Terza sconfitta per il Milan in cinque giornate, la seconda consecutiva dopo il Derby, sconfitta maturata nella ripresa grazie a un Belotti con il diavolo in corpo.

Ma andiamo per ordine: il Milan visto a Torino è stato il migliore di inizio stagione per circa sessanta minuti, un Milan volenteroso soprattutto nei primi  45 minuti capace di creare occasione da gol non viste nelle gare precedenti. 

Come dicevo in precedenza, il Milan per sessanta minuti sembra di poter portare a casa i tre punti pur non esprimendo un gioco fluido da dire stiamo dominato fino a quando Belotti in quattro minuti decide di dimostrare a tutti la realtà della situazione siglando due reti la prima di potenza (Donnarumma poteva far meglio) il secondo in acrobazia (Romagnoli poteva far meglio).
Da qui in poi il Milan torna ad essere quello di sempre, squadra incapace di reagire, Piantek sembra il fantasma del giocatore ammirato nella scorsa stagione capace di capitalizzare tutto ciò che li transita attorno, Suso decide come al solito di non giocare più. E il mister dal canto suo decide di cambiare l'unico giocatore meritevole di applausi, ovvero Leao. 

Sintetizzando il tutto:
l'indiavolato Belotti fa risorgere il Toro matando, o per meglio dire, mandando il Milan sempre più in confusione i suoi giocatori, il suo allenatore, i suoi dirigenti.