Ama il prossimo tuo come te stesso” dice uno dei dieci comandamenti che Mosè ricevette da Dio. La cultura cristiana, però, non è l’unica a predicare un sentimento così importante. Il Buddismo, per esempio, afferma che “l’odio non cessa con l’odio, in nessun tempo; l’odio cessa con l’amore. Questa è la legge eterna”. Potrei proseguire all’infinito, ma mi basta tale ultima citazione per disegnare la realtà odierna. Occorrerebbe unire i due insegnamenti al fine di recuperare un mondo che ci sta velocemente sfuggendo dalla presa. Le religioni esistono da sempre e, che siano reali o parto della mente, delineano i tratti più importanti della nostra essenza. Quando si cerca la divinità ci si immerge in qualcosa di molto intimo. Si scava talmente nel profondo da recuperare i lati più nascosti dell’Io, quelli che contengono le chiavi della natura umana. Non è che occorra prendere tutto per oro colato. Bisogna saper distinguere, ma anche affidarsi a valori.

Torno al marzo 2020 quando, in una piccola cittadina della provincia di Cremona chiamata Codogno, esplose una bomba destinata a cambiare le sorti dell’umanità. In un certo senso siamo l’epicentro di un terremoto che ha modificato il mondo. Un minuscolo essere dalla forma strana e invisibile è stato maggiormente potente di una qualsiasi arma micidiale o dell’esercito più preparato della terra. Sapete una cosa? Forse, il fatto di essere microscopico è risultato determinante. Se il virus avesse circolato per le strade riconoscibile, come l’S.S. che marcia all’interno del campo di sterminio con un grosso fucile penzolante dalla spalla o alla stregua del mostro brutto, squamoso, con le orecchie giganti e la lingua biforcuta vagante per la città in cerca della preda, sarebbe stato tutto più semplice. Invece no! Non è percepibile quindi ha generato una miriade di San Tommaso che “hanno creduto solo dopo avere messo il naso”. È sbagliato godere, come purtroppo è capitato a qualcuno, del male altrui. Lo trovo deprimente al limite del nauseante. Da qui è nata un’escalation di odio furibondo che ha diviso le persone andando a fare in modo che il topolino partorisse l’elefante. Non fraintendetemi! Non è come sembra. Non sto sostenendo che il covid sia qualcosa da sottovalutare. Tutto il contrario. Sto soltanto affermando che è accaduto come con la pianta infestante. Prima rovina solo una zona del giardino ma, se non la si prende nei tempi giusti e cura in modo corretto, rischia di distruggere ogni parte. E’ stata un’orribile corsa che ha portato via vite umane e creato un mare di veleno.

E’ un periodo nero. Rischia di diventare uno dei momenti più bui della storia dell’umanità, ma si può ancora evitare. Ricordate la Guerra Fredda? Io no perché, essendo nato l’anno prima che cadesse il Muro, non l’ho vissuta. L’ho, però, studiata, mi sono informato con documentari e tanta lettura. Durante la Seconda Guerra Mondiale, alcuni scienziati, tra cui il nostro Enrico Fermi, costruirono, in America, la bomba atomica. La Russia li seguì a ruota. Con il termine del conflitto e un’Europa, campo di battaglia, distrutta e indebolita, le due superpotenze vincitrici si spartirono le sorti del pianeta. Nacque la Cortina di Ferro. L’Est era Comunista, mentre l’Ovest Capitalista. Era l’inizio del decennio tra il 1960 e il 1970 quando Kennedy e Kruscev fecero tremare il mondo. Da tempo, infatti, gli Stati Uniti avevano posizionato le loro armi nucleari in Turchia con il mirino diritto sugli acerrimi nemici. I russi decisero di fare lo stesso a Cuba. Il generale sovietico approfittò di una particolare situazione ripagando gli USA con la stessa moneta. L’isola si trova nelle acque dell’Oceano Atlantico poco a sud della Florida. Lì regnava Fidel Castro, un militare dalle idee comuniste anche se diverse da quelle dell’est. Ciò rappresentava, quindi, un’enorme opportunità. In un certo senso era il “ventre molle” dell’occidente. Ora, immaginatevi la vicenda. Un incredibile match di scacchi da cui dipende il destino dell’umanità. Si trattava di un doppio vincolo dalla soluzione banale, ma praticamente impossibile. Una mossa sbagliata rischiava di far saltare il banco e una guerra nucleare avrebbe deciso le sorti del globo in men che non si dica. Entrambe le parti erano ben consce della realtà per cui non volevano il conflitto, ma non potevano nemmeno cedere al rischio di lasciare il potere totalmente nelle mani dei rivali. Come si è risolta? Con un compromesso! E da qui arriva un altro enorme insegnamento. Esistono persone che si definiscono talmente ligie a certi ideali per cui non scenderebbero mai a patti con nessuno. Ecco, forse, non è il modo migliore di approcciare e risolvere i drammi. A volte, anche negli aspetti principali dell’esistenza, occorre saper concedere qualcosa per averne un ritorno. Kruscev propose la soluzione probabilmente più semplice: il ritiro delle truppe da Cuba in cambio dello stesso in Turchia. Kennedy accettò e il mondo poté tornare a vivere notti serene. In realtà, l’accordo fu molto più elaborato. Questo, però, è il succo. Quasi trent’anni più tardi cadde il Muro.

