È già terminata, dopo due episodi, la quarta stagione della serie RAI "Rocco Schiavone", il personaggio interpretato da Marco Giallini in maniera carismatica. Rocco, nato a Roma ma vice-questore di Aosta, può essere giudicato un simbolo da noi tutti, abbattuti a causa dei disagi accaduti in tempo di epidemia.

TRA UMORE ED UMORISMO
Rocco è simbolo dell'umano ai tempi del Covid. Osserviamo il suo vivere: lui è abbattuto e negativo, soffre di solitudine e tenta di rimediare ricercando affetto dagli altri che gli sono vicini, eppure tenta di nascondere la verità, la sua isolatezza. Adora vestirsi con le solite vesti; quella giacca maledetta e cupa che oscura la sua figura gentile ed affidabile, lui si sente tradito dal passato e dal presente, soffre per le sue perdite e non riesce proprio a raggiungere uno stato di benessere e soddisfazione personale, rimane confuso ed arrabbiato nel profondo del suo animo, eppure non riesce a sfogarsi.
Di trovare rimedio nel mondo fuori proprio non ne ha voglia, uscire di casa è una scocciatura che anzi, lo irrita. Non riesce a distaccarsi dall'atmosfera creata dalla sua persona, non cambia, è negativo e ciò che osserva intorno gli pare nero ed oscuro, non si fida del mondo che lo circonda, anzi lo detesta, ma finisce per alternare momenti di orgoglio personale, riconoscendo quanto fatto a volte di buono, con attimi, per la verità molto più frequenti, di disprezzo della sua persona, i sensi di colpa riaffiorano, si rammarica, tenta di uscire dalla sua situazione ma non vede uscita.
La spontaneità della sua simpatia è pessimismo puro, Rocco è un antieroe moderno, distrutto dal passare del tempo, esausto della sua situazione. L'essere cupo è una regola di vita di cui si vorrebbe, mentalmente, fare a meno, ma non si riesce ad evitare ciò, una volta scesi dal letto ed incominciando la giornata. Crede, egoisticamente di essere l'uomo più tormentato sulla Terra e, forse ha anche ragione, eppure tenta di fingere che tutti siano come lui, quando realmente sa che ciò non è.

Ora, citando Morgan Freeman in Se7en: "Hemingway una volta ha detto: il mondo è un bel posto e vale la pena di lottare per esso. Condivido la seconda parte."
Queste sono le consapevolezze nel profondo di Rocco, ma lui proprio non riesce a muoversi contrariamente rispetto alle parole riportate, infatti disprezza il mondo e lotta per esso, nonostante che i suoi pensieri identifichino tutto per il verso contrario.

INNOCENTI O COLPEVOLI? (2021)

- Nella situazione in cui ci troviamo oggi, incombente la maledetta epidemia, se la salita per evolversi autonomamente è ripida e faticosa, noi preferiamo non percorrerla, definendoci distrutti, stufi di lottare per cause che non ci appartengono, eppure spesso ce ne ritroviamo dentro perché il contrario non riusciamo a portarlo in un ciak della nostra vita. Il buonsenso e l'abnegazione ci rimane dentro ma si nasconde dietro la resilienza, un motore inesauribile, che dovrebbe essersi estinto da mesi, eppure no! Rimane lì. Rimanendo in clima Se7en, forse questa è, solamente ed apparentemente, accidia, eppure il carattere si disperde ma non si può scomporre. Così è Rocco.

- Siamo tutti pronti ad esplodere, esauriti e stanchi, quando troveremo pace? Continuano i sacrifici rivolti alla salute nostra o di chissà chi che ci sta intorno, ma siamo davvero esplosi? Ecco cosa ci differenzia? C'è chi chi trattiene e non esplode per debolezza, non è capace di rispondere e farsi sentire da chi c'è intorno, la maggior parte però, tra cui Rocco, di fronte a quanto accaduto ha bisogno di incolpare altri oltre che sè stessi, attendere la prima occasione per puntare il dito su qualcuno magari veramente colpevole, è un'occasione per sfogarsi, lo vediamo nell'ultimo episodio della quarta stagione.

- Sentirsi soli, davvero tanto, nei soliloqui definirsi come "il più solo", in mezzo alla gente definirsi disperato quanto gli altri, occuparsi dei problemi altrui, non è questo che ci cura, ci fa sentire meglio sì, ma il disagio rimane, caro Rocco, eppure il percorso che conduce all'egoismo non pare molto rassicurante, anzi autolesionista.

CONCLUSIONE
Rocco Schiavone è l'uomo moderno, cupo e maledetto che non riesce a mutare all'interno di una società che, come accade a noi in questo periodo, non ha spazio per i nostri desideri di gratificazione, anzi, con questo maledetto Covid siamo tutti un po' dannati e crediamo di essere tra "i primi maledetti", ma anche gli altri hanno dei problemi di cui si lamentano, si mettono al nostro livello, noi fingiamo di essere pari ma sappiamo quanto non lo siamo, semplicemente preferiamo non aprire una discussione sciocca, un bel grattacapo che ci scoccia, come un po' l'intero mondo che ci circonda intorno. Questo è Rocco Schiavone. C'è un Rocco Schiavone disagiato dentro ognuno di noi.

Damiano Fallerini