Anche all'inizio di quest'anno, come sin troppo spesso accade, assistiamo a vari cambi di panchine improvvisi, più o meno sensati. Sicuramente uno degli esoneri che hanno generato più rumore è stato quello dell'ormai ex-allenatore del Bayern Monaco, Niko Kovač.

Un rapporto difficile

Per prima cosa bisogna dire che il croato e la dirigenza bavarese non si sono mai stati troppo simpatici, per usare un eufemismo. Dal suo arrivo al Bayern non sono mancate le critiche della dirigenza, dei tifosi ancora legati al mitico Jupp Heynckes e soprattutto dei giocatori di maggiore esperienza (e permanenza) nello spogliatoio, i cosiddetti "veterani". Fra questi possiamo nominare gli ex Robben e Ribery, Hummels, e soprattutto Muller, Neuer e James Rodriguez, che l'hanno criticato apertamente più di una volta, spesso di fronte a tutto lo spogliatoio. Screditandolo di fronte ai più giovani.

Gioventù promossa, veterani bocciati

Non giocare rimane la punizione peggiore per un giocatore di calcio: e Kovac ne ha fatto ampio uso, non facendosi problemi ad accomodare in panchina pilastri come Robben, Ribery e Hummels, dando spazio a giovani di grande prospettiva come Kimmich, Sule, Coman e Gnabry, che si sono definitivamente affermati al Bayern proprio con l'allenatore croato: Joshua è diventato un leader dello spogliatoio, Nicklas è diventato uno dei migliori stopper di Germania (il migliore secondo Rummenigge) e d'Europa, mentre Kingsley e Serge sono passati dall'essere considerati  "stelle bruciate" al finire sulle liste dei desideri di tutte le big d'Europa. Ma questa scelta chiara, di aprire un ciclo con dei giocatori giovani, non è stata accolta con entusiasmo dalla dirigenza, che si aspettava dei risultati. Subito. Nonostante ciò sia impossibile.

La ribellione

Perciò si sono ribellati prima i dirigenti del Bayern, che vedevano sfuggirsi di mano dei grandi guadagni. L'anno scorso per l'uscita agli ottavi di finale di Champions, quest'anno per il titolo non più sicuro. Poi si sono ribellati i giocatori più esperti, che non giocavano più. E hanno spinto i giovani a fare lo stesso, non ascoltando le indicazioni di Kovac. Ed infine la tifoseria, abituata ai successi degli anni precedenti, non ha avuto la pazienza di aspettare per ottenere dei risultati.

Nonostante tutte le critiche, Kovac si trovava in piena lotta per il titolo e aveva in mano una delle squadre favorite per la vittoria della Champions. In cui aveva battuto per 2 a 7 il Tottenham. Ma di questo nessuno ha parlato. Come nessuno ha parlato dell'ultimo discorso dell'allenatore ai giocatori, in cui aveva definitivamente spazzato via ogni dubbio: il suo tempo al Bayern era finito, tanto valeva togliersi qualche sassolino dalla scarpa con quei giocatori che non l'avevano ascoltato.


Arriva Pochettino

Ma l'eventuale arrivo di Pochettino aumenta veramente le possibilità di vittoria del Bayern?

Facciamo un paio di conti: l'allenatore argentino non ha vinto nulla con il Tottenham, nonostante la sua squadra giocasse un buon calcio e fosse quasi sempre fra le prime tre d'Inghilterra. Ma quindi, il Bayern, vuole giocare un bel calcio o vincere? Perchè se l'obbiettivo è il primo, hanno fatto benissimo a prendere Mauricio. Se l'obiettivo è il secondo, mi dispiace, ma c'è qualcosa che non va, perchè Kovac ha vinto molto di più che Pochettino. E ha vinto anche a Francoforte, una piazza che non ha un quarto della potenza economica degli Spurs. 

Parlando dell'aspetto tecnico-tattico, invece, il Bayern è la squadra perfetta per Mauricio: ha una punta da 30 goal a stagione, esterni e terzini rapidi e un trequartista di gran classe. Se riuscirà a tirare fuori il meglio dai suoi nuovi giocatori, avrà fra le mani la migliore squadra al mondo, e potrà tranquillamente puntare al Triplete. Ma sarà così facile in una piazza che ha avuto il coraggio di togliere di mezzo Kovac, molto simile a lui?

Ai posteri l'ardua sentenza.