Sono sincero. Sono francamente piuttosto allibito. Oggi non farò lunghi incipit. Niente preamboli. Voglio essere diretto, schietto e conciso. Potrei risultare persino duro, ma non lo rinnegherei. Penso si stia raggiungendo un limite che non dovrebbe nemmeno essere sfiorato. Mi pare sia stata intrapresa, con il piede schiacciato sul gas e una guida sicura come quella di Hamilton, la strada che conduce diritti alla distruzione del calcio: o si frena bruscamente o si polverizzerà in un amen la passione di circa 20-30 milioni di italiani. Si corre alla velocità di Bolt verso l’obiettivo e lo si fa con una nonchalance degna di nota. Perchè? O come direbbe Mourinho: “Pourqué?”. Quale infido giochino si nasconde dietro certi atteggiamenti? Chi è il grande macchinatore che muove i burattini? No dai, non sono complottista. E’ la giustificata paura che conduce molti al pessimismo più totale. Non si può certo colpevolizzare il covid-19. O meglio, sicuramente il malgradito ospite è la causa principale di quasi tutti i mali dei nostri giorni ma, suvvia, non viviamo più nel passato. “Panta rhei” sosteneva Eraclito. Tutto scorre e anche la prima fase dell’emergenza è finita. Attenzione, l’aggettivo utilizzato non significa che siamo fuori da ogni pericolo. Tutt’altro. Non è una questione di gravità della malattia su cui non mi esprimo perché non sono un medico. E’ chiaro, però, che il SarsCov2 è più noto. Si dispone di maggiori e migliori strumenti per affrontarlo. Per 8 mesi ho sentito ribadire: “Siamo di fronte a un fenomeno che non conosciamo”. Bene, ora non è più credibile che sia così e i risultati lo attestano. Si sono elaborati centinaia di protocolli, adottate miriadi di misure. Adesso basta! Quella scusante non può più essere considerata tale altrimenti ci si sente ridicolizzati e si pensa che ogni strumento assunto sia stato inutile. Non è vero. In tale ottica non si deve immaginare un nuovo lockdown generale e mi pare che le Istituzioni lo confermino.

IL CALCIO E’ UN MONDO SICURO
Benissimo. Se ciò vale per ogni attività perché non deve trovare conferma nel calcio?! Il protocollo che viene applicato a questo sport è uno dei più rigidi in assoluto. Si pensi all’eclatante “caso Genoa” che ha sollevato un polverone degno di Clinton e Lewinsky. Questa situazione mi risulta più indisponente della sveglia al mattino. Ne va della reputazione di professionisti che sino a ora sono stati impeccabili. La normativa Figc ha palesato immensa efficacia. Lo scorso finale di campionato avrebbe dovuto essere un’ecatombe di contagi e la vittoria schiacciante dei sostenitori dello stop definitivo. E’ stato così? Se non ricordo male, no. Il torneo è terminato regolarmente con un solo caso di covid-19 all’interno del gruppo-squadra del Parma. Il fatto che non si trattasse di un calciatore non fa alcuna differenza. “Professor Nanni, grazie! L’elaborato della Figc funziona”. “Dottor Gravina, complimenti! Ha salvato il pallone dal baratro”. “Ministro Spadafora, onore a Lei! Dopo un inizio di esagerato ostracismo si è reso conto del fatto che il torneo era da salvaguardare così come il sistema. Queste sono le parole che avrei voluto udire. Invece… Pessimismo. Siamo un popolo triste che si avvilisce al primo inghippo. No, signori. Non è corretto affermare che questa sia una prerogativa dei giovani. Loro sono solo lo specchio della società che li contorna. Non sono eremiti. Vivono nel contesto. Sono individui con un’anima e una capacità di discernimento. Se vengono inviati solo messaggi tristi come fanno a notare un futuro luminoso ed essere sereni? O sono schizofrenici o non vi riescono. Quindi, basta! Il protocollo della Figc funziona molto bene. Oscar Wilde affermava che “essere immaturi significa essere perfetti”. L’impeccabilità è una facoltà tipicamente divina e nemmeno la Federazione Italiana Giuoco Calcio possiede tale dote, ma non si può cercare appiglio su un singolo caso per sostenere che la sua normativa vada modificata. Si tratta di una tantum che può accadere soprattutto alla luce di un aumento generalizzato dei contagi a livello nazionale. Non è finita. Sino a venerdì scorso, le compagini dovevano sottoporsi a tamponi ogni 4 giorni. Poi, il Comitato Tecnico Scientifico che ci governa. Pardon, che consiglia le Istituzioni, ha avallato la possibilità di ridurre il numero dei test. Ditemi Voi in quale altro settore viene eseguito un dato così elevato di verifiche! Si consideri un caso eclatante… La scuola! Allora, il personale, non gli studenti, su base volontaria, non obbligatoria come nel mondo del pallone, ha eseguito i sierologici a inizio anno con il rischio palese che un risultato negativo avrebbe avuto tutto il tempo per modificare il proprio status. I protocolli di tale ambiente sono molto rigidi rispetto agli isolamenti, ma non mi pare prevedano screening con estrema frequenza. Al di là delle teorie del Professor Bassetti che sono assolutamente condivisibili, qual è lo strumento migliore per individuare il covid-19? Proprio i test. Aristotele mi insegna che, se il modo più efficace di isolare i sintomatici è tramite il detto strumento e nel calcio questo avviene con estrema frequenza, è anche più probabile che in tal settore si allontani la possibilità di contagio. Ammetto, però, che subentrano delle variabili legate al rispetto delle regole. Su questo non ci piove. In ogni ambito devono essere seguite al 100percento. Non ditemi, comunque, che gli atleti non sono al sicuro, che sono usati come cavie o che la salute viene sacrificata sull’altare dell’economia perché è una retorica ormai un tantino stancante. Concludendo: se c’è un luogo sicuro, è proprio il calcio. Signori, se chiudiamo il settore tanto vale tornare al lockdown generale perché, temendo da quelle parti, non oso immaginare cosa possa accadere altrove. Il professor Crisanti può discutere della “quarantena soft” ed è tematica di cui non tratto in quanto non ne ho le competenze, ma mi affido al parere positivo rispetto al protocollo di tutti quegli esperti che, a differenza dell’egregio virologo, sono insider.

