Ieri, si è consumata una drammatica nemesi.
Il ragioniere di Livorno. Il calcolatore indefesso. Quello che, all’indomani del pareggio in casa per 3 a 3 contro il Parma, diceva: “Abbiamo accontentato tutti quelli che volevano vedere il bel gioco, che però alla fine non paga!”, è stato espunto dalla massima competizione europea ad opera di una squadra di ragazzotti, che gli ha dato una gran lezione di bel gioco.

Umiliato dal suo peggior nemico. È come se tutti gli “Arrighe” del mondo si fossero incarnati nei lanceri olandesi per dare un colpo ferale al modo bislacco di intendere il calcio dell’allenatore toscano.

La partita contro l’Ajax poteva finire anche con un risultato più pesante. Sulla carta, la gloriosa squadra olandese aveva una rosa nettamente inferiore a quella dei bianconeri, che mai come quest’anno potevano schierare una squadra di altissimo lignaggio.
Ciononostante, De Ligt e compagni non solo hanno corso il doppio dei nostri, ma ci hanno dato una lezione di personalità e di gioco come non accadeva dai tempi in cui incontravamo l’ultimo grande Barca.
Gli investimenti economici della società sono stati sostanziosi. Abbiamo portato in Italia il più forte al mondo. L’obiettivo era chiaro, vincere la maledetta.
Ed invece, con ogni probabilità, questa è stata la peggiore Champions degli ultimi anni: un girone di qualificazione nel quale, nonostante fossimo nettamente i più forti, abbiamo “vivacchiato”, rischiando di perdere il primato e quattro partite contro squadre di seconda e quarta fascia, tra ottavi e quarti di finale, nelle quali ci siamo imposti solo in un caso.

Analizzare lo spettacolo pietoso messo in campo dai nostri ieri, dopo averci illuso per mezz’ora, è superfluo. Diciamo semplicemente che alcuni giocatori schierati dal nostro dovrebbero trovare un’altra destinazione. Non è concepibile che quando in campo mancano gli “zebedei” di Mario e Chiello, ci ritroviamo con una massa giocatori impauriti, che dopo l’uno a uno si sciolgono come neve al sole, facendosi prendere a pallonate da gente che guadagna un decimo del loro stipendio.
Mi pare evidente che molti di questi “mollaccioni”, dagli inutili piedi buoni, abbiano fatto il loro tempo a Torino, e bisognerebbe mandarli quanto prima a giocare altrove.

I dati sono impietosi. Il mezzo fallimento stagionale è sotto gli occhi di tutti, e avrebbe dovuto dare la stura al definitivo giro di boa. È di solare evidenza, infatti, che il tempo di Allegri alla Juve è finito. Ed invece, ieri, dopo la figura barbina rimediata dai nostri allo Stadium, sia Agnelli che lo stesso tecnico ci hanno comunicato che proseguiranno la loro esperienza insieme.

Follia!!
Che senso ha tutto ciò?? Cosa altro deve fare Allegri per dimostrare che non è in grado di vincere una coppa internazionale neanche se gli comprassero Ronaldo e Messi insieme? Possibile che sia sufficiente vincere uno scudetto per palese inferiorità delle concorrenti per meritarsi la riconferma?
Non hanno insegnato nulla ai nostri le sconfitte patite prima in coppa Italia contro l’Atalanta e poi in Champions contro gli olandesi? Due squadre nettamente inferiori tecnicamente, che con un ritmo e un'organizzazione tattica ben superiori ai nostri, ci hanno eliminato da due coppe.
Vi siete mai chiesti per quale motivo, ogni volta in cui la squadra è chiamata a soverchiare l’avversario per manifesta superiorità – tranne che nei casi eccezionali in cui è costretta agli assalti disperati al forte apache – il gioco offensivo (al lordo di CR7) è sempre confuso e inconsistente?
Nessuno ha notato che la Juve di Allegri ha raggiunto gli insperati obiettivi in finale perché non era quasi mai chiamata a comandare il gioco né partiva da favorita, ma poteva calcorare, vivacchiare, chiudersi, controllare e ripartire?? Questo è il gioco che conosce il nostro tecnico, nient’altro.

Tuttavia, mettiamo pure da parte le considerazioni sul gioco/non gioco di Allegri; non pensiamo alle stronzate che ogni anno dobbiamo sorbirci da settembre e febbraio, mesi in cui non si corre e si gioca male perché quello che conta è correre e giocare bene da marzo in poi. Si è visto!!!
Dopo cinque anni, credo sia giunto il momento di provare a percorrere altre strade tecniche; portare nuove idee e sposare un nuovo progetto, nel tentativo di provare ad imporci anche in Europa e a mettere in campo uno straccio di idea di gioco corale?

Queste scarne considerazioni mi sembrano inopinabili. Ma pare che a Torino non la pensino così. Ormai il pragmatismo allegriano ha fatto breccia anche in società.
Meglio calcolare, soppesare, ponderare, ragionare, chiudersi in difesa, tenere le posizioni e provare a vincere il prossimo anche il prossimo scudetto nel campionato degli zombi… che rischiare, innovare, percorrere nuove strade e cercarsi un nuovo tecnico capace di farci arrivare a conquistare l'unico obbiettivo plausibile per i prossimi venti anni...