La notte di Wembley ha lasciato il segno per i tempi che verranno per l'immagine che ne è venuta fuori dell'Inghilterra. Un Paese che ha vissuto una tragedia nazionale, che era convinto di portare a casa la coppa Europea, ma altro non ha collezionato che figuracce colossali. Soprattutto perchè è da quel mondo che vengono inculcate lezioni. Mai generalizzare, per carità, non siamo migliori degli inglesi sicuramente, perchè anche fantomatici tifosi italiani fischiano gli inni avversari allo stadio, in Italia la cultura della confitta non esiste, ed il razzismo è una piaga enorme, basta pensare d'altronde, per rimanere in tema, alla figuraccia collezionata nella gestione del black lives matter per capire la situazione. Male, malissimo gli inglesi. In materia di sportività. In poche ore hanno demolito anni di immagine e credibilità. D'altronde questa società della pandemia si è incattivita. Siamo tutti diventati peggiori, altro che ne usciremo migliori o con l'arcobaleno. Anzi, se potessero, visto cosa i colori dell'arcobaleno rappresentano, i diritti LGBT, lo farebbero fuori. L'Italia ha fatto l'impresa. Ha vinto nuovamente in casa ostile un trofeo fondamentale, ma a ciò poi è seguito un delirio. Un delirio che si pone in continuità con quello accaduto a Londra.
L'OMS, per quanto sia credibile o meno, visto che si tratta di organismo privato finanziato da privati oltre che da alcuni Stati, quindi da prendere sempre con le pinze, ha detto che si è consumata una tragedia in diretta. Un contagio di migliaia di persone in diretta televisiva e mondiale. E noi per non essere da meno abbiamo fatto lo stesso. Da sani irresponsabili. C'era voglia di festeggiare. Siamo solo in piena pandemia con un Paese dove neanche la metà della popolazione è vaccinata, e cosa facciamo? Organizziamo mega raduni incontrollabili nelle piazze. Quando per andare al ristorante od organizzare matrimoni devi fare delle trafile burocratiche che tutti conoscono. Salvo che non ti chiami Bernardeschi. Al cui matrimonio c'era una folla incontrollata. Se fosse successo a qualsiasi altro mortale, un putiferio. Un putiferio. Raduni incontrollati nelle piazze, non vietati. Rischio ragionato, hanno detto. Eppure quando l'Inter ha festeggiato lo scudetto, i fucili erano già pronti a colpire. Ed hanno colpito. Ma l'apoteosi si è consumata con il bus scoperto degli azzurri. Si deve riportare per integrale quanto dichiarato dal Prefetto di Roma per capire la gravità della situazione: "Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei sull’autobus scoperto, ma i patti non sono stati rispettati - ha detto Matteo Piantedosi - Mi risulta che Chiellini e Bonucci hanno rappresentato con determinazione il loro intendimento al personale in servizio d’ordine; a quel punto non si è potuto far altro che prendere atto della situazione e gestirla nel miglior modo possibile".
C'è chi ha parlato di trattativa di Stato con Bonucci. Vien da ridere, se non fosse una tragedia. Lo Stato ha abdicato al suo ruolo a favore del delirio collettivo. Non è stato in grado di dire no. Irresponsabili. Altro non si può dire. Bisogna solo incrociare le dita e sperare che i contagi non dilagheranno nei prossimi giorni. Perchè se così sarà, il primo che frignerà dovrà essere preso a calci nel sedere e soprattutto e delle dimissioni saranno come minimo dovute. Ma chi le chiede? Dal livello locale, salvo lì dove le regole contro gli assembramenti sono state effettivamente mantenute, al livello più alto, si è consumato un qualcosa di sconcertante, perchè abbiamo chiesto sacrifici enormi agli italiani, siamo ancora in piena pandemia, e per festeggiare una benedetta coppa rischiamo di mandare il tilt il sistema. Il calcio scombussola tutte le regole, perchè c'è chi lo ha consentito. E comunque a prescindere dai contagi, il danno è stato compiuto perchè il messaggio che è passato è semplicemente devastante per una società democratica e rispettosa del bene comune e della salute collettiva.