Basletta (mentone) Lodetti se n'è andato. Perché chiamarlo scudiero di Rivera? Lui e il Trap non erano scudieri e formarono un centrocampo con il grande Gianni tra i migliori da me mai visti. Non entra a Wembley con un Sani di quel livello ma è già in rampa di lancio in una squadra che inanella un filotto ineguagliato e forse ineguagliabile. Un campionato e tre competizioni internazionali di fila in Italia non li ha fatti nessuno e Basletta era un perno fondamentale di quella squadra.
Da oltre 50 anni sto aspettando che qualcuno li faccia. Brevilineo, infaticabile e di gioco essenziale. Feroce interditore seppur corretto, propositore di gioco e capace pure alla conclusione con un tiro secco e potente spesso scagliato da fuori. Entra a 17 anni nel Milan. È già in prima squadra ma non entra a Wembley nel 63.
Sani è più in alto in gerarchia e ne prende il posto. Quando gli chiesero se lui e il Trap corressero al posto del Gianni rispose e giustamente che non era vero, ma il mito degli scudieri di Rivera di lui più giovane di un anno era evidentemente alimentato più fuori che dentro il campo o nella squadra.
Nel '66 Mondino Fabbri gli preferisce un acciaccato Bulgarelli nel disastro contro la Corea e sbaglia. Fa grande turnover il Mondino sottovalutando l'avversario e sbaglia di grosso. Certi turnover maledetti si pagano e come sempre la Storia spesso si ripete e non insegna niente a chi non la studia bene. Bulgarelli si infortuna. Si rimane in 10 in una delle pagine più nere della nostra Nazionale. Sfortuna anche con gol mancati in forma industriale soprattutto da Perani suo compagno di squadra nell'ultimo Bologna che ancora faceva tremare il mondo. L'errore, grave, lo ripete Valcareggi che pure lo aveva avuto nel '68 nei vittoriosi europei, addirittura escludendolo alla vigilia della partenza per il Messico nel 70...
Si infortuna Anastasi e Valcareggi in maniera un poco assurda di punte ne chiama due, Prati e Boninsegna e lui il grande collante del Milan stratosferico del biennio '68-'69 viene lasciato fuori. Come sarebbe stato utile se non indispensabile in una finale contro il Brasile pallido parente della grande Selecao del 58 e del 62!
Non sanno come dirglielo al Basletta. Gli propongono pure un viaggio turistico con famiglia con sosta ad Acapulco, ma il fiero settepolmoni giustamente rifiuta. Come si fa a chiamare scudiero uno che ti fa 26 gol in 288 presenze?
Alzava il suo "mentone" e sparava fucilate imprendibili. Altro che scudiero, Basletta è stato un grande.
Quel '70 è un anno maledetto. Non protesta nemmeno quando lo scarica pure il Milan a cui ha dedicato migliaia di chilometri di sapienza e intelligenza tattica, di palloni recuperati, di gol salvati, di scambi e di intese con il Trap e con il grande Gianni. E di gol fatti pure e non pochi per uno che si spompava come lui.
Vedere oggi definire Krunic come giocatore indispensabile per uno che ha visto il Basletta in centinaia di partite, beh non so se mi fa piangere oppure ridere. Con lui viene scaricato anche un altro grande sulla sponda meneghina opposta. Luis Suarez va con lui alla Samp di Bernardini e il Basletta ne diviene capitano.
Oltre a quelli più recenti e di cui ho parlato da "Antico Milanista" devo dire che ne ho provati due, sempre relativi all'ambito del calcio rossonero, si intende. I dolori veri sono altra cosa.
Il primo quando vidi il Toro con Rocco in panchina e Cesarone Maldini in campo e il secondo quando fu scaricato proprio lui, misteriosamente, il settepolmoni Lodetti. Per me rimane un mistero inspiegabile scaricare un giocatore così di 28 anni, fedele rossonero e sicuramente sempre rossonero anche con maglie differenti... Evidentemente certe situazioni si ripetono.
Certo il grande Basletta, di grande modestia in vero senso latino del termine, forse qualche sassolino in un'epoca calcistica in cui oggi molti comunicano a sproposito magari avrebbe forse potuto toglierselo. Ha sempre saputo stare al suo posto anche quando andavano a prenderlo in Lambretta, quando forse non lo pagavano così tanto, quando Rocco lo illudeva di farlo giocare per temprarlo come lui sapeva fare.
Fino a non molto tempo fa l'avevano trovato a giocare come un bambino, a correre ancora nei prati, a correre di calcio di un calcio diverso e in fondo sempre uguale.
Ci hai sorpreso, noi vecchi milanisti, caro Basletta andandotene, così in punta di piedi, come ci sei stato sempre. Altro che scudiero! Non eri in punta di piedi a dominare con il grande Trap il centrocampo del mio grande e irripetibile Milan!
Ti metto in un foto sfumata di tanti anni fa, con occhi un poco bassi come era nel tuo stile ma con cuore molto alto.
Come sfuma la memoria, come la nebbia delle tue terre e delle mie, e come questa spesso venga annichilita oppure dimenticata.
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