Si parla di quasi 50 mila partigiani italiani caduti nella Resistenza italiana e altri 21200 rimasero mutilati o invalidi. Tra partigiani e soldati italiani caddero combattendo almeno 40 mila uomini (10260 furono i militari della sola Divisione Acqui, Caduti a Cefalonia e Corfù). Altri 40 mila IMI (Internati Militari Italiani), morirono nei Lager nazisti. E ci fu un contributo enorme anche da parte delle donne. Che iniziarono proprio con la  Resistenza a far emergere la propria dignità esistenziale. Furono 35 mila le donne partigiane, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. Numeri impressionanti come impressionanti sono i numeri delle donne arrestate e torturate e deportate, uccise, 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d'oro al valor militare.

Eppure c'è ancora oggi chi il 25 aprile lo mette in discussione. Chi mette in discussione l'anniversario della Liberazione se non è un fascista, poco ci manca. L'Italia di quel tempo non aveva molte scelte. O seguire la via scellerata di Mussolini e lottare con la Repubblica di Salò, fantoccio dello stato nazista, che significava, in caso della vittoria della Germania nazista vedere buona parte dell'Italia diventare parte integrante dello stato nazista, proprio come accadde dopo l'8 settembre del '43. Oppure, seguire la via della Resistenza, insieme agli alleati che hanno invaso l'Italia per liberarla dalla dittatura fascista. Il contributo dei partigiani è stato importante, da soli non avrebbero mai sconfitto il regime nazifascista. Senza il 25 aprile, oggi non saremmo un Paese democratico, libero. Certo, ci sono una marea di paradossi, non siamo un Paese autonomo dall'alleanza Atlantica, dalla NATO che non avrebbe più ragione di esistere e quant'altro, ma non siamo un Paese dittatoriale! L'antifascismo è nel DNA della nostra Costituzione. Se oggi il partito più di estrema destra della Repubblica italiana si trova a governare il Paese è grazie proprio a quella costituzione repubblicana che gli ha concesso di passare attraverso l'esercizio democratico del voto. Quello che sotto il fascismo non esisteva. Ed il calcio, che si è sempre adattato ai regimi, ai tempi, alle epoche, sembra aver dimenticato questa parte di storia italiana ed ignorare la festa della Liberazione! Il 25 aprile negli stadi italiani è ancora un tabù. Perchè è troppo politico, divisivo.

 Deve essere divisivo il 25 aprile, divide gli antifascisti dai fascisti che ci sono eccome soprattutto in tante curve italiane che non si riesce a defascistizzare anche per complicità e convenienza di diverse società. In tutto il mondo si canta Bella Ciao, che non fu canzone simbolo della Resistenza,in quel tempo si cantava Fischia il vento, ma lo è diventata dopo. Sdoganata negli ultimi tempi grazie anche alla serie televisiva la Casa di Carta, dall'Iran, ad ogni Paese dove si lotta contro i regimi, si canta Bella Ciao. In Italia si sta smarrendo. Eppure sarebbe doveroso poterla ascoltare prima dell'inno della serieA ed in tutti gli stadi in vista del 25 aprile, perchè lor signori devono ricordarsi che se oggi vivono in una società dove tutto è concesso, anche in eccesso, è anche grazie ai 50 mila partigiani italiani circa che hanno perso la vita! Abbiate rispetto della storia del nostro Paese ed il calcio avvii un processo serio di defascistizzazione delle curve. Non ci sono alibi, non più.