Ultimamente, nel mondo del calcio, viene fuori qualche moralista. In questi ultimi giorni, prima c'è stata la dura accusa di Commisso, presidente della Fìorentina, contro Vlahovic e il suo procuratore, perché l'attaccante ha scelto di non rinnovare con i viola preferendo club con maggiore prestigio e di conseguenza ingaggio superiore, poi è arrivata l'accusa di Sarri che ha dichiarato che nel calcio di oggi si pensa solo al denaro. Sinceramente, per quanto riguarda il caso Vlahovic, credo che un giocatore sia libero di scegliere dove giocare e quanto guadagnare, la cosa importante è che dia sempre il massimo per la maglia che indossa.
Per quanto riguarda Sarri, invece, penso che proprio lui debba fare un attimino un esame di coscienza, prima di accusare altri di essere troppo attaccati ai soldi. Non mi sembra che Sarri, quando è passato dal Napoli alla Juve abbia imposto ad Andrea Agnelli di pagargli lo stesso stipendio che gli versava De Laurentiis, ma era uno stipendio più alto, in più ha continuato a prendere certe cifre dalla Juve, che intanto lo aveva esonerato, quando, invece, poteva accettare di lavorare con qualche altra squadra che magari gli avrebbe offerto uno stipendio inferiore.

Il finto moralismo è una brutta piaga, che interessa, ormai, non solo il mondo del calcio, ma l'intera società.
Non mi sembra che Sarri abbia mai rifiutato stipendi di una certa caratura, anzi, credo che il suo stipendio sia lui a proporlo alla società che intende ingaggiarlo come tecnico. Se è così disgustato da questo accanimento verso i soldi, potrebbe tranquillamente chiedere a Lotito di pagargli uno stipendio da operaio: circa 1000/1200 euro al mese.