Nel mondo di situazioni conflittuali ve ne sono diverse, da quella “tradizionale” Israele palestinese, a quella che il mondo si rifiuta di vedere, in Etiopia, dove un premio nobel per la pace sta sostenendo una guerra nel Tigray ed i civili, tanto per cambiare, subiscono le conseguenze di queste atrocità.
In tutto ciò c’è il rischio di una guerra pesante, tra il blocco NATO, che ha riscoperto la propria ragione di esistere con la questione Ucraina, e la Russia. Il tutto in una società occidentale dove l’informazione è solo unilaterale, è propagandistica, tanto per cambiare, al pari di come lo è in Russia.
In Russia si sentono assediati e minacciati dalla NATO, gli americani, ergo NATO, dicono che la Russia minaccia, da settimane, di invadere l’Ucraina, l’Ucraina che non è territorio della NATO, vuole aderire alla NATO ed avrebbe tutti gli interessi a sostenere un conflitto contro la Russia, ed i civili, a partire dai bambini, ancora una volta diventano spettatori ma anche attori, di un qualcosa che può essere di una devastazione tremenda.
Il tempo della guerra fredda ideologica non c’è più, iniziata a Trieste e finita a Berlino, oggi il mondo sta vivendo la peggior tensione dai tempi dei missili di Cuba.
E in tutto ciò, si va avanti come se niente fosse, tra la rassegnazione dell’impotenza, al 'tanto figurati se succede qualcosa', visti i tanti bluff del passato al quale ci siamo abituati. Commentiamo le nostre partite di calcio, ci incazziamo per i goal subiti o mancati, ci indigniamo per gli orrori arbitrali, pretendiamo la perfezione assoluta in campo, ma rischia la nostra società di essere travolta da una guerra dagli esiti indomabili. Perché le guerre quando scoppiano è difficile controllarle. La diplomazia vince quando i conflitti non iniziano. Il tutto in una società che sta uscendo con i nervi a pezzi e milioni di morti per il covid, che sembra quasi non essere più un problema, sembra quasi non esistere più, ma la pandemia non è mica finita, con una crisi economica e sociale che ha colpito come un cazzotto nello stomaco le famiglie che ancora devono riprendersi dallo shock.

Quello che mancava era proprio una guerra alle porte d’Europa. Con l’Europa impotente, inconsistente, succube della NATO.
Bisognerebbe ascoltare le ragioni di tutti, che poi, magari, sono i torti di tutti, non è questo un derby calcistico, non si può scendere in campo per tifare per una delle parti in causa, bisogna avere la forza di essere imparziali e tifare solo per la pace.
Ma fino a quando il mondo continuerà ad armarsi all’inverosimile, come continua a fare, le guerre saranno sempre possibili. Abbiamo deciso che gli equilibri nella società si devono continuare a determinare con gli eserciti, con le armi nucleari. Così funziona il nostro mondo. Male.
Sarebbe bello se dal mondo del calcio partisse un messaggio di pace, una grande bandiera della pace in ogni stadio, quante volte abbiamo detto che sarebbe bello, il pacifismo è con le ossa rotte da tempo, non smuove più nulla se non quando il dado è oramai tratto, solo illusioni.
Ma la guerra non è una semplice illusione, la guerra è distruzione, è morte, è fame, è divisione, è il male del mondo.
Intanto, continuiamo nelle nostre cose di ogni giorno, impotenti, come se nulla fosse...