L'adolescenza è una tappa fondamentale per qualsiasi essere umano; un pecorso doloroso, una fase di transizione, il momento in cui si esprime una sintesi tra le proprie paure e le piccole certezze acquisite. La crisi adolescenziale si presenta come un processo di "acneizzazione" del soggetto finalizzato ad un mutamento fisico e psicologico in grado poi di determinare il prosieguo del proprio percorso di vita.
Che Federico Bernardeschi sia in una fase di limbo calcistico, afflitto da una crisi adolescenziale di natura tattica è un dato oggettivo che vede la ricerca della collocazione tattica ottimale del singolo in funzione dei meccanismi dell'intera squadra, il punto d'equilibrio tra la maturità del calciatore italiano e l'identità del collettivo bianconero.

Duttilità vs Specializzazione
Nella conferenza stampa di presentazione da allenatore della Juventus, Maurizio Sarri parlando di Bernardeschi evidenzia la necessità da parte del calciatore bianconero di specializzarsi in un ruolo definito. Tale asserzione trova conforto nella rappresentazione dogmatica del tecnico toscano, che prevede un sistema coerente in grado di generare equilibrio tra le variabili, ma incontra la necessità di costruire il vestito adatto all'esterno (esterno?) bianconero per presentarsi poi al ballo in perfette condizioni. Bernardeschi, quindi, nel ritiro estivo di questa stagione (2019/2020) inizia ad interpretare il ruolo di esterno destro nel 433 con Higuain e Cristiano Ronaldo a completare il reparto. L'esordio in campionato avviene nella terza giornata, proprio a Firenze, subentrando a Douglas Costa nei primi minuti del primo tempo per un infortunio dell'ala brasiliana. Federico non brilla dal punto di vista fisico, così come tutta la squadra in quella precisa partita, ed egli sottolinea l'incapacità di controllare una esuberanza fisica ala gestione tecnica della palla e al decision making in fase di rifinitura. Bernardeschi si presenta come quei ragazzi afflitti da una rabbia interiore e incapaci di canalizzarla all'interno di un'attività creativa per stemperare la tensione ed acquisire leggerezza. Sarri in Bresca- Juventus del 24 settembre 2019 decide di passare al rombo d'attacco; qui, Bernadeschi si alterna con Aaron Ramsey nel ruolo del vertice alto del centrocampo, in supporto alle punte. Il calciatore azzurro acquisisce credibilità nel ruolo sopratutto in fase difensiva; memorabile è la partita di Bernardeschi a San Siro in Inter- Juventus del 6 ottobre 2019 dove, in fase di primo pressing, il numero 33 bianconero aveva il compito di prendere Brozovic impendendo al centrocampista croato la verticalizzazione verso le punte e la conseguente giocata ad "elastico" tipica di Conte. Con l'uscita di Bernardeschi infatti la Juventus perde il controllo di Brozovic e l'Inter prende campo in una porzione del secondo tempo. Da trequartista Bernardeschi segna anche l'unico gol in questa stagione, in Champions League contro il Bayer Leverkusen; il ragazzo, in questa posizione, sembra aver trovato fine al percorso di specializzazione garantendosi una continuità tattica nel ruolo di vertice di un centrocampo a rombo.
Però, nel corso dello svolgersi degli eventi, Sarri decide di riproporre il 433 sia con tridente pesante (Dybala-Higuain-C.Ronaldo), sia la versione con l'ala destra (Douglas Costa); Bernardeschi ridiventa succube delle decisioni dell'allenatore e Sarri, per non perdere l'anima del ragazzo nel limbo, decide di ricollocarlo mezz'ala destra in un centro campo a 3. Il ruolo designato non è una novita per Federico perchè appartiene al volere del precedente allenatore bianoconero (Max Allegri) che prefigura in Bernardeschi un futuro da mezz'ala. Infatti, la miglior partita di Bernardeschi nell'immaginario collettivo del tifoso bianconero, rimane quel Juventus-Atletico di Madrid del 12 marzo 2019, ritorno degli ottavi di Champions League, dove Fede è autore di una prestazione sontuosa. La memoria calcistica rivela la gallopatta del biondo fantasista (fantasista?) partendo da mezz'ala sinistra nella propria metà campo finendo poi tamponato da Correa, incapace di contrastare la forza atletica del bambino prodigio. Bernardeschi con Sarri gioca da mezz'ala destra una parte del secondo tempo nei quarti di finale in Coppa Italia contro la Roma, evidenziando una fase di applicazione tattica e gestione tecnica da rivedere e da allenare con continuità.

Il ritorno alle origini nel calcio nel Covid-19
L'adagio recita che, nei momenti di crisi, per ritrovare forza e vigore, bisogna ritornare alle orgini per carpire la propria identità. In Bologna Juventus di lunedì 22 giugno Bernardeschi è titolare nel 433 di Sarri come esterno destro d'attacco (di nuovo?) con Dybala e Ronaldo. Questa partita evidenzia il passo in avanti del biondo adolescente per uscire dal limbo ed intraprendere un percorso di crescita. Bernardeschi inizia e finisce bene, da esterno destro in fase di possesso egli duetta egregiamente con Paulo Dybala intercambiandosi la posizione costantemente; se Dybala è centrale, Bernardeschi si propone come esterno cambiando poi gioco per l'avanzata del terzino sinistro e trovando Ronaldo libero di puntare; se Dybala si decentra sulla destra allora Berna si accentra in posizione centrale, quasi da vertice di un rombo, con Ronaldo che detta un passaggio in profondità e il calciatore italiano libero di calciare o rifinire il compagno. In fase di non possesso egli porta il pressing feroce sul centrale che si allarga nella costruzione bassa del Bologna fino ad inseguire la sfera nei retropassaggi paurosi a Skorupski; se il primo pressing della Juve è inconsistente, allora il biondo azzurro scala ad esterno destro componendo un centrocampo a 4 ed aiutando Cuadrado nelle mansioni difensive. La sinedocche della partita di Bernardeschi è riscontrabile in un episodio del secondo tempo, dove partendo da esterno egli punta il difensore, rientra sul destro, ed esplode il proprio sinistro sul palo opposto, incontrando la resistenza del legno della porta a togliergli una gioia ricercata.

Il percorso bianconero di Bernardeschi fino alla partita con il Bologna è la sintesi di una ricerca continua della collocazione tattica specifica del calciatore in grado di valorizzarne le caratteristiche in virtù degli equilibri della squadra. Il viaggio per diventare uomo è arduo e una partita interpretata bene è il primo passo verso l'uscita da una zona franca in grado di inibire il talento del giocatore bianconero. Come tutti i ragazzi che affrontano i mostri dell'adolescenza, Bernardeschi ha bisogno di fiducia e continuità per esprimere il proprio potenziale ed uscire dal momento di transizione in una forma differente e compiuta in grado di determinare il proprio percorso umano e professionale.