Finalmente la scuola. Dicono in tanti, come se fino ad oggi di scuola non si fosse mai parlato. La scuola è da tempo che è al centro della gravità del dibattito politico a partire da riforme disastrose come la buona scuola di renziana memoria bocciata da uno sciopero epocale con adesioni dell’80%. Cosa che non si vedeva da decenni. La scuola è stata travolta dall’emergenza coronavirus, si son pagati problemi strutturali enormi, con edifici vetusti, e strumentazioni non idonee. Si è sponsorizzata nei primi tempi la didattica a distanza poi diventata didattica digitale integrata come se fosse la cosa più figa di questo mondo. Chi si opponeva veniva liquidato come antiquato, da uomo delle caverne. Eppure milioni di ragazzi nei primi tempi vennero tagliati fuori dal diritto all’istruzione e chi ne pagò le conseguenze furono soprattutto i più deboli. Ma in quel momento non si poteva mettere in discussione la DAD, poi DID. Guai a farlo.
Poi, si cambia regia. Si investe nelle sedie scontro, incomprese, costate botti milionate di euro, inutilizzate in tantissimi casi. Sedie pensate per l’emergenza coronavirus, ma in realtà contemplate per un diverso progetto di scuola, quello che vuole i libri messi da parte e incentrata sui tablet e quant’altro.
Ed ora con il governo del Presidente, della Nazione, di unità nazionale, di Draghi, soggetto ad una propaganda di Stato senza precedenti, con sondaggi che danno i numeri in tutti i sensi, la scuola è già al centro dei dibattito. Con una cosa minimale, si dirà. Il prolungamento del calendario scolastico per consentire ai ragazzi di recuperare ciò che hanno perso. Prolungamento fino alla fine di giugno. Un messaggio non molto rispettoso per il personale scolastico, come se non avesse fatto niente, come se si fossero lavate le mani, eppure hanno lavorato il doppio tra didattica a distanza e in presenza, con ore e ore di lavoro non riconosciute a livello retributivo.
No, non servirà ai ragazzi il prolungamento di quindici giorni, non si recupera niente in quel frangente temporale, il danno è stato fatto più che in questo anno scolastico, nello scorso anno, lì i guai ci sono stati sicuramente per incapacità nella gestione dell’emergenza ma anche per la complessità della situazione. Un sistema schizofrenico che è passato dal viva la DAD a la DAD fa schifo. In verità è da tempo che c’è un progetto ideologico che vuole il prolungamento dell’anno scolastico in estate finalizzato a sostenere soprattutto il concetto di scuola azienda, scuola lavoro. È da tempo che è in corso una campagna di sciacallaggio contro il personale scolastico che si farebbe tre mesi di ferie in estate. Cosa ai limiti della diffamazione perché regna una grande ignoranza e non si ha minimamente idea di come funzioni il mondo della scuola. Il prolungamento del calendario scolastico per consentire ai ragazzi di recuperare è solo un pretesto per porre le basi per un diverso tipo di scuola che vedrà più oneri e meno onori per il personale scolastico afflitto da una precarietà storica scandalosa, a giugno si rischiano circa 300 mila licenziamenti, e con stipendi vergognosi rispetto alla media europea. È come se nel calcio si chiedesse di allungare il campionato  per consentire con un paio di partite alle squadre già retrocesse e con delle riserve in campo di agguantare la salvezza affrontando le big con titolari stellari. Ed il tutto dovrebbe accadere in delle scuole che in estate diventeranno nella quasi totalità dei casi delle saune. Armatevi di costumi da bagno e asciugamani.

Se queste sono le proposte dei super competenti, altro non si può dire che iniziamo sicuramente bene. È sarcasmo, ovviamente, così come ovviamente nessuno ha la verità in bocca e ogni dibattito critico deve essere letto in modo costruttivo, invitando alla riflessione e non liquidarlo come ideologicamente predeterminato soprattutto in un periodo come questo dove si sta determinando un pensiero unico a sostegno del governo di Draghi come non si vedeva forse dai tempi del '900.