo. Ecome cavalcare l’onda, a me ha aiutato e sta aiutando". Si spera quindi che questa "eccellente compagnia" possa formarlo del tutto e renderlo un giocatore grande e fondamentale per il presente e il futuro della nazionale.

E' in loro che io, principalmente, pongo le mie speranze per un futuro roseo, che, magari, possa riportare la nazionale italiana sul "tetto del mondo".