Benedici attori, musicisti, fantasisti e il popolo del circo. Tutta questa gente che comunica felicità. Attiva, positiva, generosa. Che sorride sempre”.

Non conoscevo questo pezzo di Renato Zero dal titolo Orfani di Cielo. Ne sono stato edotto seguendo l’omelia del sacerdote che ha salutato Pablito Rossi. Mi sono innamorato delle parole che dovrebbero essere il trend topic del momento. Mi complimento infinitamente con il cantautore romano e, allo stesso tempo, mi congratulo con il celebrante che ha ripescato questo magnifico componimento, tra l’altro molto recente perché uscito nel terribile e funesto 2020. Lo dedico a tutti gli artisti. Se lo meritano. Sono tra le categorie più colpite dall’attuale emergenza. Fanno parte di una schiera fondamentale di uomini e donne che contribuiscono a portare il sorriso e la cultura nelle nostre vite. Una serata al cinema o al teatro, un’esultanza allo stadio o al palazzetto, un abbraccio a un concerto… Tutto questo manca come l’ossigeno. Fortunatamente si può godere della televisione e del web che rappresentano più di un banale palliativo, ma certe esperienze non debbono essere dimenticate perché torneranno. L’essere umano non è un automa e non è in grado di vivere a lungo come se lo fosse.

MODELLI CHE LA REALTA’ IMPONE E COMPORTAMENTI NON CONSONI

Le folle viste nell’ultimo weekend nelle piazze sono qualcosa di non adeguato al periodo, ma diventa difficile esprimere giudizi. Sento parlare di “ignoranza”, di “cattiveria”, di persone che non riescono a identificarsi con la realtà. Mi dissocio da ogni commento. Non sono nella testa della gente e non conosco il motivo che l’ha condotta a tale comportamento. Non mi annovero il diritto di criticare situazioni di cui non sono sufficientemente consapevole. Dal mio piccolo borgo di provincia, sarebbe troppo semplice ergermi sull’altare. Da qui posso raggiungere facilmente le montagne innevate dell’Appenino o i boschi della collina senza incontrare nessuno, ma se vivessi nel cuore di Milano o di Torino, dopo più di un mese di zona rossa, forse sentirei la necessità di aria fresca in sostegno alla mia salute mentale. Sia chiaro: non voglio risultare l’avvocato del diavolo, ma nemmeno innalzarmi a paladino di una giustizia facile. Qual è la soluzione al problema pensata delle nostre Istituzioni? Molto probabilmente ci si dirige verso il rigore e nuove limitazioni alle libertà personali. Questo sarebbe anche accettabile. Voglio dire… si può pure vivere un Natale sobrio con l’idea che sia realmente l’ultimo sacrificio visto il progetto di una vaccinazione che dovrebbe concludersi nel corso del prossimo anno. Nonostante ciò duri da mesi, sia benvenuto un momento in cui si sta in casa con pochi intimi se non fosse che le decisioni vengono modificate così spesso. Troppo cambia nell’arco di 10-15 giorni. Le attività sono poste nelle condizioni di non avere un minimo di programmazione e lo stesso vale per le persone. Francamente, non mi pare accettabile perché si provoca un’estrema e giustificata confusione nella loro mente. Ci si appella al dato dei decessi che è sicuramente molto elevato, ma non si può colpevolizzare per questo solo l’atteggiamento dei cittadini. Esiste una sanità che, probabilmente, non è il vanto di cui tanti si fregiavano e certe decisioni, forse, non hanno avuto l’esito sperato. Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Mi pare, invece, di assistere a un grave “scarica barile” sui comportamenti del popolo. Si guarda al metodo tedesco e posso comprenderlo, ma in Germania non si assiste a una continua danza di repentine variazioni nelle norme. E’ troppo grave.

Domenica scorsa ho ascoltato l’omelia di un sacerdote che sottolineava come sia necessario “contagiare con la gioia”. Sono pienamente d’accordo e non lo affermo in base a una cultura cattolica che non rendo parte del mio pezzo. Lo sostengo aprioristicamente. Mi rifaccio a Jonh Lennon: Ci sono due forze motrici fondamentali: la paura e l’amore. Quando abbiamo paura, ci ritraiamo indietro dalla vita. Quando siamo innamorati, ci apriamo a tutto ciò che la vita ha da offrire con passione, entusiasmo, e l’accettazione”. Mi sembra tutto molto chiaro. Il terrore è l’arma utilizzata dai despoti. E’ un modo arcaico, ma sempre parecchio utile per schiacciare le masse senza lo strumento della schietta brutalità. Siccome non credo minimamente di trovarmi in una dittatura, non ne comprendo il ricorso da parte di molti esperti, mass media e pure di qualche Istituzione. Non è così che si convince un popolo, ma con il valore della ragione. Ritengo che, grazie al vaccino, prospettando un futuro migliore non troppo lontano, le persone comprenderebbero maggiormente qualche sacrificio.

