E’ di nuovo tempo di Nazionale: smaltita la batosta dell’eliminazione ai mondiali, maturata a novembre contro la Svezia, il gruppo degli Azzurri riparte da due amichevoli d’alto rango contro Argentina e Inghilterra. In attesa della nomina del prossimo commissario tecnico, ha assunto la carica di CT “ad interim” Gigi Di Biagio, allenatore della selezione Under 21; già dai primi convocati si sono viste delle novità rispetto alla gestione precedente, con tanti giovani che si sono affacciati per la prima volta nella Nazionale maggiore e qualche nome che rimanda ancora al vecchio blocco azzurro.

La precedente gestione tecnica, inadeguata e emanazione diretta della classe dirigente che l’aveva scelta, ha fatto toccare il fondo di un processo involutivo iniziato tuttavia già precedentemente; con una Nazionale che da un lato si era ancorata attorno alla “certezza” di un gruppo storico rodato, con all’interno alcuni campioni del mondo del 2006, ma che dall’altro non ha saputo responsabilizzare quei giovani che le gravitavano intorno e che si sono accomodati all’ombra di “chiocce” che li hanno in un certo senso protetti ma anche deresponsabilizzati.

Comportamento tipico questo di una certa mentalità italiana, secondo cui, per paura di sbagliare, i giovani vengono sempre fatti crescere all’ombra di qualcuno più maturo; dimenticandosi, tuttavia, che solo mediante gli errori certi processi di crescita vengono velocizzati. Ecco perché, ad esempio, spero vi sia la volontà reciproca di Buffon e Federazione di non estendere la propria esperienza in Nazionale oltre queste due partite di doveroso saluto e ringraziamento per quanto fatto dal portiere e capitano azzurro in tutti questi anni; e che la sua scelta vada ad intersecarsi con quelle già fatte da De Rossi e Barzagli, scelte di grande saggezza e in controtendenza con un mondo sportivo che vede sempre più interpreti, arrivati alla fine delle proprie carriere, totalmente incapaci di fare un passo indietro.

Piaccia o no, la Nazionale dei prossimi anni non potrà fare affidamento su di loro e di conseguenza, visto il momento che ci vede esclusi dal mondiale, tanto vale velocizzare questo processo: ritengo che i riflettori debbano essere puntati solo su chi invece avrà in potenza di indossare la maglia azzurra per i prossimi anni; ragione per cui la nascitura Nazionale dovrà essere quella, per fare qualche nome, dei Perin, dei Donarumma, dei Romagnoli, Rugani, Verratti, Insigne, Chiesa, Bernardeschi, Belotti e tanti altri che saranno chiamati, ora o mai più, a non rendere la generazione dei nati negli anni ’90 quella delle eterne promesse mai sbocciate.

E’ giunto il tempo che calciatori come Verratti, uno che a dispetto dell’età in Nazionale ci è già da parecchio, dimostrino di che pasta sono fatti e per fare ciò devono poter agire da protagonisti, senza la consapevolezza che, male che vada, ci sarà la spalla di un qualcuno più esperto e navigato su cui poter andare a piangere.
Se questa Nazionale non vorrà più commettere gli errori del passato dovrà ripartire da una terapia d’urto non più rimandabile.