Più di qualcuno ha pensato, ironicamente o meno, io incluso, che lo stop della vendita di armi all'Arabia Saudita fosse quasi un dispetto politico fatto a Renzi. Probabilmente il personaggio politico meno amato in Italia in questi ultimi anni. Il tempismo è stato certamente significativo, arriva lo stop a ridosso del ritorno dell'ex Sindaco di Firenze da Riyadh, dopo aver partecipato ad un noto evento con il principe ereditario Mohammad Bin Salman. In realtà la procedura del nostro Parlamento era iniziata lo scorso anno e si è ultimata solo ora. Ma la verità è che quello stop arriva solo adesso perchè hanno deciso così gli USA. L'Amministrazione di Biden ha sospeso temporaneamente la fornitura di vendita d'armi all'Arabia Saudita, armi che vengono impegnate nell'annosa guerra in Yemen di cui se ne sente parlare qualche volta, ma sembra essere sparita dai radar dei media internazionali.

Dunque ancora una volta l'Italia dimostra di non essere autonoma nelle proprie scelte e di essere un fedele alleato degli USA da cui effettivamente si dipende come Paese sin dallo sbarco degli americani in Sicilia nella seconda guerra mondiale. Da allora è stato tutto un continuo. Dopo lo stop con l'Arabia il discorso ovviamente e non poteva che essere così è stato indirizzato verso l'Egitto del dittatore Al Sisi. Una delle più brutali dittature di questo secolo, dittatura militare che tiene in ostaggio cento milioni di suoi cittadini, che massacra i diritti umani e di cui Giulio Regeni ne è diventato, suo malgrado, visto che è stato ammazzato dal regime, con un chiaro omicidio di Stato, il simbolo di queste violenze. Ucciso mentre svolgeva il proprio lavoro di ricercatore universitario. Da cinque anni l'Italia si è vestita di giallo, e dispiace constatare purtroppo che lo stesso non si possa dire del calcio, che non si è mai esposto ufficialmente su una questione così importante e delicata per il sistema Paese. Quel calcio che va a giocare le proprie coppe in Paesi retti da regimi criminali. L'Italia ha in piedi con l'Egitto una commessa della vergogna da una decina di miliardi di euro. Una delle due Fregate FREMM è già arrivata ad Alessandra d'Egitto, una seconda è attesa per questa primavera. Ma si parla anche di altro, ovviamente, elicotteri, armamenti, armi leggere, addestramento del personale, e aprire stabilimenti di Leonardo e Fincantieri in Egitto. Egitto che è tra i dieci eserciti più potenti al mondo e che magari forse non sarà nelle condizioni di vincere neanche mezza guerra, ma sicuramente è nelle condizioni con quelle armi di tenere sotto scacco il proprio popolo.
L'Italia non riesce a dire no all'Egitto. Ciò è evidente, così come è evidente che un cambio di rotta accadrà solo quando dagli USA arriverà il primo stop all'Egitto. Ciò a conferma, se ve ne fosse bisogno, che in politica internazionale non siamo indipendenti ed autonomi, siamo solo un piccolo Paese al servizio degli Stati Uniti d'America.