MODELLI CHE LA REALTA’ NEGA, MA CHE SONO DA IMITARE

Benedici attori, musicisti, fantasisti e il popolo del circo. Tutta questa gente che comunica felicità. Attiva, positiva, generosa. Che sorride sempre”.

Mai versi sono più azzeccati. La serenità di tali persone, al contrario del terrore indotto da altri che non contribuisce a creare alcun sentimento positivo, è sana. Tale opera è fondamentale. Penso al Grande Fratello che ha prolungato il suo percorso comprendendovi anche le Festività Natalizie. Non sono solito osservare questa trasmissione, ma credo che un blogger abbia la necessità e il piacere di analizzare la realtà a 360 gradi ed essere informato su tutto. Lo faccio con estremo gradimento. Nonostante sia consapevole del fatto che emerga un importante scopo di lucro da parte di chi produce e partecipa al format, voglio ringraziare a nome dei suoi appassionati. Donare un attimo di sorriso e di svago è fondamentale alla stregua dell’opera del medico che salva la vita. Non esiste benessere fisico senza quello mentale e viceversa. Così comprendiamo che la terribile emergenza in cui viviamo è momentanea. Lo stesso ragionamento si può adottare per qualsiasi “attività non essenziale” e di diletto. Tra esse annovero pure gli sport e il calcio. Anche se dall’alto della sua notorietà qualcuno li denigra, non è così e riconosco il determinante ruolo sociale che vantato. Un istante di letizia strappata a qualcuno vale più di mille parole.

Perdonami SuperMario, ma lo devo fare… "Balotelli sta gettando alle ortiche la sua carriera. Non è un buon esempio per i giovani calciatori. Anzi la maggior parte di questi atleti non indica la retta via". Ma chi siete per vantare il diritto di sostenere certe tesi? Conoscete personalmente l’uomo? Siete suoi parenti o amici? Platone affermava: “ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia che non conosci. Sii gentile. Sempre”. Mi sento di seguire quella linea. Domenica ho ascoltato l’intervista di Dybala rilasciata dopo la sfida contro il Genoa e avrei voluto stringerlo forte. Mi sarebbe piaciuto donargli il calore umano che può lasciare un fratello. Paulo, so che vale poco, ma io ti ho compreso. L’argentino è stato lampante e ha mostrato tutta la sua sofferenza per quanto accaduto ultimamente. Da più parti si è sostenuto che la Joya avesse richiesto un cospicuo aumento dell’ingaggio per rimanere a Torino. Il sudamericano ha smentito ogni voce con poche parole, ma molto chiare. Qualcuno aveva persino insinuato che il suo atteggiamento non fosse rispettoso di una situazione generale drammatica. Il numero 10 ha zittito tante voci. Si è mostrato ragazzo maturo e forse pure più saggio di uomini colti, fatti e formati che accusano costantemente questi giovani mostrandone sempre il lato peggiore. L’argentino si è lasciato criticare e ha atteso lo stimolo per poter finalmente replicare. Un signore vero. Ammetto che, probabilmente, se fossi stato nei suoi panni, mi sarei scagliato verbalmente prima nei confronti di chi mi accusava. Non avrei concesso che simili attacchi volassero nell’etere. Sia chiaro: non critico la professione del giornalista. Le notizie devono essere riportate. Ciò che infastidisce è il castello di carta che si crea intorno con giudizi che possono ferire i sentimenti e l’immagine altrui. Penso si sia in grado serenamente di condurre un certo tipo di carriera priva del verdetto sul terzo anche perché il rischio è quello di prendere un enorme granchio poi non semplice da rimediare. Non voglio ricadere nel medesimo tranello e non mi permetto di procedere oltre nell’analisi.

