Ben ritrovati dal vostro Nicolò.

Dopo la partita al cardiopalma della Roma contro l’Ajax con il gol all’ultimo respiro di Ibañez e dopo i recuperi delle partite Juventus-Napoli e Inter-Sassuolo, sono ritornato a raccontarvi la Champions.
Voi pensate alle partite come Bayern Monaco contro il Paris Saint-Germain o Real Madrid contro Liverpool con le stelle del futuro che hanno brillato come Mbappé e Vinicius Jr.
Invece sono qui per fare un altro tuffo nel passato…. Circa 40 anni fa! (vi lascio il link dell’articolo precedente: https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/barvxl-lo-spettacolo-della-coppa-dei-campioni-i-).

Ci eravamo lasciati col dominio bavarese e con il “bis” del Nottingham Forest, ma ora abbiamo l’apparizione di due squadre inglesi: il Liverpool e l’Aston Villa.
Nel 1979 il Nottingham Forest vince contro il Liverpool, che si ripresenta finalista nell’edizione del 1980 contro il Real Madrid vincendo per 1 a 0.
L’edizione successiva vede l’apparizione dell’Aston Villa dove arrivano in finale battendo i bavaresi per 1 a 0 in una partita sensazionale: il portiere titolare dei Villans lascia il campo di gioco dopo dieci minuti a causa di un infortunio, regalando spazio al secondo portiere che commette parate eccezionali.
Continua la supremazia inglese nella Coppa dei Campioni, tranne nella prossima edizione.
Infatti nel 1982-1983 nessuna squadra inglese si presenta in finale ad Atene, ma bensì un’italiana: la Juventus.
La Juventus degli anni’80 è guidata dallo storico centrocampista e allenatore italiano Giovanni Trapattoni che tutti lo ricordano non solo per la sua carriera da calciatore, ma anche come uno dei migliori allenatori italiani.
Oltre ad avere Trapattoni come mister, i bianconeri possedevano dei fuoriclasse come Dino Zoff, Roberto Bettega e poi dal 1982 il francese Michel Platini.
Purtroppo per il dispiacere di noi italiani, la Juventus perde contro l’Amburgo per 1 a 0 dopo 10 anni dall’ultima sconfitta contro l’Ajax.
L’edizione 1983 vede tornare in finale una squadra d’Inghilterra, il Liverpool contro un’altra italiana, ma questa volta si presenta la Roma.
Per la prima volta nella storia della Coppa dei Campioni, il match si deciderà ai rigori dopo il risultato di 1 a 1 siglato da Phil Neal per i Reds e per i giallorossi il bomber indiscusso Roberto Pruzzo, che nel nostro campionato vinse con la Roma tre volte il titolo di capocannoniere.
Alla fine dei tiri dagli undici metri vince il Liverpool vincendo la sua quarta Coppa dei Campioni come il Real Madrid negli anni cinquanta.
La Coppa dei Campioni del 1984 ha dell’incredibile. I Reds tornano in finale contro la Juventus di Michel Platini.
Dopo i molti successi del Liverpool in campo internazionale, gli hooligans (i nostri ultras) commettono atti teppistici prima e dopo le partite.
Nella finale contro la Juventus, prima della partita, i tifosi del Liverpool compiono degli incidenti che causano la morte di 39 persone; una vera e propria strage che fuori dagli stadi non si può vedere. Non solo i tifosi dei Reds ma anche quelli del Tottenham che nella finale di Coppa Uefa dell’anno precedente eseguono varie violenze.

Tutto ciò causerà un allontanamento delle squadre inglesi dalle competizioni europee da parte della Uefa fino al 1990.
Tornando alla partita e alla nostra Juve, i bianconeri, giocando una buona partita, portano a casa la finale vincendo 1 a 0 con gol di Platini su rigore.
Nelle edizioni 1985-1986, 1986-1987, 1987-1988 vedono la vittoria sorprendente di nuove squadre: Steaua Bucarest, Porto e PSV.
Nel 1985 i rumeni non giocano un bel calcio, infatti i loro punti di forza sono la palla alta, la forza fisica in difesa e i contropiedi.
Penso che un bel calcio sia partire dal basso, giocare palla bassa e che, quando c’è da fare un lancio o tirare in porta, bisogna farlo.

Lo Steaua Bucarest incontra in finale il Barcellona e i rumeni impongono il loro gioco, portando la partita ai rigori dove il portiere Duckadam para tutti e quattro i rigori della squadra catalana.
Così lo Steaua Bucarest conquista il primo trofeo europeo della sua storia.
Nel 1986 i portoghesi del Porto vincono la loro prima Coppa dei Campioni, vincendo contro il Bayern Monaco per 2 a 1. Questa finale viene definita da molti una delle migliori finali di sempre di questa competizione per il gioco, la rivalità e per un gran gol di tacco di Madjer per i portoghesi.
Nel 1987 il PSV, acerrima rivale dell’Ajax, conquista la sua prima ed ultima Coppa dei Campioni, contro il Benfica ai calci di rigore. Come avevo scritto nello scorso articolo, continua questa maledizione dell’allenatore Guttmann nei confronti della squadra portoghese.

Le due edizioni successive sono dedicate ad una squadra italiana: il Milan.
Viene eletto Silvio Berlusconi come nuovo presidente dei rossoneri, i quali possiedono una squadra a dir poco indimenticabile.
In panchina troviamo Arrigo Sacchi, altro grande allenatore italiano e in attacco abbiamo un meraviglioso se nonché eccezionale trio olandese composto da Van Basten, Gullit e Rijkaard.
Tutti ricordano quell’incredibile terzetto rossonero e anche tutt’ora viene definito uno dei migliori o forse il migliore.
Quindi nel 1988-1989 il Milan possiede una grande squadra e arriva in finale contro lo Steaua Bucarest dove i rossoneri vincono alla grande con doppietta di Gullit e doppietta di Van Basten.
Invece nel 1989-1990 vincono contro il Benfica per 1 a 0 con gol di Rijkaard e il Milan firma la doppietta per la Coppa dei Campioni.
L’edizione successiva il Milan viene fermato ai quarti di finale dai francesi dell’Olympique Marsiglia, che poi viene battuto in finale dalla Stella Rossa che conquistano la loro prima Coppa dei Campioni.
Nei primi anni novanta tornano nelle competizioni europee le squadre inglesi dove nessuna supera gli ottavi di finale.
Questi anni furono, invece, molto importanti per tre squadre italiane: Sampdoria, Milan e Juventus.

Nell’edizione 1991-1992 in finale si incontrano Barcellona e la mitica Sampdoria, dove entrambe hanno una formazione eccellente.
Il Barcellona possiede giocatori come Koeman, Pep Guardiola, Laudrup e Stoichkov (pallone d’oro nel 1994), invece, la Sampdoria schiera Pagliuca, Mancini e Vialli.
La squadra catalana, a mio parere, possedeva una cosa che la Sampdoria non aveva, un dodicesimo giocatore in campo a mio avviso e sto parlando dell’allenatore: Johan Cruijff.
Una partita a dir poco bellissima anche se vinse il Barcellona per 1 a 0 con gol dell’olandese Koeman.
Concludo con questa finale la seconda parte della Coppa dei Campioni.