Sono trascorsi un paio di anni quando, per spezzare la monotonia delle scritture di solo calcio, e rimanendo colpito dalla storia di un clochard da mesi dimorante all'addiaccio in una panchina di un parco pubblico nei pressi della mia abitazione, decisi di andare a scoprirne la storia e, per chi si fosse perso quelle vecchie puntate, vado a riassumerne come in una fiction... i suoi principali accadimenti...

Gioacchino è il nostro "clochard" al quale, data la veridicità della storia, ne ho ovviamente sostituito il nome.     
Laureato con 110 e lode alla facoltà di Lettere presso l'Università di Foggia e dopo aver vinto un concorso per un posto in banca si stabilirà in un'agenzia di un ridente paesino sul Gargano, dove dopo un paio di anni data la sua valenza e l'impegno profuso riuscirà a far carriera e verrà promosso in qualità di direttore presso un'agenzia nel centro di Roma. Dopo il suo trasferimento  convolerà a nozze con la conterranea Beatrice, una affascinante ragazza disegnatrice di alta moda e dalla loro unione nasceranno due bei maschietti. Gli agiati introiti economici consentiranno alla coppia di acquistare un lussuoso attico sul colle Aventino con panorama mozzafiato dominante il Colosseo e i Fori Imperiali. Inoltre Gioacchino è un grande amante del pallone e giocherà per oltre un decennio nella storica squadra dilettantistica della Romulea Calcio nel ruolo di mediano, diventandone   una pedina indispensabile.
Ma come in molte belle favole tutto volge tragicamente e rapidamente al peggio. Un suo carissimo amico d'infanzia, anche lui pugliese, un certo Nicola, al matrimonio del quale era stato pochi mesi prima, chiuderà la sua agenzia di viaggi al paese per tentare miglior fortuna aprendone una nuova a Roma. Dopo un promettente inizio e vedendo i primi buoni guadagni penso' assieme a sua moglie Luisa, impiegata nella sua stessa agenzia, di lasciare la casa in affitto per acquistarne una nuova, un signorile appartamento con affaccio sul lungotevere in zona Prati. Non disponendo dell'intera importante cifra (ben 550.000€!), l'amico d'infanzia si rivolse a Gioacchino che in qualità di direttore gli fece ottenere un mutuo a condizioni agevolate ma, essendo Nicola giudicato un "cattivo pagatore", cosa che scoprì il notaio all'atto del rogito essendogli recentemente comminata una onerosa cartella di Equitalia, relativa alla morosità di tributi evasi nella precedente agenzia viaggi in Puglia, e fu allora che Nicola scongiurò Gioacchino affinché facesse lui da garante nella compravendita. Anche la sua signora Luisa, incinta di cinque mesi lo implorò e così alla fine, tra commozione e promesse sul successivo rimborso, Gioacchino accettò il compromesso stante giocoforza  nell'intestazione della proprietà della nuova casa direttamente a suo nome. 
Dopo un anno circa iniziarono ad arrivare (ovviamente a Gioacchino, risultandone il legittimo proprietario) vari solleciti di pagamento di sei mensilità di mutuo non versate. Risultarono vani i tentativi di raggiungere Nicola, sia al telefono che al citofono di casa dove non rispondeva mai nessuno a qualsiasi ora e l'agenzia di viaggi nelle vicinanze di Piazza San Silvestro risultava chiusa ormai da alcuni mesi. Al costernato Gioacchino non restò così altra soluzione se non quella di accollarsi il mutuo con le relative insolvenze!
Un suo cliente in banca, funzionario di Polizia, gli fece amichevolmente sapere che i passaporti della coppia erano stati registrati più di un anno prima presso l'aeroporto di Fiumicino con destinazione Barcellona, ma che di più, salvo una regolare denuncia non si poteva né sapere né fare.
E così il nostro Gioacchino, uomo di grande sensibilità, confidando che il suo caro amico Nicola stesse attraversando un periodo buio della sua vita, volle fermamente credere in una sua pronta ricomparsa, e così decise nonostante i reiterati dinieghi della sua e, di proseguire i pagamenti delle rate di mutuo alle quali ovviamente si assommavano bollette  e condominio  fino al giorno in cui al ritorno dal suo lavoro, Beatrice ormai  affermata disegnatrice di abiti in un atelier nei pressi di Piazza di Spagna, gli confidò tra le lacrime di avere un tumore maligno che le avrebbe concesso non più di sei... o tutt'al più... dodici mesi di vita!!
Gioacchino e Beatrice caddero a terra come due corpi avvinghiati in uno solo... senza fiatare... senza parlare... muti... avvolti in un silenzio tombale!!
E così rimasero dantescamente... come "corpo morto cade" nel loro talamo nuziale... senza cenare... senza dormire... fino al mattino seguente ... quando alle 9 in punto suono' alla porta... un ufficiale giudiziario!  

Fine Prima Puntata
Massimo 48