La mia vita iniziò nei lontani anni '80 e per i primi 10 era passata tra studio, divertimento e strada, era una vita in cui un ragazzino del mio tempo si divertiva nel vero senso della parola, e come? A tutti i giochi che si fanno in compagnia: Guardia e Ladri, Nascondino, Palla Avvelenata, Sette Piastrelle, oltre ad una miriade di giochi inventati giorno dopo giorno che andavano poi nel dimenticatoio perchè già se ne pensava ad uno nuovo.
Il mio rapporto con i videogame iniziò nel 1992, quando a mio padre gli venne regalato un Commodore 64 da un vicino che stanco di giocare lo passò a me, che non sapevo nemmeno cosa fossero i videogame, così dopo che mio padre lo sistemò nella mia stanza seduto davanti ad uno schermo cubitale scoprii che l'inserire una cassetta, che fino a pochi minuti prima sapevo servisse soltanto per ascoltare musica in un mangianastri, portasse su quello schermo dei giochi del tutto sconosciuti fino a quel momento e lì oltre a vari giochi tra cui Byonic, pupazzetto che faceva delle buche per farci cadere i nemici, c'era anche un gioco di calcio ad una porta sola e nel quale c'erano soltanto due squadre, una delle quali era il Southampton.
Il mondo videoludico non prese però il sopravvento, anche perchè preferivo scendere e giocare in strada: sì, essendoci nato e cresciuto preferivo accenderlo soltanto nelle ore in cui non si poteva uscire e soprattutto dopo i compiti giornalieri, quindi stringendo mezz'ora era più che sufficiente.
Nel 1992 con il mangianastri che si era rotto, mio padre decise di comprarmi la Nintendo Nes più pistola (c'era nella scatola anche Duck Hunt nel quale si utilizzala la pistola) e la prima versione di un videogioco che nel tempo avrebbe fatto storia; Mario Bros. Il mio rapporto con la Nitendo Nes cresce quando insieme a Mario Bros nel regalo di natale c'era anche il Konami Hypper Soccer, con il quale iniziai ad adorare quella versione tanto che i miei amici, che ancora non ne possedevano una di console, salivano in casa mia e giocavamo a fare le sfide, era divertente ma anche in quel caso c'erano delle regole, non più di un'ora e poi si scendeva o si stava in casa a vedere i cartoni animati.

Appena adolescente ecco l'esplosione della Sony con la Playstation, al tempo la prima costava 750 mila Lire e non potendocela permettere né io né i miei amici andavamo nei pomeriggi da Giotto, negozio tra i tanti di elettrodomestici che ne disponevano per prova e giocavamo all'unico gioco disponibile Actua Soccer sbizzarrendoci con campionati interi, la gente non si fermava che a vedere perchè noi non ci scollavamo da quei Joypad e passavamo almeno due ore incollati o fin quando i commessi non ci dicevano di andare via.
Così nel 1995, sempre grazie ad un padre che non accettava che il figlio restasse per ore davanti ad una televisione, mio padre la prese per sole 100 mila Lire più due giochi Internacional Soccer e Derby gioco di autoscontro. International Soccer era il gioco precedente insieme a quello dell'anno dopo alla trafila dei Fifa partito nel 1996. Internacional Soccer era la prima evoluzione del calcio più vero, almeno per il tempo, abituati a vedere cubetti che si muovevano come robot più che calciatori, in quel caso con le scuole medie alle spalle e le superiori appena iniziate ci chiudevamo in vari tornei che si giocavano su più case e anche lì c'era sempre la regola del non più di due ore al giorno, almeno in compagnia davanti una tv. I videogame e il calcio reale andavano di pari passo cosa che poi i vari Fifa dal 96 in poi divennero sempre più reali accompagnati anche dai vari Pes che nel tempo divennero veri e propri cambi di battaglia a suon di milioni virtuali per comprare questo o quel giocatore.

Negli anni crescendo non è mai passata la mia passione dei videogame, certo ai soliti giochi di calcio ho abbinato sempre più spesso quelli di spionaggio, d'indagine e di guerra, anche se poi il calcio ha sempre prevalso del tutto, entrando poi a far parte degli intermediari di calcio la mia passione mi ha sempre spinto a cercare trattative che nella realtà sembravano fantascenza in veri e propri colpi di mercato nei videogame, sì è vero, alla fine il club disponeva di talmente tanti soldi che la formazione diveniva imbattibile al sistema operativo, per questo si costruivano tra amici le squadre con ognuno il proprio ruolo; c'era chi giocava, chi la metteva in campo, chi faceva il mercato e chi faceva il presidente. Cosa comprendeva fare il presidente? Era un arduo 'lavoro' perchè spesso ci si trovava a 'discutere' sugli acquisti soprattutto quando il budget era risicato e si spingeva per più acquisti in più reparti che al singolo giocatore di spicco.

Con il passare degli anni, anche superando i venti e i trenta, la nostra voglia di giocare non è passata anzi, quando il tempo lo permette ci riuniamo a casa di uno di noi e ci ributtiamo come un tempo come se quei ragazzini non fossero mai cresciuti davanti a quello schermo e che di colpo dagli uomini grossi e maturi, quel videogame che oggi sembra portare sempre più realtà con le partite online, ci portasse a tenere unito un gruppo che era partito nei lontani anni '80 e che ancora oggi si ritrova tra pranzi, cene, feste e su un tavolo di trattative agguerrito.
E le nostre famiglie? Si sono messe l'anima in pace per quelle due o tre ore...