Ci stiamo avvicinando pericolosamente a un simile punto di non ritorno. Il 2020 fu segnato dalla battaglia tra “negazionisti” e “terroristi del covid”. Si tratta di eccessi e, come tali, francamente esagerati. I primi negavano l’esistenza del problema andando ad arrecare un danno sconsiderato alla loro specie con comportamenti imprudenti e sviluppo del contagio. I secondi, invece, amplificavano il problema a dismisura non rendendosi conto delle conseguenze psicologiche, economiche e sociali devastanti e derivanti da tale atteggiamento. Nel mezzo vi era chi provava disperatamente a mantenere l’equilibrio in un momento in cui il mondo era segregato in casa senza poter avere contatti con la realtà. Immaginatevi la situazione: Tizio è nella sua magione e si trova a parlare con Caio, amico che lo chiama ogni giorno dicendogli: “Il virus non esiste! È un complotto creato ad arte per cambiare il nostro stile di vita! Gli ospedali sono vuoti e sono tutte balle! È una banale influenza che uccide vecchi o immunodepressi. Avrebbero comunque vita breve! Basterebbe un raffreddore!”. A quel punto riattacca la cornetta. Tizio spegne lo smartphone e accende la tv: “Le terapie intensive sono affollate! Chiunque si ammali non ha scampo perché i medici non riescono più a curare nessuno che abbia contratto il virus o altre patologie. Questa malattia è assolutamente mortale e, se la prendi, perirai”. Eh che cavolo! E’ normale che una persona lucida non sappia più dove sbattere la testa. In ogni caso, fortunatamente, questo dualismo schizofrenico non è durato a lungo. Il tempo, però, è stato sufficiente per dividere la gente e creare una nutrita base d’odio. E’ come una “bella, ciunta fondazza” di polenta in attesa dei quattro formaggi. Qualcuno ha iniziato a richiamare orrendi tempi antichi e a trattare apertamente di “Dittatura sanitaria. Tra questi e chi godeva della morte dei negazionisti non esiste alcuna differenza. Sono portatori di conflitto e, quando si seminano certe sensazioni, riprendere la bussola è difficile come lo fu per Alice nel Paese delle Meraviglie.

