Tutti contro tutti.
Ogni pretesto è quello buono e se non esiste, pur di andare contro il pretesto, lo crei. Questo è l'insegnamento che potrebbe arrivare ad esempio da chi oggi all'opposizione politica in Italia che si atteggia come se fosse il primo partito solo per l'effetto dei sondaggi.
Arroganza. Siamo il Paese dove il vittimismo è di casa. D'altronde abbiamo avuto la capacità di trasformare i carnefici in vittime e le vittime in carnefici, vedi cosa è accaduto alla fine della seconda guerra mondiale, dove furono più i partigiani arrestati e processati che fascisti,che vennero riabilitati e ritornarono ai propri posti di comando. 
Un Paese dove la colpa è sempre degli altri. Pensiamo al caso che ha fatto discutere, a San Siro, un derby nel derby tra Salvini e Ghali tra insulti rabbiosi nel paradosso dove tutti vogliono avere ragione e nessuna autocritica mai è possibile. Vero è che nel calcio ci sono tifoserie nazifasciste che esultano ai gol dei giocatori di colore della propria squadra, ma vero è che ridurre solo al colore della pelle la questione del nazifascismo è banale, anche perché ci sono anche persone di colore con convinzioni politiche fascista, naziste. Ma si entra qui in un circolo vizioso da cui si rischia di non uscirne più, stante il fatto che il razzismo contro le persone di colore in Italia è ai livelli preoccupanti. Abbiamo sempre la necessità di puntare il dito contro qualcuno. Ma non si può certamente accettare la morale vittimista di chi per anni ha seminato odio sociale e intolleranza. Scene teatrali dentro e fuori lo stadio. Come lo striscione della curva. Rispetto per i medici, gli operatori sanitari. Strepitoso.
Ma quanti di quelli che sono in curva sono vaccinati? Quanti no vax tra quelli che hanno detto grazie agli operatori sanitari? Il non vaccinarsi è una presa in giro proprio verso i medici e in Italia siamo centinaia quelli uccisi dal virus durante il proprio lavoro. Vuoi avere rispetto verso il mondo, verso la collettività, verso gli operatori sanitari? Vaccinati. Di applausi e retorica sterile non ne abbiamo bisogno. Eppure la retorica dilaga, pensiamo al fatto che sembra che il male del mondo siano le manifestazioni no vax. Sbagliate concettualmente, irresponsabili eticamente, vivono nella loro dimensione, ma uno Stato che decide di reprimere il dissenso, sbaglia e lede lo Stato di diritto.
Uno Stato che ha necessità di trovare il perfetto capro espiatorio per aver fallito le misure di contrasto e prevenzione contro il virus.
Non c'è molto da dire. Lockdown, divieti, e misure restrittive sono interventi della disperazione. Avrebbero potuto introdurre l'obbligo vaccinale. Non è stato fatto. Ma si comportano come se ci fosse, ma non c'è. E nello stesso tempo verso altri eventi che hanno richiamato le masse e dove i distanziamenti erano inesistenti, nessun scalpore.

Tutti contro tutti, oramai il Paese sembra essere piombato in una situazione da guerra civile. Tanti, troppi i problemi da affrontare. E il punto è che non si da dove iniziare. Chi parla di quarta ondata, chi dice che questa quarta ondata non c'è ma si tratta solo di aumento di contagi, intanto ritornano i segnali del terrorismo islamista, il caro vita va alle stelle, milioni di persone che dovranno fare affidamento alla coperta della nonna per non dover sborsare cifre enormi per riscaldarsi, il Paese che se non andrà al buio, poco ci manca che tornerà ad illuminarsi con le candele della speranza che continua, malgrado tutto, a continuare ad illuminare la profondità di questo tunnel la cui uscita più si avvicina e più sembra che si allontani. Mondo senza rispetto, uno su tutti, nel calcio vetrina della società, è certamente il caso Immobile, ha dovuto urlare in conferenza stampa la propria rabbia e delusione per la denigrazione a cui è stato oggetto, perchè alla fine ci dimentichiamo che quando parliamo di giocatori, non stiamo parlando di figurine, ma di persone, persone usate come missili, come proiettili, così come dimostra la linea della tensione sul confine polacco. Proiettili che armano le proprie pistole, i propri fucili della dialettica violenta con la quale stiamo combattendo una guerra civile selvaggia, e il passo perché si passi dalla dialettica alle violenze di strada, come diversi episodi di aggressioni stanno dimostrando, è veramente breve.