A poco più di un anno dallo scoppio della pandemia di covid, ci ritroviamo ancora una volta chiusi in casa e quelli che ne risento di più sono i giovani che sono stati privati delle cose a cui tengono di più. Per esempio io sono stato privato della cosa che amo di più al mondo: il calcio. 
Il calcio mi regala sempre emozioni forti non solo guardando le partite di Serie A ma anche giocandolo, cosa che da un po' di tempo non è piu possibile dato che quasi tutti i settori giovanili non possono disputare partite ma solo allenamenti e anche con grandi restrizioni.
Mi manca quella tensione prima di una partita che avvolge lo spogliatoio, il mister che si infuriava se giochiamo male, la sofferenza nel difendere un risultato o cercare di recuperarlo, i compagni che lottano al tuo fianco e molte altre emozioni che solo quando giochi le capisci e non le provi nella vita di tutti i giorni.

Ricordo con rammarico la festa che si creava in spogliatoio a seguito di una vittoria importante, ma anche la tristezza dopo una sconfitta: nessuno che apriva bocca se non per salutare quando usciva dallo spogliatoio, la voglia di riscattarsi il prima possibile e quella di tornarsene a casa si contendevano i pensieri nella testa di tutti, i musi lunghi e la testa bassa che cercavano di nascondere la sofferenza e le lacrime che qualche volta uscivano dagli occhi si mischiavano all'acqua della doccia che era sempre troppo fredda dopo una sconfitta.
Tuttavia la sofferenza più grande era quella di non poter aiutare i tuoi compagni in campo perchè eri infortunato o il mister ti aveva lasciato in panchina e tu speravi che ti chiamasse da un momento all'altro per mandarti a riscaldare per farti entrare.
Le partite più belle erano quelle contro le squadre che erano sopra di te in classifica, ma anche quelle nei giorni di maltempo dove senti la pioggia scorrerti giù per il viso, i capelli bagnati, il campo pesante, il fango sulle ginocchia e la maglietta fradicia da un miscuglio di sudore, acqua e fango che doveva essere lavata da tua madre, la quale si disperava ogni volta.
Tuttavia le emozioni non si provano solo in partita ma anche durante la settimana negli allenamenti. Ricordo quando dovevamo preparare una partita importante e tutti davano il massimo perchè volevano partire titolari ed era proprio in quei momenti che si vivevano le emozioni più belle: quando alla fine dell'allenamento si rientrava in spogliatoio con le gambe affaticate consapevoli di avere dato tutto, gli scherzi sotto la doccia e le risate con i compagni. 
Un altro momento in cui il calcio ti regala molte emozioni è quando passi tutto il pomeriggio al campetto a giocare con gli amici invece di stare a casa a studiare. Io passavo ore e ore a giocare, anche d'estate quando il caldo era atroce, e tornavo a casa verso l'ora di cena tutto sporco e c'era mia madre che mi sgridava.

Qualcuno potrebbe dire "sono solo delle emozioni" ma solo chi le ha vissute realmente può capirne l'importanza; ti lasciano un segno dentro che è difficile da cancellare.
Il calcio per me è tutto e spero di poter tornare a giocare il prima possibile.