Nel 2021 sono nati i vaccini. Big Pharma ha originato queste pozioni in grado di ottenere vantaggi molto importanti. Prima di tutto abbassano le possibilità della persona positiva di essere ricoverata e, di conseguenza, di morire. In secondo luogo, si è meno vulnerabili al contagio. Se non si ottiene rapidamente un’ampia dose di immunità, il pericolo è quello che si creino nuove varianti capaci di sconfiggere il siero. A quel punto sarebbe una tragedia infinita. È chiaro, però, che la soluzione chimica deriva dall’uomo. Non ho mai visto nulla di tale natura che sia perfetto. Questo implica che i rischi a esso collegati esistano e diventa complesso negare a qualcuno la facoltà di scegliere cosa fare del proprio destino. Così è nata una soluzione intermedia. Si è chiamata greenpass. Naturalmente ha delle falle. Provate voi a conciliare scienza e democrazia. Non è sempre possibile! In sostanza, il messaggio è: “Puoi compiere certe attività soltanto se ti vaccini, oppure sei guarito da meno di 6 mesi o, in alternativa, ti sei fatto un tampone nei 2 giorni precedenti”. Molto bene! Grazie a Dio, rispetto a chi ha avuto a che fare col virus, sono molte di più le persone che non l’hanno contratto. A differenza del vaccino, il test non è propriamente gratuito e l’idea di doverne fare 2 o 3 alla settimana è insostenibile anche dal punto di vista organizzativo. E’ giustamente intervenuto il leader della Lega, Salvini, chiedendo quantomeno la possibilità di non pagare il tampone. Ciò rappresenterebbe un enorme segnale di liberalità mandato al Paese e trovo abbastanza paradossale la critica arrivata da Letta, segretario del PD. Anche con i test a prezzi calmierati, il certificato verde è un forte incentivo alla vaccinazione. Tale era il suo target. Altrimenti, il succo è: “Per vivere pseudo normalmente, devi immunizzarti”. Non del tutto equo. Detto questo, alcune attività non possono svolgere controlli incrociati perché non ne hanno la facoltà. Così diventa complesso fare le opportune verifiche e qualcuno, non ligio al diritto, la scampa senza colpo ferire.

Il mondo si divide ancora. Esiste il no vax che afferma a gran voce: “Non voglio farmi iniettare questo siero! Non è abbastanza sperimentato! Il corpo è mio e decido io (vecchio slogan femminista)!” In effetti diventa complicato controbattere a tale ultima tesi. Eh sì! Perché, se Tizio muore di covid, è difficile attribuirne la responsabilità a qualcuno. Ma se decede per una reazione a un medicinale che non voleva assumere, signori miei, ci sarà bene chi deve rispondere di una colpa! E’ banale e lineare. Purtroppo, invece, noto un eccessivo manlevare che parte dal medico inoculatore sino ad arrivare ai piani superiori. Dall’altra parte, invece, esiste una schiera di persone che taccia chi non si vaccina come stolto, senza scrupolo, criminale e chi più ne ha più ne metta. Questi sostengono che l’immunizzazione sia l’unica arma di salvezza e, come detto, molto probabilmente, hanno ragione. Il problema è che pretendono di imporre le loro idee con la forza. A quel punto rischiano di perdere in partenza.

In un momento così delicato e che vive su equilibri tanto fragili, ogni costrizione giunta dall’alto è vista come un attacco devastante all’anima di chi ha idee diverse. E’ potenzialmente in grado di scatenare l’inferno. Ecco, ci obbligano! È una dittatura! Ribelliamoci!" Nessuno vuole che ciò accada! Una lotta tra legalità e altro si deve evitare a ogni costo perché può produrre conseguenze deleterie. Chi combatte per un valore ha una potenza dirompente. La forza pubblica è organizzata e abile ma, quando si cade un certo tipo di violenza tanto radicata nell’animo di chi la esprime, diventa difficile controllarla. A differenza di chi deve rispettare delle regole anche in combattimento e lo fa per mestiere, chi non ha nulla da perdere è disposto a tutto. All’interno di questa situazione, poi, potrebbero entrare correnti estremiste che, come falchi, approfittano del caos per accaparrarsi fette di potere. Non ce lo possiamo permettere. Eppure, l’esempio afghano è vicino. Non è la prima volta che lo scrivo, ma noto che la musica non sta cambiando. È necessario calmarsi tutti. È obbligatorio fermare l’escalation di odio. È doveroso mettersi a tavolino e, più che essere divisivi, tornare a unificare le persone. Come? Con il dialogo orientato all’equilibrio senza cadere negli estremismi che purtroppo noto anche da parte di alcuni media. Non è più il momento di alzare la voce e ringhiare contro chi la pensa diversamente. A volte, quando non sfocia nella violenza, questo può essere pure utile perché un confronto serrato e sincero è importante, ma ormai si è superato il limite e il punto di non ritorno della guerriglia pare un incubo sempre più vicino. Facciamo come Kennedy e Kruscev.