Torno, invece, a Dybala. La Joya non vive il miglior periodo della sua storia juventina e questo mi pare abbastanza palese. Fatica a trovare alchimia con Ronaldo perché entrambi non sono centravanti e non amano il gioco spalle alla porta. La coppia composta dal lusitano e Morata pare ormai quella maggiormente solida. Il dieci ha notevoli chance di scendere in campo, ma quando la sfida sale di livello cede spesso l’onore delle armi. Non credo lo faccia con la felicità nel cuore. Nessuno ama coprire il ruolo di riserva in qualsivoglia ambito dell’esistenza e a qualunque livello. Dybala non ha mai manifestato una critica. Mai una polemica. Anzi, sono impressionanti le immagini dell’argentino che, insieme a Pinsoglio, contesta le proteste di Koeman dopo che la sua squadra stava annientando il Barcellona mentre lui osservava mestamente in panchina. Siamo franchi: in quanti godono nel vedere perdere i compagni senza la propria presenza?! L’abbraccio di Marassi con Pirlo dopo il gol al Grifone è un’immagine certamente più nitida rispetto a tutto il mio sproloquio. Questo è Paulo: un ragazzo umile e consapevole delle proprie difficoltà. Ha realizzato il centro capace di sbloccare una gara che, per la sua Juve, non stava volgendo al meglio. Avrebbe potuto non esultare o esprimersi con qualche gesto polemico e poco gradevole. Niente di tutto questo. Ha cercato chi non pare considerarlo una prima scelta e ha deciso di festeggiare con lui. Attenzione! Non sto parlando di un santo che porge l’altra guancia al suo aguzzino. Tutt’altro. Sto prendendo in considerazione un uomo intelligente che omaggia con gratitudine chi cerca di riportarlo in alto.

E il Papu Gomez? Non ho ben chiaro cosa sia accaduto tra lui e Gasperini e all’interno dell’Atalanta, quindi sarò molto breve. Posso soltanto affermare che, nonostante tutto, il sudamericano non si è mai astenuto dallo scendere in campo e soprattutto dal farlo con grande professionalità. Una Dea che pare frantumata al suo interno è riuscita nell’impresa di vincere ad Amsterdam contro l’Ajax, qualificandosi così per gli ottavi di Champions. E’ stata in grado di stendere 3-0 la Fiorentina mantenendo il passo in serie A. In altri ambiti della vita, non sempre chi dovrebbe unirsi e fare squadra riesce in tale opera. L’argentino ha scritto su Twitter: “Cari tifosi atalantini vi scrivo qua perché non ho nessun modo di difendermi e di parlare con voi. Solo volevo dirvi che quando me ne andrò si saprà la verità di tutto. Voi mi conoscete e sapete la persona che sono. Vi voglio bene, il vostro capitano”. Sono sincero: questo messaggio mi risulta assai criptico perciò non lo commenterò. Posso soltanto sostenere che una persona debba avere la sacrosanta necessità di offrire la propria versione dei fatti. Non mi sento di accusare un calciatore che, sebbene nutra difficoltà palesi, se chiamato in causa prosegue nell’offrire umilmente i suoi servigi. L’elenco degli esempi positivi tra questi atleti potrebbe proseguire a lungo. Guardo in casa Inter e penso al trattamento che, sino a poco fa, era riservato a Eriksen. Non conosco i motivi per cui Conte si ostinasse a schierarlo sempre a pochi minuti dalla fine del match. Non posso affermare per certo che volesse sfinirlo con l’obiettivo di un addio. Rimarco solo che il fantasista non ha mai accennato a una reazione scomposta o negativa attendendo quello che, a meno di clamorosi colpi di scena, sarà un epilogo scontato di gennaio.

Benedici attori, musicisti, fantasisti e il popolo del circo. Tutta questa gente che comunica felicità. Attiva, positiva, generosa. Che sorride sempre”.

Sì, signor Renato Zero, mi associo in toto e La ringrazio perché Lei è realista. Non esistono soltanto i giocatori, ma penso agli sportivi in generale con la dedica commovente di Vettel nei confronti della Ferrari nonostante un trattamento non proprio regale. Non ci si può dimenticare, poi, dei molteplici gesti di estrema generosità da parte di tali persone sempre molto attente al sociale e alla beneficenza. Mi rivolgo, però, anche agli attori, ai cantanti, agli showman in generale con la speranza che non siano posti in secondo piano e che emergano gli esempi positivi da loro manifestati. Penso alla Gregoraci e alle accuse ricevute perché palesava sovente la mancanza del figlio Nathan durante la presenza al GF. Si affermava che la separazione dal fanciullo derivasse da una scelta personale. Sì, è vero. Ma si tratta anche di una decisione professionale che merita rispetto. Non ci si crogioli in un giudizio prettamente economico. Il mestiere vanta pure un aspetto psicologico importante e, quando non è possibile svolgerlo, non ci si sente realizzati. Ciò vale per ogni categoria: medico, avvocato, operaio, barista, giornalista, blogger, politico, scienziato… Avrei sottolineato più volentieri l’atteggiamento di una madre che ha abbandonato un certo tipo d’impegno per ritrovare il figlio. Sono convinto che sia giunto il momento di crearsi una propria coscienza e di valutare l’altro senza pregiudizi legati alla sua posizione sociale. Si possono trovare modelli di vita in ogni settore, anche nel vituperato e “non essenziale” mondo dello spettacolo.