Tornare alle origini per trionfare, spiego così le 8 vittorie di fila dei cugini nerazzurri che alla prima partita del nuovo anno hanno strapazzato per 6-2 un Crotone mai domo ma obiettivamente troppo scarso per il tipo di calcio che vuole proporre Stroppa, ci sta giocarsela a viso aperto ma a tuo rischio e pericolo, sai che potresti incappare in fragorose battute d'arresto contro questi avversari e così è stato.
Fatta l'analisi al Crotone, mi preme ricordare da dove questa striscia clamorosa dell'Inter (nessuno in questa stagione ha vinto 8 gare consecutive di campionato) parti'. Eravamo ancora nel bel mezzo della Champions League, i nerazzurri avevano già abbondantemente compromesso il loro cammino europeo perdendo indecorosamente a San Siro contro il Real per 2-0, mentre in campionato l'andamento era buono ma non troppo.
Il 28 novembre la sfida spartiacque, il match che ha distolto definitivamente Antonio Conte dal "calcio d'assalto, dal segnare un gol in più degli altri, dall'esperimento trequartista". Quel giorno l'Inter va a Reggio Emilia contro il Sassuolo secondo, un vero e proprio test per provare le ambizioni di un Inter da ritrovare, che prende troppi gol, che ha i reparti completamente scollegati e che fatica a reggere questo stranissimo cambio di rotta impartito dal suo allenatore. Sarà proprio quest'ultimo però ad ordinare il ritorno alle origini: il tempo degli esperimenti, della ricerca del bel gioco è finito, ora si torna al compatto 3-5-2 tutto corsa e intensità e al diavolo il football di qualità. 
Lo scotto della finale di Europa League aveva portato Antonio Conte a progettare un'altra Inter, una squadra che facesse un calcio di dominio, di stampo europeo ma inutile, certe abitudini non si cambiano e se lo fai ti recano solo danni profondi. In tutte le maniere è stato tentato questo cambio pelle ma ciò ha fatto perdere tutte le sicurezze acquisite nella passata stagione, immagino Conte dire: "bene, io ci ho provato a fare qualcosa di diverso ma così non va. Se dobbiamo morire dobbiamo farlo con le mie idee, con il mio modulo, con il mio schema". Così addio trequartista (con buona pace di Eriksen), addio atteggiamento arrembante e testa dentro il carrarmato. L'Inter strapazza il Sassuolo 0-3 ed è da lì che inizia l'annata nerazzurra. La difesa continua a prendere ancora qualche gol di troppo ma sono molti meno rispetto alle prime giornate, a centrocampo spazio alla regia di Brozovic e all'inossidabile barella, sugli esterni trova sempre più spazio il soldato Darmian, simbolo della sostanza contiana anche se ora c'è un Hakimi che sta gridando al mondo di essere un laterale devastante. Un uomo decisivo per distillare qualità è Sensi, frenato dai soliti problemi fisici ma capace di dare quell'imprevedibilita' capace di aprire i match chiusi, mentre in avanti c'è una delle partnership meglio integrate d'Europa: la LU-LA! Lautaro Martinez e Lukaku sono nati per giocare insieme, il Toro di Bahia Blanca è già a 9 centri in campionato, ha aperto l'anno con una tripletta e conferma giorno dopo giorno di essere uno dei potenziali migliori centravanti del mondo. Invece per BIG ROM parlano i numeri: 50 gol in 70 partite con l'Inter, sesto giocatore della storia che ha impiegato meno partite per arrivare a questa cifra di gol in A, il sottoscritto spesso e volentieri lo ha criticato, ma questo Lukaku è inattaccabile: ha uno strapotere fisico da far impallidire, in serie A il 90% dei difensori gli sbattono addosso e rimbalzano, ieri segna un gol bullizzando Luperto che addirittura lo abbraccia per fermarlo (non ci riuscirà). 

L'Inter ha tutto da perdere, nessuna come lei è obbligata vincere questo campionato e le condizioni sembrano esserci tutte. Questa squadra è condannata a giocare così per arrivare fino in fondo, per l'Europa servirà altro, ma ad Antonio Conte poco importa, il campionato aveva la priorità su tutto e ho la netta sensazione che il gioco dell'Inter basti per arrivare al colpo grosso.
È una squadra che ti ammazza in ripartenza, ha due centravanti di caratura mondiale, ha un esterno tra i più perforanti del continente, ha addosso l'organizzazione maniacale contiana e soprattutto NON HA RIVALI A LIVELLO FISICO E ATLETICO! Spesso e volentieri l'Inter esce alla distanza, quante volte ha indirizzato la partita nell'ultima mezz'ora finale.
Fortuna? Non direi quando come preparatore atletico hai il professor ANTONIO PINTUS, un luminare nel campo e vero valore aggiunto dell'equipe contiana, basti pensare che era lui il preparatore atletico del Real di Zidane che tra il 2016 e il 2018 vinse 3 Champions. 
E fidatevi che questo aspetto farà tutta la differenza del mondo...