I CASI DI PLURIPOSITIVITA’
Ecco, se proprio si vuole trovare una pecca al sistema elaborato dalla Figc è quella relativa al caso di pluripositività in un gruppo-squadra. Non ci giro intorno. Si tratta di vuoto normativo che è stato sanato troppo in ritardo. Quanto successo al Genoa, però, è caduto a fagiolo per un miglioramento. La Lega Serie A ha deciso all’unanimità di adattarsi alla normativa europea. Se una squadra dispone di 12 giocatori di movimento e un portiere, la gara non può essere rinviata. C’è l’eccezione. Se una compagine presenta 10 atleti positivi nel corso della settimana può chiedere il rinvio della sola partita successiva. E’ un bonus di cui può usufruire esclusivamente una volta nel corso della stagione. Se la società lo ha già sfruttato, scende in campo o perde 3-0 a tavolino. Il Grifone lo utilizza contro il Toro. Il match di sabato è rinviato a data da destinarsi. La ritengo una buona decisione. Ciò dimostra che le risposte ai problemi vi sono e che occorre evitare psicodrammi. Odo sovente parlare di “regolarità del campionato” . Scusate ma: “cosa significa?” Lo dice la parola medesima: rispetto del regolamento. Se si segue quella linea, una competizione non può considerarsi alterata. Punto. Si consideri l’assurdo. Da domani il limite di velocità nelle autostrade diventa dei 100km/h. Sino a oggi era fissato a 130 Km/h. ALERT!!!!! NON E’ COSI’. TRATTASI DI SEMPLICE ESEMPIO. Se Tizio viaggia a 120 km/h, subisce la sanzione. Questa è corretta? Sì. Perchè? Lo stabilisce la legge. In altre parole: se si determina il fatto che una squadra deve disputare l’incontro dal momento che presenta 13 giocatori disponibili facendo riferimento pure alla Primavera, quella è la regola. Fine. Dalle mie parti, si dice: “Non c’è santo che tenga”. Si potrà discutere della bontà e, persino, dell’equità della norma, ma non ci si può permettere di affermare che, dal punto di vista giuridico, il campionato è falsato. Ci si trova in un momento particolare. E’ inutile nasconderlo. Il pubblico può partecipare alla gara nella misura di mille persone. Le squadre giungono alle sfide dopo settimane travagliate con possibilità di vedere gli allenamenti modificati a causa del covid-19… E’ così. Non si scappa dalla realtà, ma ci si deve convivere. La soluzione, quindi, esiste e non è mai il blocco. Il fermo rappresenta la “non soluzione”. E’ la vittoria del virus e della morte sulla vita. Il momento della stasi è già stato superato e un ritorno al passato significherebbe un dramma psico-economico senza precedenti. Ritrattando di calcio, vi propongo un’alternativa che avrei seguito io per rendere la situazione meno macchinosa. Vi prego di immaginare un diagramma a flussi che chiaramente non posso disegnare. Si ponga il caso in cui vi siano più contagiati in una compagine. Si deve ricorrere all’ASL di competenza. Da quella, non si scappa. Se ordina la sospensione della gara, non si può fare altrimenti. E quindi? Si deve fare riferimento alla Figc. Perchè non alla Lega Serie A? Beh, quest’ultima è composta dai vari presidenti delle squadre di calcio che potrebbero avere un conflitto d’interessi. La Federazione è superpartes. Tale organo valuta. Esiste la possibilità di un rinvio ad altra data? Sì. Bene, così sia. No. Ahimè la compagine che ha presentato il problema, subirà una sconfitta 3-0 a tavolino. Ma non è giusto! Non si può parlare di responsabilità oggettiva! Il coronavirus non è colpa della società che lo patisce! Intanto è sempre da dimostrarsi, ma tale affermazione risulta tendenzialmente vera. Fino a oggi, però, ci siamo detti che viviamo un periodo assolutamente particolare. Purtroppo, non si riesce a essere perfetti. Non vedo altra chance. Si ritorni al punto iniziale dello schemino. L’Azienda Sanitaria Locale concede la possibilità di disputare il match. Per quale strano motivo non ci si dovrebbe attenere alla normativa Uefa? Bastano 13 giocatori disponibile per giocare. Punto. Senza appello. Si può pensare che non sia sportivamente equo. E’ vero, ma ribadisco che il calendario attuale non concede troppe alternative. Gli interessi economici superano quelli sportivi? Sì, ma è una situazione momentanea. Preferireste mandare in tilt un sistema con un eccesso di rinvii? Non credo. Questa motivazione, mi apre le porte all’ultimo riquadrino del diagramma. Se la squadra non ha la possibilità di schierare il numero obbligatorio di giocatori, si rispetta quanto detto sopra: 3-0 a tavolino per gli altri.

PS: Leggo ora un interessantissimo articolo di Stefano Agresti dal titolo: “Caos Covid, l’ultima follia: non esiste la regola sui rinvii delle partite. Se salta Genoa-Torino, allora Juve-Napoli”. Mi trovo ancora una volta in linea con quanto sostenuto e vorrei fornire il mio sostegno al Direttore perché riguardo al rapporto tra il pallone e il coronavirus noto che abbiamo praticamente il medesimo pensiero.